Notizie dall'impero 5 (o 6). Yes, we did!

giovedì, novembre 06, 2008

Tenteremo, in questa occasione storica per il mondo intero, di fare una cosa, per così dire, inusuale. Trattasi infatti di post gemellare.
"Le opinioni sono come le palle: ognuno ha le sue", diceva un tipo famoso (e le hanno solo gli uomini, ci sentiamo di aggiungere); era inevitabile dunque che il post elettorale, pur nel nome augusto di Obama, fosse diviso in due parti, la prima a firma Sisì, la seconda a firma Ilfe. Non è escluso che altri contributi (dei due cippì) si aggiungano strada facendo, dando vita ad un mostro quadricefalo, così come da domani aggiungeremo alcune foto d'autore, e il filmino che sisì ha stoicamente girato per voi.

1.
"Parlare di queste elezioni per me è difficile. Difficilissimo. Perché è difficile spiegare cosa significa quando 300mila persone vanno tutte in una piazza pronte a festeggiare qualcosa. Noi italiani, se scendiamo in 300mila in piazza, possiamo festeggiare al massimo la Nazionale che ha vinto i mondiali, ma se è per la politica, in piazza scendiamo solo per lamentarci – avendo sempre ottime ragioni, peraltro! Ma qui no. Cioè, anche qui scendono in piazza. Cioè, stavolta sono scesi in piazza, tanti, anzi tutti (bianchigayfranchiricchiispanicipoverilelleasiani) per festeggiare la vittoria di un uomo alle elezioni presidenziali. E come si fa a spiegare questo? Io non lo so fare, questo è sicuro. Almeno non lo so fare da solo. Quindi, mi aiuto con alcune delle frasi che ho sentito o letto sui giornali in questi ultimi giorni.
“Qua si sta a cambia’ il mondo, e voi pensate a farvi la doccia?” disse ilfe impaziente di arrivare a Grant Park ma bloccato dal ritardo provocato dalla eccessiva (secondo ilfe, si intende) igiene di Pavani. Qui si sta a cambia’ il mondo, disse… Porca miseria, ha raggione, altroché se si sta a cambia’ il mondo. Un presidente nero! Oh, ma stiamo a scherza’?! In un posto dove nelle Università è raro vedere un afro-americano e dove è ancora più raro trovare una cassiera bianca, dove i ghetti ci sono – eccome se ci sono – e l’apartheid funziona benissimo pur sotto le insegne della democrazia, viene eletto un presidente nero. E questo posto non è un posto qualsiasi, è l’Ameri’a! L’uomo nero alla casa bianca! Ma qui la storia la stiamo cambiando per davvero, e cambiando per sempre, non così per dire! Non come quando Berlusconi dice che Bush passerà alla storia: no, no, qui è tutta un’altra cosa! Qui secoli di sfruttamento, di schiavitù, di tortura si concentrano in un’elezione, in un uomo, in un presidente che davvero cambia tutto solo per il fatto di essere eletto. Un presidente i cui sostenitori gridano “Yes we did!”, ma lui no, lui è un presidente che nel suo discorso dopo l’elezione non dice yes we did, ma dice “Il lavoro è appena cominciato”. E ha ragione. Il lavoro è appena cominciato, e sarà duro. Perché la gente, lei si aspetta davvero un gran bel lavoro: se lo aspetta la signora con un tutore al braccio che, incontrando un’amica in farmacia, le dice “I had surgery yesterday… but everything is o.k., ‘cause today I’m happy!”, e se lo aspetta la cassiera del supermercato dove faccio la spesa che, parlando con una cliente, dice “You can say’t, something’s gonna change”. E questi cambiamenti non dovranno, non potranno essere da poco: Obama ha promesso infrastrutture migliori, ha promesso scuole migliori, ha promesso un sistema sanitario migliore e più equo. Se a questo si aggiunge che è in corso la peggiore crisi economica dal 1929 – i giornali americani lo stanno ripetendo fino alla nausea – non ci si può che chiedere: ma come farà? Come riuscirà a dare a tutti quello che vogliono, come riuscirà a mantenere tutte le promesse che ha fatto?
E questo ancora non è tutto. Con la sua elezione Obama ha già cambiato e potrà ancora cambiare l’Ameri’a, ma che ne sarà del resto del mondo? Anche il mondo ha bisogno di essere cambiato. E ti accorgi di quanto il mondo abbia bisogno di essere cambiato quando leggi sul New York Times che Fathi Abdel Hamid, avventore di un caffè a Il Cairo, ha dichiarato che “Since Bush came to power it’s all bam, bam, bam on the Arabs”, oppure quando il tassista che ti porta a casa dopo Halloween non fa altro che ripeterti “Vote Obama, Bush motherfucker go home”. Il mondo vuole essere cambiato, dopo che negli ultimi 8 anni ha dovuto convivere con la paura degli attacchi terroristici e con quelle guerre preventive che non hanno prevenuto la morte di migliaia di persone. E anche lì, lo sappiamo bene tutti, il lavoro si presenta tutt’altro che facile…
Un uomo è stato eletto, ed è diventato l’uomo più potente del mondo. Per la prima volta nella storia, il colore della sua pelle non gli ha impedito di diventarlo. Noi lo abbiamo supportato, lo abbiamo seguito, ci abbiamo creduto, non lo abbiamo potuto votare ma siamo (sono) rimasto 15 minuti con le braccia alzate per riprendere il suo primo discorso da presidente (che ariva, appena capiamo come metterlo!).
Ora sta a te, Obama, e il mondo ti guarda: vedi di fa’ a modino!"

