Teoria del post

martedì, ottobre 27, 2009

5 anni di esperienza mi confermano una teoria, che è più che altro una prassi, semplice semplice semplice - come tutte le teorie degne di questo nome:

più il post è scarso, più esso è commentato.

scolio: con 'scarso' si intende qui una varietà di cose volutamente non meglio identificate; per contemplarne solo alcune, e immaginare lo spettro delle restanti (e infinite) possibilità, si pensi a "poco accurato", "frettoloso", "di getto (ma non di genio)", "non troppo intelligente", e così via e così via.

l'opposto di scarso è la frequente e ripetuta frustrazione occasionata da quelli che riteniamo grandi post, e che spesso i commentatori disertano - o commentano scarsamente (anche nell'accezione dello scolio suddetto).

la teoria si applica ai blog di piccola e media frequentazione e grandezza (e forse ambizione) - chinaski per esempio è escluso, perché in Lui, per Lui e con Lui le cose vanno come dovrebbero andare: grande post, grande entusiasmo. e infatti spesso non consente di commentare, tanto è grande.

posticcio

domenica, ottobre 25, 2009




















Riportiamo alcuni brani di un testo inedito, dal Nachlass di Deleuze e Guattari.


“[…] e se probabilmente dovessimo indicare, nel magmatico caos dei nostri giorni, una figura che sopra le altre sia emblema del nostro pensiero, è senza esitazione che indicheremmo Michael Jackson. Se abbiamo ripetuto fino alla nausea che non c’è ragione più profonda per scrivere che la leviana vergogna di essere uomo, ecco che, in questo grande artista, tutto si fa proliferarsi di vie di fuga dall’umano, verso la pura affermazione, che intensivamente fila in ogni direzione, che non si può costringere a consistere, che crea essa stessa nuove inaudite possibilità di vita, presa in un incessante e inconsapevole divenire.
Il corpo a corpo di Michael con l’essere-uomo, comincia sin da piccolo: egli infatti nasce non già uomo, bensì – già Mozart deterritorializzato – bambino. E la sua stessa bambinitudine, lungi dal voler rappresentare il triangolare e oppressivo cliché familistico e familiare, si svolge lontano dalla macchina castratrice, dalla ghiandola che incessantemente secerne Edipo. Egli è segregato in casa (ai ricordi di mamma-papà, alla psicosi della nonnina si sostituisce il calvario creativo in cui il padre si è trasformato in un’istanza immanente, sovranamente anomala, di spinta continua verso un divenire-Jackson5; è questa spinta esterna a impedirgli di fermarsi, di aderire alle forme comuni e dominanti, di cedere alla tentazione stessa della forma, di qualsivoglia esser-formato), e allo stesso tempo è disvelato in pubblico: non c’è interiorità che non sia già superficializzata, che non si trasformi in gesto, in danza calcolata (splendore del dandy baudelaireano; infinita pozione del tricheco), in movimento secco (vaso greco, geroglifico egizio).
[…] La sua danza, fluida e spezzata come il meno inelegante dei gesti di Carmelo Bene, è la cifra del suo divenire artistico: in lui convivono l’esperienza fondamentale della marionetta di Kleist,  come del Mimo di Mallarmé (un mimo cantante, quale supremo ossimoro! quale trasversale beckettiana! Opposto che risuona nella kafkiana Josephine, cantante muta). Egli, come diceva Antonin Artaud, fa danzare l’anatomia, lascia esistere solo corpo ed evento, senza dover ricorrere alle ipoteche metafisiche di un’anima, di una coscienza, di un individuo. Egli si fa vibrazione musicale, intensità, Pierrot lunare. […] Metafisica stoica del suo moonwalker; esso è l’Evento. Vapore delle cose che sale alla loro superficie: esso schiva continuamente il presente ed è contemporaneamente un divenire-passato (il movimento è all’indietro) e un divenire-futuro (il passo non smette di essere in avanti). Aiôn.
Perfetta estasi delle sue coreografie (armonia del crostaceo esponenziale! Frattale assoluto), lo stupore del perfetto divenire-animale, il divenire-lupo nel video di “Bad” (lui, cattivo, possibile? Non sta forse adombrando la possibilità di una risemantizzazione del termine, non sta forse indicando la via di una danza al di sopra del bene e del male, pardon, al di là?), il respiro trattenuto quando si sporge in avanti e sembra che caschi e invece resta così, trasversale immonda e gioiosa, e mica cade.
[…] Ma non basta, non basta: il vero capolavoro di Michael è la sua viseità, il suo rifuggire constante dal regime semiotico significante e soggettivistico – generato dal concatenamento di potere autoritario-dispotico – del viso. Il viso è l’aggancio del potere, il viatico alla responsabilità individuale su cui poi il potere (i poteri, se diamo retta a quello coi bracci in culo) si potrà esercitare. Quanto abbiamo parlato, in Mille Piani, di disfare i tratti del viso, di romperne la semantica, l’organizzazione oppressiva di cui si fa portavoce? E lui, Michael Jackson, lo fa concretamente: ognuna delle sue tredici operazioni plastiche è un nuovo varcare un confine vibratile, un’ulteriore soglia intensiva da infrangere (il culo di un bambino non è esso stesso a sua volta una fragile soglia intensiva per cui passare?), un’immane linea di fuga verso il divenire-donna, il divenire-bambino, divenire-ermafrodito; ma anche divenire-Neverland, divenire-angelo, divenire-pedofilo, divenire-chiunque (lo splendore del si, l’intercambiabilità del tratto somatico, divenite chi siete, costruite i vostri corpi senza organi – chi più di lui si è fatto un tale corpo? –, de-organicizzatevi, fate rizoma), e altrettanto, nel suo delirio mondiale, territoriale, razziale: il divenire-bianco, il ce-lo-ricordiamo-che-eri-nero, il fare-figli-biondi. La vitiligine come decodificazione […]”.

