ricordi di compagni

martedì, luglio 21, 2009


Solo occasionalmente ciò che si accompagna all'esperienza di un libro o di una musica ha un'importanza simile a quella dell'esperienza dell'opera propriamente detta. Gli eventi associati ai film sono invece quelli delle relazioni tra compagni, o della loro assenza: il pubblico di un libro è essenzialmente solitario, un'anima alla volta; il pubblico di una musica e di uno spettacolo teatrale è essenzialmente più vasto del circolo degli amici - l'insieme della città; il mondo di un film è composto da diversi gruppi di compagni, o di anime smarrite che hanno perso qualcuno. Non m'interessa se chiunque può capire la settimana di incanto che ho vissuto a 12 anni, immerso nella lettura dei Miserabili; ci saranno sempre dei bambini di 12 anni, e quel libro sarà sempre lì per loro. Ma i film, a meno che non siano dei capolavori, i film non saranno più lì come una volta! Le ore passate a guardare La tragedia del Bounty, con Charles Laughton e Clark Gable; Capitan Blood; L'amante indiana; Il bacio della pantera; Cantando sotto la pioggia [...] e cento altri ancora - quelle sì che erano ore e giornate d'incanto. Importantissime, ma solo per quel momento; irrecuperabili, se non nel ricordo e nell'evocazione; scomparse.
Se guardate oggi quei film per la prima volta, magari v'interesseranno; forse vi toccheranno anche.
Ma non proverete mai quello che ho provato io.

Stanley (Stanlio) Cavell

Brüno: un film che dice VAFFANCULO.

martedì, luglio 07, 2009


Forse per la prima volta nella mia vita, oggi ho visto un film gay. Non una storia d'amore strappalacrime i cui protagonisti devono superare mille difficoltà personali e sociali per stare insieme per poi nemmeno riuscirci (Brokeback Mountain), non la storia di due ragazzi che vogliono andare insieme al ballo della scuola e devono superare i pregiudizi dei benpensanti (forse questo era Dawson's Creek, ma sono sicuro che andrà bene lo stesso..), non la storia di un attivista politico che lotta per la liberazione e l'orgoglio omosessuale (Milk). Questi sono tutti film per eterosessuali, pensati per loro e costruiti per piacere a loro - o per il loro piacere - nonché, probabilmente, scritti da omosessuali, il che inspiegabilmente finisce per rendere il tutto ancora un po' più fasullo... Quello che ho visto oggi, invece, è un film fatto chiaramente da eterosessuali, ma da eterosessuali con le palle, e così ne è uscito, sempre un po' inspiegabilmente, un film gay. Come ho scritto nel titolo, questo è un film che dice vaffanculo: vaffanculo al cliché dei gay nella moda, vaffanculo al non mostrare cazzi nei film, vaffanculo ai cristiani che vorrebbero curare gli omosessuali, vaffanculo a chi pensa che siccome va a caccia e fa a botte lui sì che è un vero uomo, vaffanculo a chi si sente alternativo perché fa gli scambi di coppia ma non ha un minimo di rispetto per quelli che ancora vengono chiamati diversi, vaffanculo a chi fa di tutto per andare – o mandare i propri figli – in tv, vaffanculo a chi pensa che la guerra sia una cosa seria che va trattata con rispetto, e soprattutto vaffanculo a chi si mette le mani nei capelli e piange quando vede due uomini che si baciano, si toccano, si leccano.. insomma, scopano e si amano. Questo film dice, anzi grida vaffanculo, ad ogni scena. E a chi pensasse che gridare ed essere sguaiati è troppo facile, vorrei far notare che sì, è vero, forse è facile gridare, ma dato che oramai sentiamo urlare continuamente e solamente contro i negri, gli extracomunitari, i finocchi... insomma contro tutti quelli che, per un motivo o per l'altro, non piacciono... beh, in mezzo a questa oscenità è bello sentire qualcuno, ogni tanto, che grida, molto forte: VAFFANCULO. E voi andateci, a fare in culo – e godete, se potete.


partire

domenica, luglio 05, 2009

Partire è sempre un po' morire, si sa. Se però, tra le altre cose, la meta del tuo viaggio è un luogo in cui vivi da un po' di tempo, l'arrivo è meno traumatico: riconosci le strade, le persone che incontri, la munnizza che avevi lasciato a casa e che i tuoi co-buciconi non hanno tolto per non provocare alcun effetto di straniamento: anzi, a che c'erano, ne hanno aggiunta un po'. Quando ti svegli la mattina, per esempio, è dolce ritrovare il grido della signora che, con cadenza regolare, a una distanza non meglio precisata, probabilmente da dentro casa sua non troppo distante da qui, intona il suo AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!, o ancora percepire distintamente la suoneria di Arancia Meccanica del telefonino di qualche sadico vicino. Sono cose che alleviano di molto il senso di morte insito nella partenza. Ma non usiamo termini forti: non è un vero senso di morte, è solo un più blando "un po' morire", che mi torna in mente sin da ieri quando, sull'aereo che mi riportava a Parigi, ha trovato l'occasione di essere sbeffeggiato ancora una volta. Non so da quanto non prendiate un volo Ryanair; a me non capitava da un po', l'ho ripreso la settimana scorsa e ho notato una macabra novità. A parte una considerazione generale, che riguarda tutti i voli: nel momento che precede l'atterraggio il capitano comunica all'equipaggio di prendere posizione perché stiamo per toccare terra. Si sa. O forse crediamo di saperlo, perché per quanto mi riguarda io sento qualcosa di indistinto che potrebbe benissimo essere un "CABINCRIÙPORCPUTTSIAMNELLMERD", prima di chiudere la comunicazione e provare a salvare la pelle. Tu comunque non ci puoi fare niente, ti convinci che gli ha detto "ASSITTATVORATTERROMANCFOSSSCHUMACHER", e aspetti guardando fuori dal finestrino e godendoti lo spettacolo. Ma una volta atterrati, tutto apposto, immediatamente dopo l'applauso tipico dei passeggeri (siculi. immediatamente dopo l'applauso tipico dei passeggeri siculi. immediatamente dopo questa splendida usanza che altri popoli meno felici sconoscono), ecco la beffa: subito dopo l'applauso e in seguito a una ragionevole certezza del capitano di riuscire a frenare prima di schiantarsi, ecco che dagli altoparlanti suona trionfante un motivetto: PÀPPAPAPÀAAAAAAAAAAA!
E che mi rappresenta 'stu motivetto? La melodia ha il chiaro senso di un: "fiuuuuuu, anche per questa volta è andata, squillino le trombe". Che sia un modo raffinatissimo di Ryanair per sfotticchiare un po', e nello stesso tempo valorizzare nella percezione dei clienti, l'antico detto da cui abbiamo preso le mosse?