Sisì

2.
"Cp maschio vive attaccato ai cristalli liquidi del suo computer da almeno un paio di mesi. Gli danno i sondaggi. E lui non esce di casa senza averli mandati a memoria. È chiaro che il giorno delle elezioni sia un po’ teso. A lezione si fa uno specchietto in cui scrive tutti gli stati. Tutti. Divisi tra certiObama-probabiliObama-forseObama-speriamoObama-DioxxxaleMcCain. Alle sette a casa sua si hanno le prime proiezioni. Forse bene. Ma forse no. Cp femmina, la guerrigliera, dice che forse è meglio non andare in piazza fino a quando siamo sicuri, sennò se perdiamo i franchi fanno il riot, e la police ci mena. Per fortuna andiamo lo stesso. Il pullman si ferma dopo due minuti e non si muove più. Vado dall’autista nera per avere informazioni. Immagino che mi mangi. Invece è tutta contenta. Dice che siamo fermi perché deve passare “il presidente”. Per lei gli scrutini sono già finiti. Il suo presidente ce l’ha già. Un tizio in pullman si connette a internet. Va meglio: stiamo vincendo in Florida, in Pennsylvania, in Ohio. Forse in Virginia. Arriviamo. Fiumi di gente. Maxischermi. Magliette e spillette. Yes we can. Change. Progress. Hope. Yes we did. Yes we did? La notizia arriva prestissimo. Obama ha vinto in Virginia. Therefore: Obama president-elect. Ovazione. Brividi. Abbiamo vinto. Una volta tanto abbiamo vinto. Ma non abbiamo vinto a caso. Abbiamo vinto l’elezione più storica dell’impero. Abbiamo messo un nostro uomo sullo scranno più alto del mondo. Un professore della University of Chicago. Un nostro vicino di casa. Un rigattiere, in pratica. Appare McCain. È un signore. Si complimenta, si dice pronto a collaborare, si ricomplimenta. Fa stare zitta la Palin. Poi, dal palco accanto a dove siamo noi, dopo un bel po’ di musica, dopo Jesse Jackson che piange e Oprah che ride, arriva Lui. È bellissimo. Ce lo scoperemmo tutti. Anch’io. Si scrive una pagina storica. Ma sul serio. È nero. Proprio nero. No mezzo bianco, come dice qualcuno. Popo nero. E bello. E grandioso. E bello. La frase di apertura del discorso è da brividi. Boato. Ci sentiamo americanissimi. Cita Martin Luther King, ma senza nominarlo. Poi una tipa di centosséi anni, anche lei nera. Ripercorre l’ultimo secolo. Ripete Yes we can. E noi con lui. Ci guardiamo alle spalle. Un oceano di persone. Forse un milione. (La questura di Roma farà sapere che secondo i loro dati non eravamo più di una ventina, i soliti facinorosi). Poco dopo l’oceano si disperde. Code infinite alla metro. Gli autobus neanche passano, in mezzo al caos. Chicago non è mai stata così bella.

