Cinemadagascar - Alla scoperta di Claude Le Monsieur

sabato, ottobre 15, 2011


Alcuni grandi autori sono al contempo motivo di stimolo e ragione di cruccio per gli appassionati e gli studiosi di cinema. Claude Le Monsieur, per molte ragioni, ne è il rappresentante per eccellenza. Figlio diretto della linea realista della settima arte, discepolo ideale di Jean Rouch da un lato e Pier Paolo Pasolini dall'altro, è uno dei pochi registi ad essere riuscito a combinare nella sua opera l'unione sempre sognata di documentario di creazione e finzione di realtà. I suoi film sono la rilettura poetica di 40 anni di storia del Madagascar, isola che diventa metafora del mondo intero e pietra di paragone delle evoluzioni della società contemporanea. Naturalmente le opere di Le Monsieur sono difficilissime da trovare, e ciò è dovuto senz'altro a ragioni economiche (il suo è un cinema povero, così povero che non riesce neanche ad avere un commercio e una diffusione in dvd) e politiche (è uno dei pochi veri registi che ha fatto della critica a Hollywood un punto fermo della sua poetica, e dell'anticapitalismo militante un motivo di vanto). Bisogna seguire con grande attenzione le occasioni in cui la sua opera riesce a manifestarsi, sfruttando magari una qualche distrazione del sistema distributivo internazionale. Se in Francia tali occasioni sono comunque state possibili nel corso degli anni, l'Italia è - come sempre - ancora molto indietro. Per questa ragione bisogna essere molto grati a Martino Lo Cascio per aver organizzato il progetto Cinemadagascar, che prevede a Palazzo Steri di Palermo un'esposizione di locandine, foto e oggetti di scena (visitabile fino al 30 ottobre: da non perdere) tratti dalla vasta filmografia di Claude Le Monsieur. Lo Cascio ha avuto modo di intervistare Claude - poco prima della sua scomparsa: ad oggi non si sa che fine abbia fatto il regista malgascio - in un video di 10 minuti in cui il regista parla a ruota libera dei suoi progetti, dei suoi sogni e dei suoi punti di riferimento cinematografici. Dopo aver studiato cinema a Parigi, e concependolo come un'arte che deve continuamente confrontarsi con istanze teoriche prettamente filosofiche, decide di tornare nel suo paese e cominciare a lavorare a partire dal proprio villaggio e con la propria gente, nel tentativo di trasfigurare costantemente il dato nel sognato. Un documentarista visionario, per così dire, che non ha mai smesso di sconfinare nel campo della finzione. Tra i suoi capolavori si ricordano il cortometraggio La monnaie, del 1982, che dopo aver riscosso un grande successo anche in Francia diventa presto un lungometraggio; Maman Clarisse, del 1993, una specie di Mamma Roma in chiave malgascia; Les deux bandes, del 2009, road movie realizzato in tempi miracolosi e con un budget ancora più ridotto del solito; e infine La vie épanouie, del 2011, film sui rapporti di forza e le relazioni di tenerezza che si instaurano tra i gruppi di giocatori di bocce e che, naturalmente, non ha ancora trovato una distribuzione europea. All'interno dell'esposizione Cinemadagascar si possono trovare, oltre ad altri oggetti di scena, anche alcune lettere autografe di Le Monsieur a Pasolini e Jean-Luc Godard. E' opportuno ricordare che, su espressa richiesta di Claude Le Monsieur, il ricavato della vendita dei materiali sarà interamente devoluto a un progetto di sviluppo e cooperazione in Madagascar per l’aiuto di 30 bambini e delle loro famiglie che vivono in condizioni di miseria assoluta in una bidonville di Antsirabe. Non solo un grande autore, ma anche un regista sensibile. 


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