NRL XI - Stoner

domenica, settembre 28, 2014



Come sempre, se questa fosse una rubrica letteraria seria, bisognerebbe parlare di questo libro in altri termini. (Ad esempio facendo riferimento alla sua storia editoriale di libro scomparso, riapparso, divenuto un caso, letto, riletto e divenuto un cult, oppure ricordando che l'ha letto anche Buffon). Quello che invece mi sembra stupefacente, e raro, è il fatto di essere arrivato a questo libro quasi per caso – e di aver subodorato che altri rigattieri lo avevano letto, ma non mi avevano detto niente. Non stiamo certo parlando del nuovo Dostoevskij. Ma non mi pare nemmeno secondario il fatto che la vita dimessa di William Stoner abbia il potere di vincere tutte le sirene della contemporaneità che fagocitano la tua attenzione e riesca a ridarti il senso di che cos’è l’immersione in un romanzo. La voglia di leggerlo di continuo, anche camminando per strada. Non mi accadeva da tempo, dunque volevo dirvelo, e invitarvi a leggerlo. Volevo dirvi anche, per non tenere un discorso fino in fondo, che il libro è tradotto (molto bene) da Stefano Tummolini, che conoscevo come regista cinematografico; e che a pagina 257 c’è un errore bizzarro: i curatori dell’antologia Loomis e Willard passano per essere i suoi editori (evidente anglicismo di distrazione). Volevo anche dirvi che per uno di quegli strani casi della vita proprio ieri, prima di finire il libro, ho rivisto Il vangelo secondo Matteo; che ho pensato che non avevo mai fatto caso allo straordinario uso che Pasolini fa di alcune musiche in molte parti del film; che una di queste musiche si chiama Sometimes I Feel Like a Motherless Child (ed è molto famosa); e che proprio questa canzone in qualche modo farebbe da perfetta colonna sonora anche alla lettura di Stoner di John Williams. 

p.s.: se qualcuno si illudeva che questo blog fosse morto, trallallero trallallà.