ci vediamo tra cinque anni

venerdì, ottobre 23, 2009





Non posso dire di non averci provato. Ce l’ho proprio messa tutta, con Tristram.
Ma alla fine del quarto libro, ho dovuto smettere. Basta, mi prendo una pausa.
L’oggetto del presente sfogo è l’opera-capolavoro di Sterne, La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo. Considerato il primo “anti-romanzo” della storia del genere, è stato pubblicato in nove volumi tra il 1760 e il 1767. E, tra l’altro, pare essere un capolavoro di comicità (così recita il retrocopertina, e così ritiene Orlando: ecco, lo sapevo, in effetti avrei dovuto pensarci prima...).
Ora, dico io, nove volumi.
Se fosse una narrazione divertente, mirabolante, da rompersi le ganasce, d'accordo. 
Ma oso dire che quel testo, così ricco di riferimenti alla propria epoca, oggi risulta una macchina comica inceppata. Mancano i riferimenti, l’aggancio con il retroterra culturale a cui Sterne allude di continuo.
Però, ripeto, ce l’ho messa tutta e voi, cari Rigattieri, lo potete immaginare e credere. 
La lettura faceva parte del corso di recupero (autogestito) di letterature comparate.
Ma dopo un po’, i cosiddetti si sono frantumati sul duro marmo delle epigrafi sterniane. 
E così ho stabilito un rimendio. 
Mi restano cinque libri, giusto? Ok, allora ne leggerò uno all’anno.
Tanto, persino l’autore ha diluito l’opera in otto anni di pubblicazione. 
Potrò farlo anche io, infimo lettore del terzo millennio?
Comunque, tirando le fila del discorso, tutto questo era per dire che, anche dinanzi alle somme opere della letteratura occidentale, noi giovani intellettuali precari abbiamo il diritto, il sacrosanto diritto, di mandare a farsi fottere una mazzata di settecento pagine. O almeno, di stabilire una reciproca, momentanea separazione.

Comments

7 Responses to “ci vediamo tra cinque anni”
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capo ha detto...

Diverse considerazioni da fare, circa questo post.

Innanzitutto: l'autore, l'Auteur, con la A maiuscola, in onore alla Francia, a Orlando, all'Anarchia. Bush o Happy? Tutto farebbe pensare ad Happy, almeno all'inizio. Certo ci si chiede che minchia stia a fare un corso di recupero (autogestito) di letterature comparate un padre di famiglia che già ha da lavorare, in più ha da fare la tesi - ma non in letterature comparate -, ma soprattutto ha da trovare un lavoro a tutti noi.
Dunque, Bush. La classe si addice a entrambi, le letture colte idem. E però anche Bush, che non è esente da progetti masochisti à la polisane, come dicono in Francia, fresco vincitore di un dottorato, può pensare mai a come infliggersi del male per i prossimi cinque anni piuttosto che godersi i primi soldi rubati allo stato e pensare ai viaggi che lo aspettano? Mistero.

Seconda considerazione, biografica. Una volta, in una delle mie lunghe mail ricapitolatrici, Alfred paragonò la mia prosa (in quell'occasione piena di parentesi, e particolarmente verbosa) per l'appunto a quella di Tristram Shandy. Che io mi apprestai subito a cercare su google, inteso a colmare le mie lacune e leggere qualche opera di questo Tristram Shandy. Mai fatto, evidentemente.

Terza considerazione, antropologico-culturale. Qualcuno citerebbe Pennac, io rimando semplicemente alla nostra libreria su anobi: il diritto di mollare i libri è sacrosanto. Va rispettato, praticato, rivendicato. In pieno stile rigattierico, come già Bush - altro indizio - con Victor Hugo, l'autore rivendica qui il suo tentativo, lodevole, e il suo abbandono, assai più lodevole. Caro autore (minuscolo, perché va bene la francia - minuscola -, va bene Orlando - maiuscolo perchè ci portiamo rispetto -, va bene l'anarchia - minuscola perché è compagna -, ma il tempo dell'autore con la a maiuscola è passato da mò) io non solo ti assolvo, come avrebbe fatto Greg in tempi ormai lontani, ma ti lodo, come alfano, perché hai avuto il coraggio non di mollare, ma di iniziare quel pacco colossale che dev'essere La vita e le opinioni di Tristram Shandy.

