piccoli rancori verso le maledette FS

venerdì, giugno 19, 2009

Quando ero un giovane erasmus scrissi un racconto dal titolo (un grande titolo) “Teoria implausibile sul ritardo dei treni”, di cui non svelo il contenuto ma che potrete trovare nelle migliori librerie tra un’ottantina d’anni, quando pubblicheranno l’edizione critica dei miei scritti giovanili. Per ora basti sapere che l’avevo scritto in odio all’associazione a delinquere targata FS.
Anche oggi, dopo che mi hanno regalato un ritardo di 5 ore (5 ore), grazie al quale ho mancato la cerimonia di commemorazione del mio maestro, sento un odio analogo, ma non voglio parlare di quello (molti di voi hanno ricevuto le mie madonne già via sms). Ma di un piccolo aneddoto, con questione politico-morale annessa.
Ero salito sul treno (già in ritardo di un par d’ore) senza biglietto (chiedendo se potevo salire ad un controllore italiano, che mi sbologna ad un altro controllore italiano, che mi mette nello scompartimento con una coppia, di cui, per motivi di bon ton, non dirò che era di colore). Facciamo conoscenza: io pesto un piede alla signora, le dico, internazionalmente, “Sorry” e lei mi dice “Comprend pas l’italien”. Poi mi seggo, scopro che sono diretti a Napoli (“Vacanze?”, “No andiamo a comprare scarpe e borse” (tarocche) “che a Napoli costano meno che dai cinesi”. È sempre lei a parlare, lui ride continuamente, che sembra non sia mai stato così felice). Continuiamo a parlare, e lei ce l’ha parecchio con i treni italiani, sempre in ritardo, e ne parla anche con un certo astio, venato forse di un nonsocché di razzistico.
Poi arriva il controllore. Giovane, capello alla Cristianoronaldo e orecchino. Ci dice (in italiano, e magicamente anche la coppia comincia a capirlo): “il biglietto sarebbe cento e trenta euro” (in realtà, secondo internet, 125, ndr), “sennò, senza biglietto sono cento euro”. “Cioè senza biglietto?”, chiedo. “Nel senso che devo controllare io e non ve li controllo”. E con i vostri trecento eurini me ce compro l’aipod nuovo, pensa, senza sapere che io leggo nel pensiero. “Cioè? Irregolare?” articola il tizio che è con me nello scompartimento, finalmente in pausa dal riso. “Cioè che risparmiate 60 euro ‘n due. Capisci?”. Lui capisce subito. Io resisto: “Ho solo il bancomat. Ti posso pagare col bancomat?”. Lui non capisce che lo sto provocando: “eh, logicamente no. Puoi provare ad andare al bar, e sentire se ti fanno pagare col bancomat in cambio di contante”. “No guarda, prendo il biglietto normale”. Lui è dispiaciuto, ma è un signore: “Allora te metto in cabina da solo, così” aggiunge quando siamo in corridoio “non te tocca sta’ co’ ‘sti due”.
Dopo un po’ rientra, seguito dal controllore francese (quello che mi fa pagare il biglietto e non il suo parrucchiere) e, faccia come il culo, dice “Ahò, ce l’ho fatta a strapparti uno sconticino comunque: sono 125 euro”. (il lettore attento avrà notato l’incongruenza).

Alle 9.30, poi, viene a riportarmi il documento. Senza che io gli chieda niente mi dice: “Per le 10 siamo a Firenze”. Erano le 12.21, quando siamo arrivati.


PS. E per concludere, come faceva Esopo, la morale (però interrogativa, che siamo gente moderna): lo dobbiamo denunciare questo tizio? E soprattutto, sarebbe di sinistra denunciarlo? Io un’idea me la sono fatta.

Lost In Berlusconi

domenica, giugno 14, 2009

quei loro incontri

venerdì, giugno 05, 2009


oggi parigi era piena di polizia: dev'essere stata una specie di festa, non so.
insomma questa festa consisteva nel fatto che praticamente oggi i poliziotti parlavano con un sacco di persone, proprio le fermavano per strada e ci parlavano - forse oggi avevano un sacco di cose da esprimere, non so.

io stamattina ero un po' di fretta, ché rischiavo di arrivare tardi al mio corso di francese. però un poliziotto in motorino doveva sentirsi molto solo, e ha deciso di parlare un po' con me. ho provato a dirgli che avrei avuto molto piacere a parlare con lui ma non in quel momento, ma lui ha proprio insistito. e allora abbiamo parlato un po'.

devo dire che sono sempre contento quando un francese parla con me, non capita spesso e quindi bisogna approfittare di ogni occasione. per qualche momento quando il poliziotto mi ha detto di fermarmi ho anche pensato di chiedergli se voleva fare un tandem con me. meno male che mi sono tenuto: questo poliziotto era proprio noioso.

insomma, vi racconto un po' quello che ci siamo detti. facciamo un patto: io dico quello che ci siamo detti, e metto in corsivo quello che avrei voluto dire per approfondire un po' la nostra conversazione, se solo il poliziotto non fosse stato così noioso. d'accordo? vai.