Oggi, the day after, bisogna fare una mezz’ora di coda e, se hai fortuna, ti becchi un giornale col faccione di Obama, altrimenti uno con una foto piccola. Il Chicago tribune però è irraggiungibile. Resta il Chicago Sun-times. Che comunque è fichissimo. La gente fa le foto alle code ciclopiche davanti alle edicole. Le macchine si fermano, suonano, salutano. Abbassano il finestrino e alzano la musica. Ridono tutti. Milioni di magliette di Obama anche oggi, almeno qui a Hide park, dove vive lui (ancora per poco). Una vecchia di colore vende cappellini di Obama e dice “today everybody be happy”."

Ilfe.

Comments

15 Responses to “Notizie dall'impero 5 (o 6). Yes, we did!”
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Anonimo ha detto...

c'è veramente il post elettorale!

06/11/08, 08:28
Anonimo ha detto...

beh, una meraviglia...e la mia obamite cresce a dismisura!
amicàni

06/11/08, 09:12
Anonimo ha detto...

dico io: se lo sapevamo lo mandavamo anche un po' prima qualche rigattiere di la' dall'oceano, se potevamo evitarci questi anni disastrosi...a sapello...
OBAMA RIGATTIERE, FAGLIELA VEDERE!

p.s. bravi ragazzi

06/11/08, 09:15
nw ha detto...

we should do it, as well…to make our campaign start in the backyards of Borgo Stretto and the living rooms of our damp student houses…we all should dug into what little savings we have to give five euros and ten euros and twenty euros to the cause. We should reject the myth of our generation’s apathy, leave our homes and our families for jobs that can offer but little pay and less sleep, braved the bitter cold and scorching heat to knock on the doors of perfect strangers, volunteer, and organize, and prove that a government of the people, by the people and for the people has not perished from this Earth. Thus, maybe, we could also have our victory.

[...dovremmo farlo anche noi...far partire la nostra campagna dai portici di borgo stretto, dai tinelli delle nostre umide case studenti...dovremmo tutti quanti attingere ai nostri scarsi risparmi per offrire alla causa 5 euro 10 euro 20 euro. Dovremmo uscire dall'apatia della nostra generazione, lasciare case e famiglie per un’occupazione che non può offrire se non uno stipendio modesto e sicuramente poche ore di sonno; sfidare il freddo pungente e il caldo più soffocante per bussare alle porte di perfetti sconosciuti; adoperarci come volontari, organizzarci, e dimostrare che un governo del popolo, fatto dal popolo e per il popolo non è sparito dalla faccia di questa Terra. Così, forse, avremmo anche noi la nostra vittoria...]

06/11/08, 10:43
Anonimo ha detto...

Ah...mi sono innamorata almeno quaranta volte da quando sono qua...ci sono delle ragazze proprio con le gambe luuunghissime...un paio di ragazzetti niente male alla class...ma l'altro ieri ho raggiunto vette impressionanti e mi sono innamorata proprio davvero, ma per davvero, due volte: Firstly di barack, che dopo che l'hai visto bellissimo, stupendo, fichissimo sul megaschermo a dire Hello chicago e tu sei li, ma proprio li a chicago, non puoi che dichiarargli amore infinito e pensare che sarà per sempre. Secondly, oggi uscivo svampita dalla library,incredibilmente impaurita dalla pioggia che stava per arrivare (ilfe e cpmaschio dicono che sono esagerata, ma la pioggia qua è spaventosa, credetemi!!!) e un tizio passando mi fa un sorriso americano col dente che luccica e cade dalla bici perchè il suo spolverino era incastrato nei raggi!!! Io rimango perplessa ma poi lo voglio aiutare e lui mi strilla: "ehy, you were in the bus that night!!!" eh si, era proprio lui: quello che aveva internet sul bus e che ci dava le news!!! che bello!!! Io l'ho aiutato a risalire sulla bici ma poi sono inciampata anch'io e quindi siamo stati un po' per terra a ridacchiare!!!Lui si chiama tom e diventerà un noto personaggio per tutti voi, vedrete!!! w barack che mi ha fatto incontrare Tom!!!
P.S. la cameriera del third world cafè che sta nella mia street (che poi è anche la street di Obama) mi ha accolto ieri mattina con un sorriso enorme dicendomi "how you doing TODAY? Baby, now it's a wonderful wonderful world!!!". In questi giorni a Chicago sono un po' tutti innamorati!!!
magari ogni tanto vi racconterò anch'io qualche fattarello che accade qua in giro, che ne so, magari ad H&M mentre fai shopping...ma questa è un'altra storia!!!
cpfemmina che risorge dal silenzio

