Infinite jest
Io volevo dire anche qualcosa sulla querelle di cui ai post precedenti di questo blog, quindi alla fine sto partorendo una cosa strana e sbilenca ma tant'è.
Sgomberiamo subito il campo da equivoci: jest non ha niente a che fare con il gesto. Significa scherzo, burla, presa in giro, battuta, spiritosaggine. Ma questo non è un libro comico.
Premesse:
Materiali utili alla lettura: un blocco per gli appunti; tanta memoria; una certa quantità di tempo libero.
Consigli:
Le note vanno lette tutte. È consigliabile leggere la nota 304 la prima volta che compare l'indicazione “v. nota 304”. Ma potete anche aspettare che compaia il richiamo apposito.
Fate un breve profilo per ogni personaggio e nome che viene fuori, oppure almeno segnatevi a che pagina viene citato, oppure in quali pagine se ne racconta la vita.
Vi serviranno almeno 5 segnalibri: uno fisso sulla cronologia, uno fisso sulla filmografia di James O. Incandenza (nota 24), uno fisso sulle note e uno alla pagina in cui siete. Il quinto per tornare indietro.
Contenziosi: se riuscite a leggere il libro in meno di 30 giorni, potete restituirlo a Einaudi e, in effetti, dovreste farlo, vista la qualità. Ma DFW non ne ha colpa, sia chiaro. Né ne ha colpa il tris Nesi-Villoresi-Giua che l'ha tradotto [applauso]. Ora, Einaudi ha acquistato (?) il libro da Fandango. Ok, non funziona proprio così. È da un pezzo che non si capisce chi è che in Italia pubblica DFW. Prima Fandango, poi minimum fax, poi arriva Einaudi e fa un casino della madonna.
Permettetemi di fare polemica e rinvangare il recente passato: Einaudi ci lucra. E non me ne frega niente del fatto che “no, sì appartiene alla Mondadori ma no, alla fine è autonoma”. Niente. Einaudi lucra di brutto. Perché non puoi acquistare il libro da Fandango e pubblicarlo tale e quale. Anzi peggio. Il refuso, signora mia, il refuso. Io non ce l'ho col refuso, poverino, e neppure con Fandango. Però, caro Editore
a) se me lo ripubblichi – e mi fai anche 9 ristampe in 5 anni – sarebbe carino tu lo dessi a uno straccio di correttore di bozze. Un errore – mediamente – ogni 3 pagine è troppo. Un numero di nota sbagliato (e quale!) è insopportabile. Anzi è proprio da stronzi.
b) lo so, il lavoro costa. Anche il libro: 27 euro. Tesoro, Luigi, sono milletrecento pagine. Che fa, magari me lo rileghi? Te lo pago anche 29, tranquillo. Ma cazzo, incollato no... è da stronzi.
c) lo so, la carta costa. Ma Luigi, tesoro, sono milletrecento pagine. Francamente, risparmiare 120 pagine stampando le note in corpo 10 e le sotto-note in corpo 8 – costringendomi all'uso della lente d'ingrandimento – è al limite dell'accordo sottobanco con i medici oculisti e gli ottici. Insomma, se me ne stampavi millequattrocento e mi correggevi gli errori, te lo pagavo anche 30 euro. Fatto 27... faccio anche 30. Tanto, mica lo fotocopio. E poi ci fai una barca di soldi lo stesso. Infatti Fandango lo vendeva per meno di 25 euro. Che stronzata.
Il succo è che Fandango ha fatto una grande operazione culturale perché, signore e signori, siamo di fronte a una delle Cose Più Belle Mai Scritte. La partita di Eschaton a pagina trecento e rotti è, senza alcun ragionevole dubbio, La Cosa Più Bella Mai Scritta.
In breve:
L'azione si svolge prevalentemente nell'Anno del Pannolone per Adulti Depend, o APAD. Gran parte dei fatti narrati hanno luogo nel novembre APAD, anche se scene rilevanti si svolgono tra il 30 aprile e il 1 maggio APAD.
In sintesi, il libro narra di come gli AFR, un gruppo di spietati assassini su sedia a rotelle (v. nota 304) del Québec attenta all'Organizzazione delle Nazioni dell'America del Nord (Onan) cercando di far circolare un film clandestino che stermini gli statunitensi. Il film è, ovviamente, Infinite Jest.
Il finale del libro è scritto a pagina 20, ma non si nota ed è, invero, assai discreto. La cosa può essere intuita, in effetti, perché i fatti delle prime pagine si svolgono nell'Anno di Glad [no, non l'anno dei felici, proprio l'anno del deodorante per interni Glad, quello di un soffio di Glad], che corre dopo l'APAD.
Giusto per fare capire al Capo quanto è importante questo libro, diciamo che è in grado di sciogliere il suo personalissimo nodo gordiano sull'ironia, dal momento che restituisce a questa figura retorica tutto quello che la risata le ha scippato. [Capo, qui mi linki il
post sulla tua lettera a Repubblica, grazie]. È altresì delittuoso che tutti 'sti qui che si riempiono la bocca di cinema e filosofia non l'abbiano letto.
Fondamentalmente il testo si caratterizza per una serie di cose scritte troppo divinamente e cortesemente giustapposte, con intuizioni che esibiscono genialità in vario grado (dalla banale ovvietà alla compulsione fino all'estasi) e modi scribendi rather impressive, da tuttotondi psicologici dostoevskiani a scimmie tondelliane (che non sai se è stato il Nesi o Wallace a metterci Tondelli) a giocatori di rugby che si innamorano di agenti segreti en travesti manco fosse il primo Austin Powers (per una lettura queer di Austin Powers si veda Judith Halberstam, In a Queer Time and Place, cap. 6, pp. 125-151, New York University Press, New York 2005). Il tutto mentre DFW fa un'articolata disamina delle dipendenze da sostanze e visioni e martella il lettore con l'idea ossessiva e sua personale e complicata fissazione che il cliché e l'ovvio esprimono, mediante lavorìo da tortura della goccia, una grande e terribile verità (cfr. Questa è l'acqua, del Nostro, 2005) assediata da cose che vi dovrebbero fare sbellicare dalle risate ma che in realtà siccome DFW dimostra che questa sua idea in fondo può essere vera allora non vi fanno ridere proprio per niente perché annichiliti da cotanta grandiosità e terribilità.
Inoltre:
Dopo questo libro, anche le forme più alte di fantascienza sono da considerarsi completamente superate sotto ogni punto di vista (fra l'altro la parte sulle dipendenza sembra la riscrittura di Un oscuro scrutare, mentre le “cartucce” al posto dei DVD o del Blu-ray risultano decisamente steampunk).
Da qualche parte esiste una linea che collega direttamente il minimalismo di Carver con il massimalismo radicale e metodico di DFW. Ma questo è solo un sospetto e la mia tariffa come investigatore prevede una diaria di 100 euro.
Oltre ad aiutare e incrementare le competenze linguistiche, il testo è una grande palestra di logica e memoria. E vi fa sudare meno sangue e sentire meno scemi che un Calasso.
Prende sia di pancia che di testa. Anche quando avete i canali empatici occlusi come me. E li stura anche un po', vi dirò.
cc
si-culo
(quest'ultima immagine è un'aggiunta di molto posteriore - dicembre 2011 -, ed è Fritz Lang dal set di Metropolis).