Il capo è morto, viva il capo!

martedì, maggio 30, 2006

Meno male che anche in tempi duri c'è sempre qualcuno che ti vuole bene...grazie ragazzi





COMING BACK SOON
Le Chef

Povero Greg... ma dove mi trovo?

Da Repubblica online:



AMSTERDAM - Nasce oggi in Olanda il primo partito dichiaratamente pedofilo: si chiamerà Nvd ("Amore del prossimo, libertà e diversità") e ha tra i suoi obiettivi la liberalizzazione della pornografia infantile e i rapporti sessuali fra adulti e bambini.

"Educare i bambini significa anche abituarli al sesso.
Proibire rende i bambini ancora più curiosi", ha dichiarato Ad van den Berg, 62 anni, fondatore del partito, al quotidiano olandese Algemeen Dagblad. "Vogliamo trasformare la pedofilia un argomento di dibattito", ha aggiunto van den Berg, secondo cui l'immagine dei pedofili è stata infangata dallo scandalo del pluriomicida di bambine Dutroux.

Non c'è però soltanto la pornografia infantile nel programma di Nvd, che propone la soppressione del Senato, della funzione di primo ministro, la legalizzazione di tutte le droghe, leggere e pesanti, e l'ergastolo per gli omicidi recidivi. E ancora, sì al sesso con gli animali, no ai maltrattamenti e la possibilità di viaggiare sempre gratis in treno per l'intera popolazione.

Il partito, sul suo sito internet, afferma che chiunque abbia compiuto 16 anni dovrebbe poter interpretare film porno e che la maggiore età sessuale dovrebbe essere abbassata a 12 anni. "Daremo una svegliata all'Aja!", è l'eloquente slogan che compare sul sito.

"Ci hanno zittiti", ha rincarato la dose l'esponente di Carità, Libertà e Diversità. "Il solo modo di farci sentire è attraverso il Parlamento", che appunto ha sede all'Aja, la città da "svegliare". Secondo la Nvd, il possesso di materiale pedo-pornografico non dovrebbe più essere assoggettato ad alcuna sanzione, anche se i suoi dirigenti concedono che il relativo smercio dovrebbe continuare a essere proibito.

Quando alla diffusione dei film porno, in televisione essi dovrebbero potersi vedere liberamente persino durante il giorno; soltanto quelli di contenuto violento andrebbero confinati nella fascia tardo-serale. L'educazione sessuale dovrebbe diventare materia scolastica d'insegnamento anche per i bambini più piccoli; una volta sedicenni, inoltre, tutti dovrebbero poter recitare nelle pellicole pornografiche o addirittura prostituirsi. Infine, assoluta libertà di circolare nudi in pubblico, ovunque e di chiunque si tratti.

Ritaexpress arrivò (?)

venerdì, maggio 26, 2006



Cerco l'estate tutto l'anno
e all'improvviso eccola qua...
lei è partita per le spiaggie
e sono solo quassù in città,
sento fischiare sopra i tetti
un aeroplano che se ne va.

Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo
per me,
mi accorgo di non avere più risorse senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri,
dei miei pensieri all'incontrario va.

saluti dagli zii d'america

mercoledì, maggio 24, 2006

Un Articolo per i mistici pisani

lunedì, maggio 22, 2006

Lo svelamento svelato
di Umberto Eco
(corsivi e eventuali commenti di Greg)


Il clima New Age e la fame di mistero che si è sostituita al crollo delle ideologie e delle utopie secolari spiegano il successo del 'Codice' fasullo. A Milano è stata organizzata nel Castello Sforzesco una mostra dedicata al Codice Trivulziano e ad altri cimeli di Leonardo da Vinci. È stato realizzato naturalmente anche un bel catalogo Electa ma, ciò che mi pare più interessante ancora da un punto di vista della diffusione della cultura, allo stesso argomento è stata dedicata l'esposizione fotografica permanente di via Dante.

Per chi non è di Milano, ricordo che da un po' di tempo lungo questa via ormai pedonale vengono esposti grandi pannelli fotografici, illuminati dal retro, dedicati volta per volta a un determinato argomento di varia enciclopedia (visioni della terra, usi e costumi asiatici e così via) con didascalie e altri riferimenti esplicativi. Le foto sono tutte di grande qualità e l'esposizione così ricca che anche chi, come me, ha occasione di percorrere questa via molto di frequente, ogni volta scopre sempre qualcosa di nuovo. Che ora l'esposizione riguardi l'opera di Leonardo mi pare molto bello, e dovrei sentirmi (come cittadino e utente della strada) molto contento.

