Notizie dall’impero 4. Capita a New York
giovedì, ottobre 23, 2008
Capita a New York che cp femmina in metropolitana non si tenga agli appositi arreggini e se ne voli gaiamente addosso a niuiorchesi orientali sbigottiti.
Capita a New York che segui un convegno di epistemologia storica (e questo, francamente, è strano).
Capita a New York che qualcuno segue un convegno sull’epistemologia storica e poi se ne scappa via, se ne torna nella ventosa Chicago senza aver visto, chessò, Central Park, o il Moma.
Capita a New York che la M&M’s (i cioccolatini colorati, per capirsi) abbiano un megastore di tre piani con tanto di scale mobili, nel mezzo di time square, con tanto di maxischermo gigante fuori che trasmette ininterrottamente le scenette della M&m rossa e della M&m gialla.
Capita a New York che le metropolitane invece non abbiano una cazzo di scala mobile su tutto il territorio urbano.
Capita a New York che qualcuno dica che questa cosa che non ci sono le scale mobili è una forma di biopotere (giuro).
A New York, in effetti, capita di essere l’unico in mezzo a 7 (talvolta 8, se c’è anche quello rasato con l’orecchino; talvolta perfino 9 se c’è pure il finlandese che mi chiama “the loud one”) a non essere foucaultiano.
Capita a New York che gli amici foucaultiani passino una sera a contestare da sinistra il boicottaggio della coca cola, il che mi fa essere di destra anche se faccio una cosa che sembra di sinistra ma che quelli più di sinistra non hanno voglia di fare.
Capita a New York di passare per il ponte di Brooklyn, e poi ripassarci, e poi ancora, e tutte le volte restare sbigottiti e chiedersi se ciascuno di noi ha una buona scusa per sbriciolare la sua vita altrove (e non mi riferisco solo ad Arcavacata di Rende).
Capita a New York di scoprire che Little Italy è solo una strada di Chinatown, in cui di italiano c’è solo un busto di Mussolini (e non di mussolina, come mi vorrebbe far scrivere il computer revisionista) in un negozio di paccottiglia che vende ciddì di cantanti neomelodici con improbabili nomi italiani (Alfio uno, l’altro lo sa ciccì) al cui confronto Gigi d’Alessio sembra Sergio Endrigo.
Capita a New York che un sabato all’ora di pranzo (avendo sapientemente bigiato il convegno) sei l’unico bianco in mezzo ai compagni black panther di Harlem, con il tipo sullo sgabello che incita i neri alla rivoluzione contro il potere tirannico bianco (tirannico? Io?), e con gli altri che fanno la break dance in mezzo a milioni di persone, e con quello che ti sorride e ti chiede “Do you wanna meet Jesus?” (Testa bassa e “Ai no spik inglisc”, naturalmente, non capendo se si trattasse di un invito o di una minaccia).
Capita a New York che torni ad Harlem con Sisì un sabato sera, nella stessa strada, e ci sono più bianchi che afroamericani, e i pochi che ci sono ti vendono una maglietta di Obama e una spalletta con scritto “save Harlem” chiamandoti “Sir”.
Capita a New York che incontri Woody Allen (ma questo non è capitato a noi, purtroppo).
Capita a New York che costringi l’amicocò (e che resta un po’ in apprensione per la paura che gli rubino le scarpe nuove che ha indosso) a fare un giro per il Bronx, ed è bellissimo, una periferia piena di vita e di portoricani.
Capita a New York che una sera vai a vedere un concerto di Jazz avanguardistico, e che nell’intervallo hai l’onore impareggiabile di stringere la mano ad uno dei più grandi jazzisti viventi (George Lewis, credo si chiami), un omone nero enorme e simpaticissimo.
Capita a New York che alla fine del concerto Jazz d’avanguardia ti rendi conto che ti ha dato piacere quanto andare a cavallo senza sella (per noi maschietti). Come un film di Straub, insomma.
Capita a New York che invece ai foucaultiani il concerto sia piaciuto moltissimissimo, meglio di una scopata, pura vida (nota polemica ma in realtà invidiosa. Ma anche polemica).
Capita a New York che Von Trotta ti trascini al museo dell’emigrazione, dove riesce perfino a ritrovare il nome e la data di arrivo di un suo parente emigrato.