Flic: Monsieur, accosti.

Chef: certamente.


F: Lei è passato col rosso.

C: sì, lo so.


F: è proibito passare col rosso.

C: (ma va?) Sì, ha perfettamente ragione, ma sa, avevo molta fretta, il mio corso di francese sta per iniziare e io sono in ritardo.


F: patente e libretto

C: ?


scherzo, non era così burlone. anche lui si è reso conto che ero in bicicletta. ecco quello che ha veramente detto


F: documenti e patente.

C: ? (Lei lo sa che la sua richiesta è oltremodo incongrua, dal momento che non è necessaria alcuna patente per condurre una bicicletta? Ha voglia di scherzare con me? Anch'io vorrei tanto, cher ami, ma le ho già detto che ho un po' di fretta...)


gli mostro la carta d'identità.


F: sa che è proibito in Francia passare col rosso? Non so come funzioni in Italia, ma qui è interdit.

C: Vous avez tout à fait raison (quanto mi piace dire tout à fait), ma sa, avevo fretta, normalmente sono rispettosissimo del codice della strada, ma questa mattina sono proprio in ritardo, lei ha perfettamente ragione. (Beh quanto alla questione italiana, devo dire che la sua domanda, apparentemente retorica, forse artatamente ironica, non è poi così banale. Nel senso che non saprei dirle con certezza quale sarebbe stato il comportamento dei suoi colleghi d'oltralpe nei confronti di una bicicletta che passa col rosso all'incrocio con una stradina da cui non sta arrivando nessuno. Ho idea che sarebbero stati più permissivi, ma questo è un altro discorso, che avrei molto piacere di intrattenere con lei, ma come le ho detto, ho un po' di fretta, ché il mio corso di francese sta per iniziare...)


F: Lo sa che a Parigi 7 ciclisti sono morti per incidente?

C: Mi scusi ma questa è proprio una cazzata. Se non precisa il periodo di tempo che sta prendendo in considerazione, la sua proposizione è veramente ambigua, e non permette di reagire adeguatamente. Se mi dice che sono morte 7 persone dal 1900 potrei dire che mi sembra una buona media, se invece sono morte 7 persone nell'ultima settimana significa che dovete fare qualcosa, ritirare qualche patente, ma così mi sembra veramente che lei stia parlando a vanvera, cher ami, perchè non mi fornisce tutti i dati necessari acciocché io possa farmi un giudizio.


F: Vuole essere l'ottavo?

C: Questa è ancora peggio: perchè oltre a essere una cazzata, è l'ennesima domanda retorica che lei mi porge. Non considerando la fretta, anche la mia pazienza ha un limite, cher ami. Non si può fare un uso così smodato del vaniloquio. Io le ho dato fiducia, mi sono messo qui ad ascoltarla, ma lei non sembra impegnarsi neanche un po'. Se non aveva niente da dirmi, perchè mi ha fermato? Se invece vuole comunicarmi qualcosa, perchè non la smette con tutte queste cazzate e non prende il toro per le corna? Perchè non va direttamente al nodo della questione? Vuole forse la botte piena e la moglie ubriaca? Chi parla male pensa male, se ne ricordi, cher ami. E adesso mi scusi, veramente, che il corso di francese è quasi iniziato e siamo ancora neanche a rue de Rennes. Su, oggi c'è il sole, Parigi è piena di gente, trovi qualcun altro con cui giocare, qui c'è gente che lavora.


F: La prossima volta faccia più attenzione, non si passa col rosso.

C: Non mancherò. Grazie, arrivederci, buona giornata. (peccato. io ti avevo creduto. mi eri piaciuto. perchè mi hai deluso? avrei anche fatto un tandem con te. perchè ti sei comportato così? ma soprattutto, dove vai? perchè stai passando col rosso? ah vero, tu puoi).


Morale della favola (che io ci tengo sempre): altri tre semafori rossi ho dovuto prendere, pur di arrivare in un ritardo decente. Oggi ho commesso la mia prima incivilité parigina.

fumetti

mercoledì, giugno 03, 2009

l'altra sera, in un ristorante cino-vietnamita di parigi, un fumettaro che gli auguriamo diventerà famoso ci ha consigliato una serie di fumetti veramente veramente imprescindibili. gli omero e i dante e i dostoevskij del fumetto, insomma. (tra di essi anche qualche tolstoj in nuce). abbiamo pensato di condividere la lista con voi, così ci dite che ve ne pare.


(dalla lista è escluso qualche famosissimo che ad esempio conoscevamo già, come Gipi, Asterix e così via). (si lo sappiamo che ci stiamo via via tumblrizzando, pur non sapendo esattamente cosa significhi. ma quale blog in un momento di crisi non si è trasformato in un tumblr? chi è senza peccato inventi una parola con più consonanti di tumblr).