Salvo che, evidentemente per attirare l'attenzione del pubblico, l'esposizione si intitola 'Il Codice Svelato'. Non occorre essere molto acuti per capire che, visto che si tratta di un'iniziativa volta a far conoscere meglio il Codice Trivulziano, il titolo sarebbe appropriato; ma non occorre essere necessariamente stupidi per fare immediatamente un'altra connessione e fiutare un'allusione al 'Codice da Vinci' di Dan Brown, libro, film, e annessi e connessi scandali e polemiche.

Io capisco che un fabbricante di mutande a scacchi, se improvvisamente scoppiasse un caso qualsiasi su presunte mutande a scacchi di Brad Pitt, farebbe benissimo a legare il nome della propria marca al caso in questione (per esempio lanciando lo slogan 'per un inguine allo stato Brad'), perché gli affari sono affari. Ma che si debba fare la stessa operazione e usare Dan Brown per 'lanciare' Leonardo (quando almeno Dan Brown aveva fatto con molta modestia l'operazione inversa, e cioè aveva usato Leonardo per lanciare se stesso) mi pare abbastanza sconfortante.


D'altra parte è quello che avviene dappertutto: al Louvre non riescono più a tenere lontani i visitatori che vogliono vedere la Gioconda, e non basta che, come è già stato notato, il cortocircuito sia bizzarro, poiché il libro di Brown parla di un enigma da decifrare guardando il Cenacolo e non Monna Lisa. È ovvio che è più remunerativo andare a vedere la Gioconda che non il Cenacolo, perché poi da Parigi si fa un salto alla Disneyland francese.

Non credo neppure ci sia da chiedersi perché un libro di successo debba spingere la gente a compiere faticosi viaggi di scoperta (mentre per 'Via col vento' nessuno era andato a cercare Tara, e dopotutto pochissimi vanno a vedere quel ramo del lago di Como): tutti ricorderanno che alcuni anni fa si era scoperto che il Mulino Bianco, che appariva su una marca di biscotti, esisteva davvero (ovvero i pubblicitari per poterlo fotografare avevano ridipinto un vecchio mulino di cui non importava più niente a nessuno), e torme di signori in canottiera alla domenica conducevano con la loro utilitaria i figlioli a vedere il Mulino (senza chiedersi se l'oggetto in pietra fosse l'originale dell'immagine dei biscotti o se non fosse l'immagine dei biscotti il vero originale di quella falsa reliquia).

D'altra parte mi dicono che ora la gente alla domenica va sui luoghi dove è stato ammazzato il piccolo Tommaso e dunque che si vada a vedere la Gioconda è ancora niente. La gente è fatta così, altrimenti alle elezioni Berlusconi avrebbe avuto meno voti di quelli che ha avuto.

Tuttavia - visto che anche persone dagli interessi culturali onesti e insospettabili hanno dovuto far ricorso al disvelamento di un Codice fasullo per poter contrabbandare materiale leonardesco autentico e di prima qualità - qualcuno (che ancora ha fiducia nel genere umano) potrebbe continuare ad arrovellarsi per capire perché le folle di tutto il mondo si siano appassionate non tanto a un romanzo (che in sé non è né più bello né più brutto di tanti altri) quanto alla presunta rivelazione mistica (o antimistica) che faceva baluginare.

E adesso vi beccate un normalista...

mercoledì, maggio 17, 2006

Dall'Unità all'Università - parapapà - arriva il seboso Mussi, also known as il bisunto dal signore. Tiè!

La legge di Charlie...