Capita che a Von trotta la dolcezza per il parente ritrovato dura un paio di minuti, dopo i quali, davanti a un Hot Dog, ricomincia a prendersela con gli Yankee, che si autocelebrano per aver dato lavoro a noialtri, che però se non c’eravamo noi…
Capita a New York che i rutti di cp maschio siano veramente una cosa di cui la natura dovrebbe vergognarsi.
Capita a New York che esci per farti una serata nel quartiere figo di Williamsburg, ma dopo cinque minuti Sisì scopre un ristorante sardo e si commuove; entrate a mangiare e lui ti racconta tutta la sua genealogia familiare con le lacrime agli occhi, e poi ti spiega (ti prova a spiegare, che se non sei di Oristano mica puoi capire davvero) la Sartiglia, e il ruolo di Su Compoidori (speriamo di non aver fatto errori di ortografia). Quindi nell’entusiasmo ordina una bottiglia di Cannonau che da sola risolleverebbe gli Usa dalla crisi, e cibo per sedici.
Capita a New York (ma questo non l’ho visto con i miei occhi, ma lo racconta Sylvia K) che a Greenwich in un locale c’è un bagno in cui i separè tra un cesso e l’altro sono trasparenti; ma la curiosità-imbarazzo dura solo finchè non ti ci chiudi dentro, perché allora i vetri cominciano a oscurarsi.
Capita a New York di andare a vedere una tavola rotonda sulla sessualità, cui partecipa anche il nostro professore americano preferito; c’è anche una dominatrice professionista, una tipetta un po’ scialba, molto borghese e molto intimidita, che però se le dai 500 euri ti caca in faccia o ti frusta.
Capita a New York che Sisì ti porti a fare il giro dei luoghi cult di Gossip Girl, raccontandoti nel frattempo il primo appuntamento tra Serena Van Der Woodsen e Dan Humphey (lei ricca upper east sider, e lui relativamente povero ma brillante brooklynense: una storia da togliere il fiato).
Capita a New York che una tipa di nome Vincenza Samaritano ti ferma in metro per raccontarti che suo padre è siculo, ed è lui ad averla castigata con quel nome, e poi, nel mezzo del discorso capisca (troppo tardi) che era la sua fermata e cerchi di suicidarsi tra le porte che si chiudono; e ce la farebbe pure, se un tipo non la salvasse dalla morsa.
Capita a New York di bere un “Just Jack” (o un “JJ”, per noi uomini di certe frequentazioni), ovvero un Jack Daniels liscio, appollaiati una domenica notte ad un bancone di legno di un bar di Chelsea (il quartiere finocchio dove alloggiamo), con tanto di Juke box, parlando con quel figo che parlava al convegno (e che poi è l’unico dei due che si beve davvero il JJ), mentre ciccì racconta a Pavanti vita, opere e miracoli di Britney Spears, di cui ha appena messo un paio di singoli sul giùbocs.
A New York capita che mangi tre giorni di seguito al Burger King, ma siccome non sei fucoltiano, non bevi coca cola, che invece aiuterebbe a digerire.
A New York capita che questo abbia come conseguenza indesiderata la quasi morte del sottoscritto che vomita a ripetizione e si congestiona proprio la notte prima di partire (col pullman, un ventinaio di ore di viaggio), e non riesce a muoversi dal letto, nonostante le attente cure somministrategli da Sisì in versione infermiera.
Ma forse è stato meglio così. Era l’unico modo per partire senza troppi rimpianti dalla mela che ci lasciavamo alle spalle.
Comments
21 Responses to “Notizie dall’impero 4. Capita a New York”
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splendido post gaberiano
22/10/08, 10:24commovente...
22/10/08, 13:32500 euri in meno, una ricercatrice sadomaso con una frusta in un ristorante sardo in cui qualcuno si ostina ad ordinare un JJ ma hanno solo mirto, che almeno profuma rutti contro natura catapultati verso l'infinito dal ponte di brooklyn. Un cheeseburger e un conato di cheese sulle scarpe nuove di sisì, che nessuno ruberà più, neanche nel Bronx. Poi due pasticche di M&M's prima di andare a dormire, somministrate da un infermiere sardo, stratega del biopotere, e di notte un incubo, un film di straub con sottofondo jazz....
22/10/08, 13:58tutto bene, insomma!
io lo so che non è casuale... cioè non lo so ma lo immagino... ma proprio per offrire il fianco al ferari (ilfi alfe) chiedo, finto tonto: "e perchè notizie dall'impero 4???? e dov'è notizie dall'impero 3????"