D&G

ci vediamo tra cinque anni

venerdì, ottobre 23, 2009





Non posso dire di non averci provato. Ce l’ho proprio messa tutta, con Tristram.
Ma alla fine del quarto libro, ho dovuto smettere. Basta, mi prendo una pausa.
L’oggetto del presente sfogo è l’opera-capolavoro di Sterne, La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo. Considerato il primo “anti-romanzo” della storia del genere, è stato pubblicato in nove volumi tra il 1760 e il 1767. E, tra l’altro, pare essere un capolavoro di comicità (così recita il retrocopertina, e così ritiene Orlando: ecco, lo sapevo, in effetti avrei dovuto pensarci prima...).
Ora, dico io, nove volumi.
Se fosse una narrazione divertente, mirabolante, da rompersi le ganasce, d'accordo. 
Ma oso dire che quel testo, così ricco di riferimenti alla propria epoca, oggi risulta una macchina comica inceppata. Mancano i riferimenti, l’aggancio con il retroterra culturale a cui Sterne allude di continuo.
Però, ripeto, ce l’ho messa tutta e voi, cari Rigattieri, lo potete immaginare e credere. 
La lettura faceva parte del corso di recupero (autogestito) di letterature comparate.
Ma dopo un po’, i cosiddetti si sono frantumati sul duro marmo delle epigrafi sterniane. 
E così ho stabilito un rimendio. 
Mi restano cinque libri, giusto? Ok, allora ne leggerò uno all’anno.
Tanto, persino l’autore ha diluito l’opera in otto anni di pubblicazione. 
Potrò farlo anche io, infimo lettore del terzo millennio?
Comunque, tirando le fila del discorso, tutto questo era per dire che, anche dinanzi alle somme opere della letteratura occidentale, noi giovani intellettuali precari abbiamo il diritto, il sacrosanto diritto, di mandare a farsi fottere una mazzata di settecento pagine. O almeno, di stabilire una reciproca, momentanea separazione.

altro che omelette, homeless

martedì, ottobre 20, 2009

ok, non volevo arrivare a tanto, ma mi ci avete portato voi.
non pensavo fosse così difficile. non pensavo di dover subire tante minacce. ma insomma la questione casa-per-il-capo, a parigi, si fa sempre più seria.
dopo che lionello il fricchettone m'ha dato buca, dopo che persino elòdia la oste, che pareva più disperata di me, ha preferito un altro ospite piuttosto che dare un riparo al povero capo, qua stiamo al 20 ottobre e ancora di case nemmeno l'ombra. ci sarebbero gli architetti cool: ma a parte che sono un po' troppo cool, e che sono tre amici e rischierei di essere il gemello Natali di turno (ma vabbé), la casa è da gennaio, e io devo trovare una soluzione alternativa per novembre e dicembre.
c'est pas du tout facile.
non volevo ricorrere a questo: so che ora sarò sommerso di mail di ammiratori, fans, supporters, tra le quali dovrò fare un'adeguata cernia per scegliere quale casa si addice meglio al capo. volevo evitarmelo. ma vi rendete conto che il tempo stringe, a parigi fa sempre più freddo e masuka ha proposto a me e a cofe di fare un pacs per adottarlo e fargli ottenere il passaporto europeo.
qua si rischia persino di andare a vivere col povero ciccì.
chista è 'a zita. al vostro buon cuore.

maciste, 2 anni!

domenica, ottobre 18, 2009


ecco il piccolo maciste che si prepara a prendere una lezione da suo padre

lustro il-lustro per-lustro

giovedì, ottobre 15, 2009





tanti auguri, via rigattieri!