lunedì, maggio 15, 2006




Dopo secoli di silenzio Licurgo, il leggendario legislatore di Sparta, richiamato dall'anarchia domestica di Viarigattieri, risalendo l'Arno, attraccò al ponte più vecchio della città. Lì approdò e si diresse verso la nostra tana, seguendo l'odore di carne marcia, che da Viarigattieri si diffonde in lungo e in largo per il borgo antico. Impiegò settimane per salire la lunga scalinata che portava al Sanctum Sanctorum dei rifiuti organici e non. Con un fitta al cuore e il fiato spezzato dallo sforzo fisico e dal fetore immondo del terzo piano bussò alla porticina dei Rigattieri. Aprì un figuro lungo e smunto. Dalle profondità della tana giungeva al vecchio saggio una musica straordinariamente alta, una tarantella, si dice che fosse. L'abitatore della tana si presentò. Charlie era il suo nome. Il vecchio misterioso legislatore, soffocando i conati multipli che gli contorcevano il corpo ormai sfatto dal tempo, con un gesto repentino gli consegnò due tavole incise, due tavole di leggi, dicendogli:
"Charlie, ecco la legge! Questa sarà da ora la tua legge; tu ne sarai il custode. Falle rispettare e difendile da chiunque ne voglia ostacolare l'esistenza e l'efficacia. Sarò forse costretto a tornare?"

L'autoctono Charlie raccolse con un gesto pacifico le tavole dalle ossute secche mani del vecchio saggio e in un lungo sospiro lasciò scivolare un risposta d'irriconoscibile e tremenda determinazione: "No".




Oggi il tempo è morto e rinato.
Tutto ricomincia e tutto comincia.
E' oggi l'inzio d'una nuova era
ed è grande privilegio assistere
al nuovo primordiale respiro di Viarigattieri.
Udite udite e portate testimonianza di quanto avrete conosciuto.




LA LEGGE DI CHARLIE



1. Io sono la tua dimora. Non avrai altra dimora all'infuori di me.

2. Non sporcare invano(a) .

3. Ricordati di santificare i turni.

4. Onora il secchio e lo straccio.

5. Non distruggere.

6. Non lasciare i fornelli impuri.

7. Non orinare fuori dal consentito.

8. Non fare falsa pulizia.

9. Non accumulare immondizia, né con né contro gli altri.

10. Non sporcare la roba d'altri.



-----------------------------------------------
(a) Discussa la lettura del secondo comandamento. Alcuni ritengono che esso dica: "Non sporcare il vano", intendendo l'andito tra cucina e bagno. Il dubbio esegetico è parso irrisolvibile, per cui la tradizione ritiene giusto rispettare il comandamento in entrambi i sensi possibili.

Berl-in

giovedì, maggio 11, 2006

Puorte o cazone cu 'nu stemma arreto
'na cuppulella cu 'a visiera alzata.
Passe scampanianno pe' Tuleto
camme a 'nu guappo pe' te fa guardà!

Tu vuò fa l' americano!
mmericano! mmericano
siente a me, chi t' ho fa fa?
tu vuoi vivere alla moda
ma se bevi whisky and soda
po' te sente 'e disturbà.

Tu abballe 'o roccorol
tu giochi al basebal '
ma 'e solde pe' Camel
chi te li dà? ...
La borsetta di mammà!









Tu vuò fa l' americano
mmericano! mmericano!
ma si nato in Italy!
siente a mme
non ce sta' niente a ffa
o kay, napolitan!
Tu vuò fa l' american!
Tu vuò fa l' american!



Ziamò all'Università.

martedì, maggio 09, 2006



Udite Udite!

Università della Terza Età (pisa).

Hilbert. 110/110 e lode.

E' successo qualcosa. Qualcheccous.

Lady Nicoletta. O Aunty Molly.

Dottoressa. Dottoressa?



CONGRATULATIONS





Ancien Régime

venerdì, maggio 05, 2006


Quando eravamo moderni...






ore 17.15, Pisa (ITALIA)

sala della cinemateca Arsenale

INCONTRO CON
JEAN-MARIE STRAUB & DANIÈLE HUILLET








I due registi rispondono alle domande del pubblico. Lui tiene costantemente un sigaro in bocca che ogni tanto, infrattato in una rientranza laterale della sala, rianima con un minuscolo accendino.
Primo intervento. Si tratta di una professoressa che è lì per presentare la coppia autrice del film 'Antigone', che verrà proiettato dopo il dibattito. Probabilmente è stata scelta per la sua erre moscia, che rende di solito un italiano meno riprovevole ai francesi.

Professoressa: «Il vostro film è il risultato di una traduzione che Hölderlin ha fatto della targedia di Sofocle. Il testo tedesco di Hölderlin è stato rivisto e messo in scena da Brecht. Voi fate riferimento alla versione di Brecht, ma nella vostra messa in scena manca il Prologo della stesura brechtiana. Questo risponde ad un intento preciso?»