22/10/08, 15:42me ne accorgo, io, di 'ste cose...
mamamiacosanonfareiailfe...
22/10/08, 16:03In effetti a niu iò succedono tante cose... quello che non capisco è come sia potuto succedere che la foto meravigliosa da me fatta di notte al ponte di brucli sia potuta finire su questo post... Insomma (e riassumo così anche il senso del post): a niu iò succedono cose che proprio non riesci a spiegarti!
22/10/08, 18:50Chiarisco. Il post numero 3 esiste, come ben sa amicoin, che poi si mette a fare lo scerlcòlms, ma dopo averlo scritto era apparso il geniale "La sorella eterozigote", che non poteva essere subito tolto alla lettura dei rigattieri, data anche la ridda di commenti. poi siamo partiti, e il post è rimasto a Chicago, divenendo però vieppiù vetusto. E quello su niù Iò impelleva. Ma mica lo potevo chiamare "numero tre", se quello già esisteva, anche se non era pubblico.
22/10/08, 19:52O no?
io mi sono sgarrupata dalle risate, mentre k cercava di studiare e mi odiava perché ogni 2 secondi strunfiavo per non ridere facendo più casino che se avessi riso...
23/10/08, 01:12insomma...anche queste cose capitano!
"chiedersi se ciascuno di noi ha una buona scusa per sbriciolare la sua vita altrove"
23/10/08, 04:38quanta verità in queste parole.
ps
che bella niu iò..
23/10/08, 09:33succedono cose veramente encre,
ora grazie a voi mi sono rotto i coglioni di parigi
e voglio venire nella bigappol.
cmq ferarino, certo che tu sei proprio di sinistra:
non bevi cocacola mangiando al burgherching,
tu sì che contesti il sistema.
ehi!
23/10/08, 11:05ma cos'è 'sta novità rivoluzionaria del commento subito pronto???
chi è stato??
anyway, queste son quisquilie..forse...
ma dico io: come sarebbe che il terzo atto della commedia è stato surclassato da delùs?
ora, vabbene: delùs sarà pure delùs..ma questi vanno nel cuore dell'impero a cercare di destabilizzarlo dall'interno con rutti e diarree e noi che facciamo??
ci occupiamo di fauna locale??
ma dov'è il nostro spirito pionieristico??
e i pilgrim fathers?
e phoenix su marte?
e ambrogio fogar????
e il suo cane armaduk???????????
Si impone una precisazione sul boicottaggio della coca cola. é sacrosanto, punto e basta. Ha senso da un punto di vista politico (non è colpa mia se l'unico potere che ho è quello di quei quattro spiccioli che ho in tasca), sia (dadà) etico: se vostro padre-madre-sorella-vari-eventuali lavorassero in un negozio, mettiamo, in cui il padrone li maltratta, chessò non li paga, li picchia, li fa lavorare 20 ore il giorno, li molesta in tutti i modi ecc, nessuno di voi andrebbe più a comprare in quel negozio, per non dare soldi a quel porco. (non so, forse lo faccio solo io; cioè io lo faccio di più, forse; se qualcuno i un negozio mi risponde male lo punisco con un boicottaggio, almeno pro tempore).
26/10/08, 18:13é inutile quindi che i rivoluzionari della domenica si lavino la coscienza accusandolo di essere un fioretto religioso destrorso (si spiegherebbe anche male perchè un fioretto nasca dalla morte di Carlo Giuliani; verissimo, non ero a Genova, anzi ero in vacanza, ma a me Genova mi ha cambiato la vita, in qualche modo, a voi?).
è inutile anche la facile ironia reazionaria, à la bettì, in cui chi non fa nulla accusa chi fa poco di non fare abbastanza.
Quindi, contestate pure, ma fatelo con un po' più di ragioni.
Ilfechesièrottolepalledipassareperscemoperchèfailboicottaggioecheperdipiùnonriesceneanchepiùacommentareconnome
Feri, Feri, ci sono un po' di imprecisioni nel tuo racconto sui bagni trasparenti (si vede che non fosti testimone oculare): 1) Soho e non Greenwich 2) Le porte erano trasparenti non i separé tra un bagno e l'altro (riconosco però che la tua versione è molto più suggestiva, crea l'effetto di una simpatica koiné di cacatori..). Vabbé dai ti perdono perché mi hai fatto ridere tantissimo! Sylvia K
26/10/08, 18:28Io, in biblioteca, DI DOMENICA, aspetto da due ore l'arrivo di cp femmina e di Ilfechesièrottolepalledipassareperscemoperchèfailboicottaggioecheperdipiùnonriesceneanchepiùacommentareconnome, i quali promettono di manifestarsi al più presto, ma non lo fanno.