Bravo, autore: bravo. Ma attenzione! Non fare l'errore, adesso, di chiederti che cosa abbia quest'ultima considerazione di antropologico-culturale: ricadresti nella trappola delle vecchie, stantie e castranti classificazioni accademiche da cui proprio col tuo gesto ti sei voluto emancipare. Mi raccomando. Ciao autore, ciao.

23/10/09, 16:27
Il fu oca ha detto...

Io non dico se sono io l'autore in questione che avrebbe mollato l'Autore, così i rigattieri possono divertirsi ancora. Dico solo che quando al liceo la prof. di letteratura inglese ti porta alcuni passi di Sterne dal Tristram Shandy, tu pensi: è una figata pazzesca. La scena del concepimento di Tristram mi fa ridere ancora, ed è bello quando Sterne si prende il permesso di tracciare linee curve sul foglio bianco, apparentemente a caso.
Ma bastava forse una rapida sfogliata del libro alla Feltrinelli per capire che leggerlo non sarebbe stato come fiondarsi nella Recherche, in Guerra e Pace, in Anna Karenina o in altri romanzoni-Oni-ONI. Persino Hugo pare una passeggiata, al confronto.
E allora? Niente, solo che chiunque sia l'autore ha avuto più fegato di quanto sembri a iniziarlo, e sono sicuro che quel libro lo finirà anche. Di qui a cinque anni.
Bush.

23/10/09, 17:15
neomi ha detto...

Io lo lessi. Tutto.
E di questa mia lettura gggiovanile voi vedete i risultati oggi.
Meditate, gente....meditate...

23/10/09, 17:26
Happy ha detto...

anche se sono un padre lavoratore, riesco ancora a leggere qualcosa. soprattutto nelle frazioni metrò-cesso-cuscino (prima di cadere in coma).
in effetti, ha ragione Bush, ci sono dei passi irresistibili nel "Tristram". è per questo, solo per questo, che gli concederò un'altra possibilità.
aggiungo la mia massima stima per neomi, che è riuscita in un'impresa non da poco (anche se lei è anglista: quindi, come dire, se l'è voluta).

e comunque devo scrivere la tesi. vado.

23/10/09, 17:46
neomi ha detto...

Neomi si è letta pure guerra e pace in lingua originale
Neomi ha diritto a un monumento.
E ad essere presa per il culo secula seculorum
viva neomi...

24/10/09, 00:54
neomi ha detto...

ps: Neomi vorrebbe anche sapere di chi è il pollicione che sbuca in alto a sinistra
A Neomi piacciono i pollicioni, in effetti...

24/10/09, 00:55
si-culo ha detto...

Hmmm... anche io sono arrivato alla fine del quarto libro. Circa due anni fa.
Se vuoi ci mettiamo d'accordo e ci facciamo una maratona quinquennale per arrivare fino in fondo. Se il pubblico inglese dell'epoca l'ha letto spalmato su 8 anni, anche noi possiamo prenderci questa libertà, nevvero?
Io, per quel che mi riguarda, credo di essere stato sfinito dall'incomprensibilità dell'umorismo che passava per le conversioni monetarie, o dai "cavalli della fantasia" che dopo un po' avevi voglia di leggere il libro in inglese, anziché sforzarti di ricostruire il pun per goderti la pagina. Etc...
Va da sé che le paginate su naso e paraggi sono tra le mie preferite ;-)

Dòi (sì, dòi, più solenne di "dài") facciamo questa maratona così per l'estate 2010 azzardiamo Infinite Summer: ci prendiamo Infinite Jest e ci spariamo quelle 20 pagine al giorno per 90 giorni, 21 giugno-23 settembre. Una specie di transahariana. Chi se l'accolla?

24/10/09, 09:54