accipicchia! cos'è questa cosa strana che spunta oggi nella mia homepage? ma... ma... viarigattieri? ma... ma... non era così! rivoglio la mia vecchia viarigattieri! così poco elegante! così poco cool! così incasinata, così caciarona, così kitch!

e no, cari navigatori-utenti-amici-amanti-amori. per chi ci avete preso? abbiamo una certa età, oramai. siamo cresciuti. ci siamo raffinati. non vedete come siamo raffinati? siamo raffinati.

siamo cool.

abbiamo 5 anni, ormai. smesso il ciuccio, abbandonato da tempo il pannolino, rivendichiamo autonomia di pensiero, capacità di giudizio, senso critico. raffinatezza, coolaggine.

siamo cool.

e siccome soprattutto non siamo moralisti, ci siamo ritoccati. un bel lifting. già, e perché no? su, forza, si apre l'arena, dateci addosso, diteci che non vi piacciamo più, che una volta c'era sì meno professionalità ma più genuinità, che ora non potete più scrivere quei messaggi istantanei a cui vi avevamo abituato, che (che ne so) quelle immagini tutte sfalsate coi link non funzionanti vi piacevano un sacco, che ora non vi ci trovate più, e così via e così via.

siamo qui per questo. sapremo reagire al fronte reazionario. anni e anni di esperienza, lotte con l'anonimo, apertura al nemico. classe e modestia, direbbe qualcuno pensando a noi se solo non sapesse che noi rifuggiamo questi elogi, che non ci piacciono, noi odiamo gli elogi.

siamo già troppo cool.

ma siccome siamo anche la vostra viarigattieri, che esiste solo grazie a voi, il nostro amato pubblico, quello che ci segue urbi et orbi, fedele da anni, anche se talvolta si smarrisce, noi abbiamo pensato anche e soprattutto a voi, siamo qui per voi. aperti ai vostri consigli, commenti, alle vostre recriminazioni sul motivo per cui tra i best of ci sono tutti i post del capo e nessuno di talaltro, per dire. beh, ci saranno pure dei vantaggi a essere capo, dico io.

certo, coi best of per esempio ci apriamo anche a un pubblico meno familiare. sia chiaro: noi dell'autoreferenzialità abbiamo sempre fatto un vanto, e continueremo a farlo. ma siccome ci sono delle perle, tra le pagine di questo blog (e altre ancora andrebbero riscoperte, ma la selezione era necessaria), non si vede perché non condividerle più rapidamente con chi viene da fuori.

perché mica tutti hanno avuto la fortuna di passare per viarigattieri, conoscerne usi costumi e malcostumi. e vorremmo forse rimproverare a quelli più sfortunati di noi di non essere abbastanza cool? suvvia, ragazzi: siamo democratici! progressisti! open-minded! (poveretti, quegli altri...)

insomma, eccoci qua. nuovi ma sempre uguali. identici ma diversi. noiosi ma con qualche tocco di simpatia. come sempre, insomma: i rigattieri.

arricriatevi.

piggino

mercoledì, ottobre 07, 2009



e giusto per non dimenticare questo giorno, la grandiosa vignetta di vauro




Comunicazione Urgente: ViaRigattieri va su Facebook

venerdì, ottobre 02, 2009


L'ufficio affari societari e legali di ViaRigattieri (con sede in Lussemburgo e, sì, se volete saperlo, aderiremo allo scudo fiscale: esticazzi) ha stabilito in data odierna e in modalità unilaterale di creare un fan club intitolato alla Società (nome: ViaRigattieri) sulla piattaforma di networking online meglio nota come Facebook (abbreviato dai più con la sigla FB).

Plurime e ormai improrogabili le necessità del nostro Gruppo di adottare una più ampia e radicale attività di comunicazione a trecentosessantasssèi gradi:
- implementare la visibilità e il posizionamento del marchio (qualunque cosa significhi);
- aggiornare l'immagine e il profilo del blog (ragazzi, con tutta la topa che gira su FB!!);
- intraprendere con maggiore aggressività una campagna di espansione commerciale (catene fasulle di sant'antonio, gadgets di facile e immediata diffusione come le insegne in rame dei negozi e i comodini del Capo, le foto di Amicòfe senza veli, i martelli&coltelli di Amicòfra, etc.);
- imporre ViaRigattieri come gruppo vincente e à la page sulla Rete;
- aumentare gli introiti economici della società per finanziare progetti no-profit (vacanze in Marocco, ricerche su filosofi francesi viventi, l'affitto di appartamenti a Parigi e Boston, l'università di mio figlio).

Per tutti i frequentatori più o meno avventizi del blog è caldamente consigliata la partecipazione alla nuova fanzine online, pena ripercussioni indicibili: tipo, per es., che non scriviamo più post (è una minaccia seria, stavolta, eh!).

La svolta è segnata. ViaRigattieri è su FB. Perché noi siamo chic, ma anche molto radical.