26/10/08, 22:05Siamo proprio dall'altra parte del mondo...
Sisìchenonriesceneancheluiafirmarsi
ma com'è che dall'altra parte della terra non riuscite a firmarvi?
26/10/08, 22:47ma come com'è?
27/10/08, 10:15è il boicottaggio della cocacola.
Se non sei un TM non conti un cazzo.
E ti costringono all'anonimato.
Tu però ilfe potresti trademarkare, anziché la cocacola, la caccacola...sovverti il sistema dal profondo!
mih come te la prendi amicofe,
27/10/08, 21:42si fa pè ride,
ono?
io ti ammiro per il tuo boicottaggio,
penso che sia veramente encre
boicottare la caccacola perchè è troppo buona
sarà politicamente giusto, è vero tutto queelo che vuoi
ma è buona, proprio buona
così buona che non mi viene in mente niente di più buono.
quindi perdonami se sono debbole e un ce la fò
e poi pensa ad una bella pizza con la caccacola..come fai a mangiare una pizza senza caccacola..??
pensa al gusto ineguagliabile della caccacola nelle bottiglie di vetro, perchè solo i veri intenditori sanno che la caccacola migliore è quella nel vetro: perde in frizzantume ma guadagna in gusto..paradisiaca
come si fa senza?
hai ragione darietto, ma è difficile essere di sinistra:capisco che non possono lottare contro la sprait, che tanto non se la caca già nessuno, ma almeno potevano avercela con la fanta..e invece no, per forza la caccacola, per forza la più buona..
e allora vaffanculo.
e quindi anche se il capo della caccacola fosse il più grande sfruttatore del mondo, non meriterebbe comunque un pò di apprezzamento e considerazione per aver inventato una cosa così buona..??
cosa ne penserebbe il tuo amico nezchi..??
epoi darietto devi ammettere che è proprio comica la scena del contestatore della caccacola che mangia al burgherching..
solo comica, nulla più..
non volevo essere più contestatore di te, anche perchè ame il burghe mi piace assai
è molto meglio di meccdonall..
anzi io contesto meccdonall andando al burghe..
cmq darietto io ti voglio bene,
dai non ce la avere con me
anch'io, amicobettì, ti voglio bene. E anch'io so che non esiste niente di più buono di una cocacola nella bottiglia di vetro, lo so bene (certo, con la pizza no, con la pizza ci vuole la bira, ma dalla colazione in poi, va sempre bene, ed è la più buona di tutte). Io amicobettì, gli avrei dato il nobel, a quel tipo che (ormai purtroppo è morto, non è lui, il male) ad atlanta cercava di fare una pozione contro il mal di testa e ha prodotto il nettare degli dei.
28/10/08, 03:29Ti dirò di più, se fossi milionario gli direi alla cocacola "quanto ti costerebbe in più fare la brava? non ammazzare gli operai in colombia, lasciar perdere i gruppi paramilitari, dare ai lavoratori un po' di copertura sindacale... quanto ti costa in più? Diecimila?" e gli darei senz'altro diecimila milioni per poter sentirmi in pace e ribere la divina. ma non posso, e mi fa incazzare, e quindi niente.
non la bevo.
ilfechefalapaceconbettimachenoncihamaifattolaguerra
amicoferi...io e silvia k abbiamo in serbo una sorpresa per te...
29/10/08, 14:13von trotta devastata dal jet leg
SORPRESA!
29/10/08, 18:08SORPRESA!
SORPRESA!
che meraviglia! mi piacciono abbuso le sorprese! basta che sia una sorpresa positiva, però. non, chessò, la testa di mimà in una scatola da scarpe, o un numero di playboy con cp maschio nudo nel paginone centrale (nel caso, comunque, meglio la prima, sono certo che mimà capirà).
01/11/08, 02:34Ma non se ne può sapere nulla? Un mese e mezzo ad aspettare la sorpresa è lungo...
ilfechenipiacerebbeavereunindizio
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