FELICIA IMPASTATO...

venerdì, dicembre 10, 2004

Anche se, come sempre in Italia, il melodramma si mischia all'omaggio, spero di non infastidire nessuno mettendo nel blog un articolo scritto per la morte della madre di Peppino Impastato.

Senza mai una lacrima

Itaca di Claudio Fava DA L'UNITA'

Di Felicia Impastato, la madre di Peppino, ci resterà - più d'ogni altra lezione civile - il ricordo della sua dignità. Cioè del modo in cui conservò e testimoniò il proprio dolore. Senza mai una lacrima. Conservando intatta la propria attesa per una giustizia che impiegò venticinque anni a manifestarsi. Un quarto di secolo vissuto in quel salottino a pian terreno, fra centrini ricamati e foto di Peppino in bianco e nero, a cento passi esatti dalle persiane sbarrate di casa Badalamenti. Raccontarla in un film, quella breve, oscena distanza, in fondo è stato facile. Riepilogala ogni giorno, per un quarto di secolo, senza mai cedere alla stanchezza della vita, ad un benefico oblio, è stata una grande lezione di vita.Perché Felicia Impastato avrebbe avuto molti buoni motivi per arrendersi. Era rimasta a vivere nel suo paese, sotto lo sguardo lungo e vischioso di chi le aveva ammazzato il figlio. Era sola, il marito morto, la famiglia stupita e rancorosa per la silenziosa determinazione di quella donna. C'era un altro figlio, Giovanni, da proteggere. Chiunque al posto suo avrebbe scelto di smussare i ricordi e di tacere. Lei no. Fu sola a Cinisi, e fu sola in un paese aristocraticamente distratto, capace di cordoglio di Stato solo per i morti di prima classe, quelli in divisa, i “servitori dello stato”. Suo figlio Peppino era uno che stava sulle scatole pure da morto, figuriamoci… L'ordine dei giornalisti, la corporazione più chiusa e cupa dopo l'Opus Dei, per vent'anni rifiutò a Peppino un riconoscimento, sia pure tardivo, del suo mestiere: “Che c'entra Impastato con il giornalismo? - dicevano - E poi non aveva pagato nemmeno le tasse per avere il tesserino…”. Ci fu perfino un ministro degli interni, Gava, che una volta ricevette la madre, la ascoltò con un sorriso in tralice e infine le spiegò che suo figlio, signora cara, è stato ammazzato, se ne deve fare una ragione, ma perché insiste a prendersela con la mafia? Che c'entra la mafia? Che c'entra Badalamenti?Fosse stato solo un problema di mafia, e un'attesa di future epifanie giudiziarie, non sarebbe stata così dura. Ma la madre di Peppino non si è piegata nemmeno di fronte alla nostra sciatta abitudine, di fronte ad un Paese che si affidava ai Gava e agli Andreotti, di fronte a tanta gente perbene che aveva preso gusto a piangere i generali, ma non si curava affatto dei soldati semplici. A costoro, e a ciascuno di noi, Felicia Impastato ha insegnato il dovere civile della memoria. E di questo, più d'ogni altra cosa, oggi le siamo grati.- ITACA

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