Ariel ha deciso di rendere pubblica la sua personale battaglia contro la internet dipendenza aprendo un blog nel quale racconta, come in un conto alla rovescia verso la rinascita, le sue serate disconnesse.
Quasi per tutti la decisione di allentare il rapporto ossessivo con gli apparecchi tecnologici nasce dal desiderio di trascorre il tempo libero rimasto dopo il lavoro facendo qualcosa di diverso dal mirare ottusamente uno schermo. Per quanto riguarda poi i buoni propositi per occupare il ritrovato tempo libero settimanale ce n'è per tutti i gusti. Dal gettonatissimo leggere un libro al preoccupante fare sesso, dal romantico scrivere lettere a mano al modaiolo fare la maglia.
Il meccanismo del sito si basa proprio sul confronto delle esperienze e gli utenti, dopo essersi presentati, possono lasciare dei commenti sulle pagine altrui o conoscersi discutendo sul forum. Gli argomenti più seguiti sono le brevi descrizioni delle notti senza spina. Eddie racconta che per la sua prima "nigth unplugged" ha scelto di leggere un libro ma dopo solo poche pagine si è ritrovato davanti al computer, non senza provare un enorme senso si colpa. Nel testo era citata una frase in francese e doveva assolutamente chiedere a Google cosa significasse (aiuto sono malato). Altri racconti, più di successo, sono quelli che fa l'ideatrice Ariel. Alla sua seconda notte di fioretto ha riscoperto il piacere di una cena con un vecchio amico e alla terza ha ritrovato la passione per la danza che aveva abbandonato da tempo.
Insomma il sito sembra proprio funzionare come un corso per tabagisti che vogliono smettere di fumare. I benefici si iniziano a vedere dopo alcune settimane ma per tutti c'è l'euforia di fare un sacrificio che fa bene al corpo e alla mente.
Anche il dottor David Levy, professore presso l'Information School dell'Università di Washington, lo ricorda: "Bisogna fare attenzione. Quello che stiamo vivendo in questi ultimi anni non è sano e non fa bene all'uomo. Condurre una vita qualitativamente soddisfacente significa trovare una forma di equilibrio e un po' di tranquillità. Bisogna domandarsi quali sono i limiti tra mente e corpo e tenere presente i danni che l'inquinamento informatico può causare".
Ognuno ha la sua sedia, che qui è rappresentata da una pagina web nella quale accanto ad una foto ed a una breve descrizione di se stessi, si deve rispondere a tre domande: qual è il sintomo più preoccupante della tua dipendenza tecnologica, perché vuoi staccare la spina e quali sono i tuoi progetti per le tue cinquantadue notti libere? Le risposte lasciano senza parole. Elise da San Francisco crede di aver toccato il fondo giocando ad una partita di solitario con il cellulare mentre ascoltava musica dal lettore mp3 e guidava, Lawrence ammette di non riuscire a percorrere serenamente il tragitto da casa al lavoro perché sente di star perdendo di vista le notizie del web e le mail nella sua casella. E ancora. Lily riconosce di tenere d'occhio in maniera compulsiva i social network ai quali è iscritta per controllare eventuali risposte.
Quasi per tutti la decisione di allentare il rapporto ossessivo con gli apparecchi tecnologici nasce dal desiderio di trascorre il tempo libero rimasto dopo il lavoro facendo qualcosa di diverso dal mirare ottusamente uno schermo. Per quanto riguarda poi i buoni propositi per occupare il ritrovato tempo libero settimanale ce n'è per tutti i gusti. Dal gettonatissimo leggere un libro al preoccupante fare sesso, dal romantico scrivere lettere a mano al modaiolo fare la maglia.
Il meccanismo del sito si basa proprio sul confronto delle esperienze e gli utenti, dopo essersi presentati, possono lasciare dei commenti sulle pagine altrui o conoscersi discutendo sul forum. Gli argomenti più seguiti sono le brevi descrizioni delle notti senza spina. Eddie racconta che per la sua prima "nigth unplugged" ha scelto di leggere un libro ma dopo solo poche pagine si è ritrovato davanti al computer, non senza provare un enorme senso si colpa. Nel testo era citata una frase in francese e doveva assolutamente chiedere a Google cosa significasse (aiuto sono malato). Altri racconti, più di successo, sono quelli che fa l'ideatrice Ariel. Alla sua seconda notte di fioretto ha riscoperto il piacere di una cena con un vecchio amico e alla terza ha ritrovato la passione per la danza che aveva abbandonato da tempo.
Insomma il sito sembra proprio funzionare come un corso per tabagisti che vogliono smettere di fumare. I benefici si iniziano a vedere dopo alcune settimane ma per tutti c'è l'euforia di fare un sacrificio che fa bene al corpo e alla mente.
Anche il dottor David Levy, professore presso l'Information School dell'Università di Washington, lo ricorda: "Bisogna fare attenzione. Quello che stiamo vivendo in questi ultimi anni non è sano e non fa bene all'uomo. Condurre una vita qualitativamente soddisfacente significa trovare una forma di equilibrio e un po' di tranquillità. Bisogna domandarsi quali sono i limiti tra mente e corpo e tenere presente i danni che l'inquinamento informatico può causare".
Comments
8 Responses to “aiuto sono vicino alla malattia o forse no: sono malato”
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Voto categoricamente CONTRO questo post. In primo luogo perché ho sempre odiato l'idea di fare un fioretto (e sì che ho un passato da chierichetto francescano...), e poi perché mi sembra di andare a rufolare nel torbido della vita privata degli internauti incalliti (tipo il capo), cosa che non solo è fuori luogo ma anche poco interessante...
04/03/08, 21:20Ovvero: se gossip deve essere, che sia almeno di qualità - ad esempio, il video-scandalo dell'argentina che ha visto il festival della canzone italiana, o la notizia della nuova amicizia tra Paris Hilton è un santone!
ERRATA CORRIGE: sostituite VINTO a VISTO... chiedo sorry...
04/03/08, 21:21e che è 'sta storia che paris hilton è un santone?
04/03/08, 21:38ahah... delir(i)o!
04/03/08, 22:00Naaahhhh
04/03/08, 22:49Baggianate
Devi iniziare a preoccuparti solo quando sfrutti la wireless per portarti il notebook al cesso - e non ti siedi sulla tazza per cagare, ma per lavarti i denti.
scusate, sarò antiquata, ma non vi sembra una contraddizione in termini condividere on line per smettere di stare on line?
05/03/08, 12:24insomma, è come se alla prima riunione degli anonimi alcolisti ti accogliessero con un bel bicchiere di Jack Daniel's on-the-rocks...
Io confesso che da quando sò uairlés mi porto il computer in bagno; e seduto sulla tazza guardo i filmini di youtube, o leggo il giornale. Comunque sì, sono un maniaco maniacale io.
05/03/08, 15:19Oh cavolo.
13/03/08, 03:58Io mi sento drogatissima: facendo un conto aprossimativo passo al piccì circa il 60-70% delle mie giornate.
Ciò che è peggio è che è sempre il mio pc, è sempre connesso ed è l'ultima cosa che vedo prima di andare a letto.
Grave, gravissimo.
Quando sarò zitella avrò modo di pentirmene!
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