Roma, in una parallela di Via G. Lanza:
Era la prima volta che
Greg Lanza lasciava la sua tana in quello stato.
Camminava lento e impacciato lungo il marciapiede sinistro di via Lanza.
A metà strada si decise a svoltare in un vicolo per sbucare poi in una strada vicina, più solitaria e silenziosa.
Lì era la fermata del 5, che ogni mattina lo portava al lavoro. Era tardi per prendere l'autobus delle 7, ma sarebbe comunque riuscito, prendendo quello delle 7:30, a contenersi in un dignitoso ritardo.
Si fermò vicino alle panchine, su cui non avrebbe più trovato agio la sua attesa, per cui si appoggiò ad un cassonetto della spazzatura. E qui si sentì in pace.
Poggiò la borsa sulle zampe inferiori e fece per prendere le sigarette dal taschino. Invano.
Ora ricordava d'averle dimenticate. Certo, in quelle condizioni, non avrebbe potuto chiederne una ad un passante!
Allora si chinò in modo da riprendere la borsa con la bocca.
Ormai aveva sviluppato numerose tecniche affinchè quelle nuove membra continuassero ad avere un contegno umano e forse anche civile.
Ma di colpo le antenne gli si rizzarono sul capo, infondendo un senso d'angoscia e tensione in tutto il corpo. No! non era la vista del Capo a provocare tutto ciò, ma qualcosa di peggio, forse...
La borsa era sparita!Evidentemente le sue zampe, ora meno sensibili, non avevano avvertito il furto.
Si guardò intorno, girandosi lentamente. Non un'anima nei paraggi.
Aveva perso la sua borsa e con essa il suo lavoro!
Aveva perso l'ultima memoria d'una vita non più sua.