Danièle Huillet è momentaneamente assente, per cui il compito di rispondere è lasciato a lui, Jean-Marie Straub. Il vecchio regista comincia ad agitarsi, dimena le braccia. 'Sta sbottando', si mormora accanto a me.

JMS: «Ma quale prologo, di che prologo parli. Quello era solo una scusa di Brecht, perché aveva paura. E' stato un vigliacco. Cosa vuoi dirmi, chiedendomi di questo prologo?...non capisco, perché mi chiedi di questo prologo?Cosa vuoi?...quel prologo non sarebbe dovuto esistere. Lui l'ha scritto solo per paura di quelli di sinistra come lui, ma contro di lui. Il prologo,tsé...ma di che parli, ma che vuoi, che vuoi dirmi?Non capisco perché ora hai tirato fuori questo prologo...»

Jean-Marie muove verso il corridoio laterale della sala e si ripara nell'anfratto con il suo mezzo sigaro impregnato di saliva. La professoressa osserva l'orizzonte della sala, si perde nei volti bui del pubblico, tace...non sembra imbarazzata, forse stordita, ma non imbarazzata...no, imbarazzata no di certo...anzi di lei resta una muta fissità immersa in un globale silenzio da rito misterico. Il pubblico si aspetta che fra un momento all'altro Jean-Marie compia un gesto o pronunci una parola che sia significativa, che riveli il senso nascosto del tutto, anche di quel profondo e ansioso silenzio; che riveli la trama nascosta di quello scatto d'ira, portando alla luce una verità più alta e più profonda dell'inaspettato contraddittorio cui si è appena assistito. Ma no, forse non ancora. Jean-Marie solo scatarra rumorosamente, raccoglie con la lingua i detriti vischiosi e infine ingoia tutto, vecchio e soddisfatto. Col sigaro stretto tra i denti, aspetta una nuova domanda. Il compìto silenzio pare aver lasciato il posto ad un diffuso imbarazzo nella sala.

Una signora prende la parola. Un profondo respiro per farsi coraggio. Sospiro del pubblico. Lui si dirige di nuovo al di sotto dello schermo, di fronte alla platea. E' pronto. Nel frattempo Danièle ha preso posto.

Signora:«Buonasera. Nel film ho avvertito dei rumori di sottofondo, volevo sapere se si trattava di tuoni, o di cosa? Erano molto suggestivi e...»

Il cuore glielo aveva preannunciato: 'Non ce la farai. Non terminerai. Non passerai impunemente la prova.'

JMS:«Ma cosa significa? Non erano tuoni, era il vento, era il vento, solo che vuoi uomini moderni siete così abituati al doppiaggio e a tutte queste macchine poi. Non avete idea di cosa sia il cinema, di cosa state parlando. Se non ti è piaciuto non ci posso fare nulla...Queste macchine, queste macchinette...»
dice lui guardando le molte telecamerine digitali in prima fila.

Interviene lei, Danièle, con indignazione e partecipazione

DH«...è vero, anche ora mi filmate, non siete capaci di concentravi. Non potete vedere un film usando quelle macchinette. Oggi con telefonini e cose varie, non siete capaci di concentrazione, di guardare. Io penso che se un uomo che non è capace di resistere all'apparecchio che ha in tasca NON E' UN UOMO!»

Scoppia un applauso. Indignazione e partecipazione, ora tutti però. 'Ah questi uomini moderni!'. Pare che la sala ne sia stata epurata, ma forse no. nella mia fila c'è qualcuno che tira fuori il cellulare per controllare che sia spento. 'Evitare di farsi vedere ed evitare di farlo squillare per sbaglio. Questi potrebbero scuoiarti vivo!'.

Di nuovo il silenzio. Imbarazzo. la gente vorrebbe ricominciare ad applaudire per rimediare. Ma se nessuno dice nulla a cosa si applaude? Silenzio, allora.

Un ragazzo infine interviene. E' giovane, temerario, spavaldo. In ultima fila la gente punta su chi vincerà il terzo round. Le previsioni danno il ragazzino per spacciato.

Ragazzo:«Lei stesso ha detto che nel vostro film sono individuabili almeno quattro strati: Sofocle, Hölderlin, Brecht e infine il vostro, Straub-Huillet. Volevo chiedervi come mai non avete pensato di caratterizzare in maniera più specifica la vostra messa in scena, il vostro strato, aderendo invece a quello di Brecht.»