07/11/08, 02:33
Anonimo ha detto...

mi permetterete in questa onda di americanismo un minuto di amor patrio (per la mia vecchia patria, intendo). Io credo che essere americano oggi sia veramente una figata, ma proprio una delle cose più fiche del mondo. Ma per noi, in realtà, è sempre domenica. Noi possiamo essere fieri di essere italiani ogni giorno. Cioè: un americano non potrà mai gustarsi il piacere di raccontare i commenti che fa il suo premier sul neoeletto Obama, e di vedere quelle facce stupite, incredule, che ti ripetono: "ma siete proprio i peggiori del mondo!".
Sì. Siamo i peggiori del mondo.
Grazie presidente.

07/11/08, 03:21
Anonimo ha detto...

e il commento di gaspàri? che dice che al qaeda sarà contenta di questa elezione? vi è sfuggito? grandi statisti, da noi...

07/11/08, 08:30
Anonimo ha detto...

RAGAZZI!!
notiziona bomba!!!
obama NON è nero!
ripeto: NON È NERO!!!!
è solo abbronzato!!
ripeto: È SOLO ABBRONZATO!!!

voleva fregarci...tsé...

07/11/08, 12:18
Anonimo ha detto...

I giornali internazionali ricordano le svariate gaffe del berlusca. Molte le avevo dimenticate. Tipo quando aveva detto al premier danese che era il più bel premier d'europa, e che lo avrebbe volentieri presentato a sua moglie - intortata in un affaire con cacciari... o quando disse che aveva usato tutte le sue capacità pleiboiesche per convincere la premier finlandese a portare in italia una specie di centro europeo per l'alimentazione.

E io mi chiedo come mai qualche imbecille poco spiritoso non ci abbia ancora dichiarato guerra. Nel caso, io sono con lui!

07/11/08, 19:58
nw ha detto...

ma no sisì, il motivo è chiaro: mica tutti sono idioti come silviodoro.
insomma, voglio dire..se un minorato mentale fa una battutaccia su di te, okkèi...lì per lì ci rimani male...ma poi dici: poverino, d'altraparte che vuoi pretendere da uno così?...
infatti, chi è che invece scatena le guerre per cose inutili?
l'amicone-minorato-mentale-pure-lui-bush...
sono un bel duo, savasandìr, ma per fortuna nel mondo c'è altra gente che ogni tanto, a differenza della strana coppia, pensa, prima di fare o dire cazzate...

08/11/08, 10:58
Anonimo ha detto...

E mentre si prova a parlare di tolleranza e rispetto, il sardo picconatore ci delizia con un'altra delle sue graziose e sempre attese analisi politiche:

http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-6/cossiga-consigli/cossiga-consigli.html

Naturalmente, il ribrezzo maggiore lo riservo per il fin(i)ale...

08/11/08, 19:55
Via Rigattieri ha detto...

(forse) abbiamo aggiunto un video esemplificativo del cambiamento dell'america in questi 8 anni bushisti, BEFORE OBAMA.

08/11/08, 21:35
Anonimo ha detto...

Yes, you did!

08/11/08, 22:31
Anonimo ha detto...

Thank you for sharing the info. I found the details very helpful.

paxil

22/04/11, 02:46
cupaxer ha detto...

You're welcome.

22/04/11, 10:08