Rivelazioni e notturne bufere

mercoledì, gennaio 25, 2006


... e subito dopo lasciammo il teatro.
Salii sulla sua macchina, silenziosissima decappottabile nera, e ci avviammo fuori dal centro, oltre la ferrovia, su per quell'incongruo, anonimo ammasso di nuovi condomini che è bari ovest.
C'era silenzio in macchina; ancora dovevo capacitarmi della sua presenza, di chi fosse "lei" e fino a che punto fosse a conoscenza del "piano".
Per un attimo provai un moto di rabbia per me stesso: e se stessi cadendo per caso in un agguato? solo per la leggerezza di seguire immediatamente un bel paio di gambe...
Ma era un rischio che valeva la pena correre.
Scendemmo in un bar anonimo, disperso in quella periferia tutta irrimediabilmente identica, spazzata da un vento gelido: si chiamava "L'incontro", e lì finalmente si parlò...



la vita fugge e non s'arresta un'ora...



Per lei un black russian, un whisky per il sottoscritto.
Iniziò a rispondere alle mie domande, chissà perchè poi. Senza accennare nulla di sè; e nemmeno m'azzardai a domandarle de' suoi maggiori.
- Il nostro arrivo ha infastidito le famiglie?-
Era questo che tentavo da giorni di capire: se per caso i nostri disegni editorial-imperialistici potessero esser stati interpretati come una mancanza di rispetto..
La sua risposta fu una mezza delusione: no, la gente di bari non c'entrava nulla, il mio aggressore proveniva dall'esterno; agiva per conto di un terzo uomo.
E questa intrusione non era andata giù a quelli dei pressi di S. Nicola, no, per niente...
Lei era stata mandata per scoprire chi..
Bene.
Era arrivato il momento di sfruttare la dolce inviata per lanciare un messaggio chiaro:
- Chi sta dietro di me, chi sta preparando un nuovo avvento, coloro che si nominano Maledetti,

non intendono subire battute di arresto, non possono essere fermati, men che meno minacciati. Il piano non si può fermare, è già eraclitamente in atto, in movimento perenne..
Un brivido di paura pervase, per un solo istante, i suoi occhi verdi...
Le domandai dei serpenti; Lei rispose:
- I serpenti sono guidati da un maestro, sono sotto la sua influenza..
- Di chi stai parlando?
- Noi non lo sappiamo ancora. Conosciamo solo il nome con cui si fa chiamare..
- Sarebbe?
- Beda il Venerabile.

Riguadagnammo l'esterno. Un'altra corsa ci condusse in pochi, rombanti minuti alle spalle dei resti mortali del teatro Petruzzelli..
Lì c'era il mio nuovo rifugio, un appartamento sfitto che si affacciava sul corso, piccolo, freddo, ma molto discreto.
Lei mi chiese quando ci saremmo rivisti di nuovo.
- Quando vuoi. Tanto sai come trovarmi - risposi.
Una neve irreale cominciò a scendere.

La macchina si allontanò verso il mare.

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