JMS:«Ma non capisco cosa vuole questo qui. Se vuoi lo puoi fare tu il film e metterci quello che vuoi. ma il film lo abbiamo fatto noi e ci abbiamo messo quello che volevamo noi. se non ti è piaciuto il film questo non è un problema nostro, ma è il TUO problema. Non ha senso quello che dite. Voi uomini moderni non capite neinte del cinema. Non sapete neanche chi è zapotek. Voi uomini moderni non lo sapete. Chi è Zapotek, ditemelo!»

Un uomo in seconda fila fa entusiasta un gesto con le dita. 'Era un corridore' è la traduzione.

JMS:«Ecco solo lui lo sa. Zapotek era un grande corridore, correva, correva»
anche lui corre, ora. Ma è costretto a fermarsi. la breve corsa sul posto gli ha provocato una crisi di tosse. Scatarra rumorosamente. Tuona, si potrebbe anche dire. Si infratta nuovamente per accendere il sigaro.

E' ora il turno di una ragazza che chiede perché avessero preferito far recitare gli attori in posizioni quasi immobili e fisse.

JMS:«Ma tu non l'hai visto il film. ne hai visto solo metà. Ma quando fermi, non sono fermi! Ma se un attore si getta per terra e fa così e così e così. Cosa vuoi dire con 'fermi'? I personaggi sono dei vulcani, non stanno fermi. Cosa dici?»

Lei, Danièle, interviene,

DH:«ma i vulcani stanno fermi anche quando eruttano.
Abbiamo scelto di lasciarli fermi per far risaltare i momenti di movimento, come quando Creonte corre»

Lui è infastidito dall'intervento di Danièle. dare ragione a quella mocciosa, tsé...non avrebbe dovuto farlo. perciò lui punta di nuovo sul tema di prima.

JMS:«Sì, sì...ma che significa, fissi. ma cosa vuole...non capisco. Voi uomini moderni non avete idea del cinema. Voi non sapete cosa signica questo. Voi con le vostre macchinette. Voi non capite il cinema, andate a casa allora, andate a casa! Basta non dico più niente...ora vado a prendere un po' d'aria.»

Finge solo d'andarsene, poi torna subito. Dopo un paio di finte e dopo aver risposto ad altre due domande, decide di andar via. 'Per prendere una boccata d'aria' dice. La presentatrice dell'Arsenale lo insegue con il microfono, accennando una protesta, ma vi rinuncia quasi subito. Per alcuni minuti il pubblico resta immobile in stordito silenzio. 'Sarà finita davvero?'. Pare di sì: lui non torna. Si alzano i primi e si precipitano verso l'uscita ('Prima che ci ripensi' ?). Il pubblico è evidentemente spossato, si alza con lentezza e con fatica. Qualcuno va a chiedere un autografo a Danièle. Qualcun'altro si tasta il viso e si chiede se è moderno anche lui e per quanto ancora lo sarà.
Resta solo nel sommesso brusìo del pubblico una vaga paura d'invecchiare.

Via Rigattieri

giovedì, maggio 04, 2006



Ma che bella questa strada...

anche l'uomo che cammina solo sulla strada bagnata non e' solo
...

THE IRON LADY'S METRO SECTION

lunedì, maggio 01, 2006

ULTIME NIÙS DALLA GRANDE MELA





-Hanno sbattuto in galera per una settimana un sindacalista perché ha messo in piedi uno sciopero delle metropolitane di 60 ore (anche se erano decenni che la Subway novayorchese non si fermava). La prossima settimana: ferrovieri italiani in viaggio premio a Manhattan per il Brodo Grasso Tour.






-Assolta la “Granny Peace Brigade”, un gruppo di vecchiette che aveva bloccato il centro di reclutamento di Times Square e aveva cercato di arruolarsi per l’Iraq. Alla domanda dell’accusa “Pensa davvero di essere pronta per l’Iraq?” una di loro ha risposto: “Ho appena divorziato da mio marito, dopo un divorzio la guerra non mi spaventa”. Diliberto le fa una pippa.



-Infine, una domanda che mi assilla: perché quando scrivo devo usare “African-American” anziche “black”? In fondo sono più neri di quanto non siano africani. Questo politically correct mi angoscia. E non dite niente al Poliglossa, sennò mi tocca chiamarlo “African-Italian” anziché terrone.

MARGIE THATCHER
(Under the dutiful supervision of: NANCY REAGAN)