epoche che verranno ricordate per la ricezione continua di mail come queste

venerdì, luglio 10, 2015


Buongiorno,

Scrivo per informarla di una nuova possibilità lavorativa.

Se anche Lei non ce la fa più dei soliti lavori per pochi euro mensili, sono qui
apposta per raccontarle la mia esperienza e aiutarla informandola di questa
possibilità sorprendente, così come è stato fatto con me.

Fino a pochi mesi fa, lavoravo come impiegato presso un'azienda del settore
tessile. E come molti italiani, facevo molta fatica ad arrivare a fine mese,
pagare le tasse del mutuo, le rate della macchina, l'IMU, l'asilo per i bimbi…
e ahimè, vacanze e divertimenti erano ormai diventati un sogno nel cassetto.
Poi, un mio amico mi ha mostrato come guadagnare e avere uno stipendio
extra, dedicando a questa seconda attività solo qualche ora del mio tempo libero!

Essendo molto titubante e, non avendo molti soldi a disposizione,
sono partito con un investimento iniziale di appena 200€….
e ora, a distanza di 
2 mesi e mezzo, quei 200€ sono diventati 14.456€!


Finalmente riesco a coprire tutte le spese, godermi la vita e riuscire persino
a mettere da parte dei soldi per il futuro dei miei figli!

Se vuole saperne di più, clicchi sul seguente 
link, così avrà tutte le istruzioni
su come fare.
In bocca al lupo!

meditazioni notturne su spesa e diritti dei lavoratori

mercoledì, luglio 08, 2015


Pisa, 2001.

Ricordo nitidamente l’indignazione con cui la mia coinquilina toscana apprese la notizia dell’apertura domenicale della COOP sotto casa. Quella che a me, migrante siculo appena sbarcato nel continente, pareva essere essenzialmente una comodità, a lei sembrava ledere i diritti basilari del lavoratore, che aveva sacrosanto diritto al riposo domenicale. Ricordo che mi colpì molto la veemenza dell’argomentazione, e la profonda incazzatura provocata da un fatto per me neutro. Mi dissi con aria grave e compresa quanto profondamente il comunismo avesse inciso nelle coscienze dei cittadini toscani e notai con rammarico quanto fossi indietro io. Poi andai a fare la spesa, credo con senso di colpa. 


Palermo, 2015. 

L’apertura notturna h24 del supermercato sotto casa è per me motivo di vanto con la mia fidanzata toscana. “Solo a Londra negli anni Novanta ho visto cose così civili” (appena ho una minima possibilità ne approfitto per bullarmi di questa terra apparentemente periferica eppure evidentemente così in linea con le più avanzate esperienze europee). (A chi serva andare a fare la spesa alle 3 di notte resta una questione che preferisco non pormi). Ad ogni modo: questa sera sperimento finalmente l’apertura notturna. È quasi mezzanotte, fa un caldo bestiale. L’aria condizionata evidentemente non funziona. Un cliente lo fa notare alla cassiera, prendendo a cuore la causa di quei lavoratori costretti nella notte della calura sicula a lavorare in condizioni non degne. “Dovete avvisare l’ufficio di medicina del lavoro!”, dice lui. Appena se ne va, la cassiera commenta risentita coi suoi colleghi: “ci manca solo che questo qua ci fa chiudere e ce ne andiamo tutti a casa. Diceva mia nonna: io munnu cipudde e tu chianci. Ma perché non si fa i fatti suoi?”. Quando le chiedo se va bene l’apertura notturna, mi dice con sollievo che sì, viene molta gente, per fortuna.

[Chi volesse potrebbe leggere in questo breve apologo un confronto tra due parti del belpaese. Altri potrebbero paragonare l’Italia pre-crisi a quella della crisi. Per quanto mi riguarda ho comprato pizze surgelate, sofficini, ketchup, marmellata di more. E carta igienica, che non si sa mai].