paris II

mercoledì, aprile 28, 2010



grazie a luca s.

Pensieri veloci contro la nuvola - II

venerdì, aprile 23, 2010

Come promesso ecco il secondo pensiero veloce contro la nuvola. Molti staranno pensando che la nuvola non c'è più e che quindi non ha tanto senso scrivere un pensiero contro qualcosa che non c'è più. 

Ma noi lo facciamo lo stesso, anche perché, come già abbiamo detto la nuvola è sempre sopra di noi (contro franci in particolare). A parte questo, anche se non ce lo meritiamo, questo pensiero era già li, assieme ad altri che però per ora non renderemo mai pubblici. 

Ancora una volta, questo pensiero deve qualcosa a una foto di Cartier-Bresson (e non Bresson e basta mi ha detto il capo, che sono proprio un ignorante e poco fine). Però, come l'altro, da essa non è completamente dipendente. 

Vorrei infine dedicare questo pensiero a tutti noi. Tutti noi che in questi anni la nuvola ce la siamo cercata e che un po' per caso, un po' per scelta, un pò per rassegnazione ci siamo ritrovati tra le mura poco luminose di una casa in una strada stetta e affollata.


ps. io non ho la pazienza di ricontrollare se ho scritto bene sopra e ho compiato bene sotto. Il primo che fa commenti sugli errori lo odio, sappiatelo. Un pensiero va a E. e G. ,  un ringraziamento invece a D. F.

addio per sempre




Figli della stessa nuvola

Hanno annodato le nostre vite.
In queste stanze poco luminose
s'intrecciano i nostri sguardi lenti,
con quelli di vecchie suore dalla mani fredde.

Siamo tutti figli d'un solo giorno,
quando Cristo è morto sulla croce
e Abramo ha pugnalato Isacco.
Quando la terra grigia ha tremato
e gli Angeli hanno celebrato il ritorno del padre.

Tutti figli della stessa nuvola.
Il mio sorriso svanisce lento
sul volto della persona accanto,
poi s'arrampica su di un viso che ha appena pianto.

Pensieri veloci contro la nuvola - I

lunedì, aprile 19, 2010

Sono giorni tristi, giorni in cui le nuvole sono fuoriuscite dai nostri pensieri e si sono realizzate.

Benedetto vulcano che ti sei incaricato di far vedere al mondo come si vive con una nuvola nera sopra. E siccome molti di noi da tempo vivono con questa nuvola sopra, una nuvola che toglie la possibilità della minima visione del futuro, noi, dopo la svolta sociale, ci incarichiamo di un'altra svolta, quella della leggerezza, come diceva qualcuno. Non si fa altro che offrire pensieri, non per forza allegri, ma che si vogliono almeno leggeri: fa più male a essere uccisi con una piuma che con un macete...

Per questo pensiero ci affidiamo alla foto di un genio, una delle tante, la prima per noi, speriamo non l'ultima. Grazie al vulcano, grazie a Bresson...




Il ragazzo del vino

Sono importante perché porto del vino,
fiero perché nelle mie mani,
che un giorno accarezzeranno i grappoli aspri
o forse li schiacceranno in sacrificio,
reco due bottiglie pesanti e scure
che oggi, giorno del Signore,
coloreranno le labbra e il viso di mio Padre.

E mia madre che ha cucinato,
anche Lei si è macchiata di rosso.
Versa lento il sugo sulla pasta e 
guarda mio padre alzare il bicchiere,
con gli occhi già gonfi
della speranza di un Lunedì migliore.

Ma io oggi sono il signore del vino,
e tu, ragazzina che ridi dietro di me,
hai capito forse l'importanza del mio viaggio?
Un giorno forse io cercherò di amarti!

le visage du volcan

venerdì, aprile 16, 2010

mi è arrivata via mail, da un francese non meglio identificato, un'immagine del vulcano che tanto sta incidendo in questi giorni sulla vita degli europei - e dunque, direttamente, di svariati rigattieri sparsi. la posto, perché mi pare un segno del destino. è un'immagine in qualche modo segreta, di cui non posso rivelare la fonte per evidenti ragioni di sicurezza. posso solo dirvi che è stata scattata ieri da uno degli aerei dei guardacoste islandesi.

vino rosso e pane azzimo

mercoledì, aprile 14, 2010

Da queste parti si usa bere vino rosso e mangiare pane azzimo tre volte al giorno con abiti sfarzosi. Così fa il pastore vestito di scuro che si avvicina al suo gregge. Un po' paonazzo e incerto per il vino del mattino, con lo sguardo vuoto, si dirige verso il più giovane dei suoi agnelli, Come sei bello, piccolo bianco e puro mio agnellino, così tenero e indifeso... Lo sguardo pieno dell'agnello, gli occhi grandi e gonfi di chi non può conoscere e tuttavia sa quello che sta per accadere, si perde nello sguardo adesso avido del buon pastore. Vieni mio giovane amico, tra le mie braccia io posso proteggerti e preservare la tua purezza, disse il pastore passando la mano ruvida sul manto del giovane che adesso tremava, giusto un attimo prima di versare l'unica lacrima, un attimo prima che lo stilo pasquale penetrasse le sue teneri carni.


mala tempora currunt

domenica, aprile 11, 2010

Liebesschlösser auf Hohenzollernbrücke

sabato, aprile 03, 2010



Ho già ricevuto lamentele di gente xenofoba e purista che si oppone all'uso del tedesco. Per questi che odiandomi si staranno chiedendo cosa voglia dire questo titolo, fornisco subito un'indicazione: federico moccia, ponte milvio, lucchetti. Proprio così, anche a Colonia la gente incatena le proprie speranze amorose, o le proprie frustrazioni amorose travestite da speranze, su un ponte.

Ma le scene di ponte milvio, centinaia di lucchetti sui pali, pali della luce che si suicidano gettandosi nel tevere per non poter sopportare più il peso di tutto quell'amore, queste scene solo lontane. Il romanticismo di ponte milvio, la penombra e le luci gialle che illuminano a tratti il viso degli innamorati e si riflettono sul sigillo pronto a immortalarsi per i due... lo scorrere lento del tevere che accompagna i sussurri di lui verso lei - o verso un altro lui - sono solo un sogno da queste parti.

Penso valga la pensa raccontare un paio di differenze, tanto per confermare alcuni vecchi stereotipi che ci piacciono tanto.

In prima istanza il ponte. Qui si tratta di Hohenzollernbrücke. Già il nome fa paura, o no? Si tratta di un ponte ferroviario di ferro, lungo 600 metri, largo 50 e alto come una montagna, con due corridoi laterali per pedoni e ciclisti. Il ponte avrà circa mille binari su cui costantemente sfrecciano sibilanti e puntuali ES, IC, Regionali, SB, UB. Sulle ringhiere arrugginite che dividono il corridoio pedonale dai binari, si appendono i sogni amorosi degli amanti della città.


La seconda differenza è nel fiume. Il Tevere è un fiumotto placido, diciamolo senza paura, un fiumotto italiano che scorre lento, si prende il suo tempo, fa i giri che gli pare nei quartieri più belli e suggestivi della città, si sdraia giustamente e volentieri al sole. È un fiume tranquillo, al massimo accoglie due risorantelli e un circolo canottieri  dove si rema poco e si consuma prosecco e cattiva politica. 

Il Rhein è un fiume tedesco: una corrente mostruosa, chiatte lunghe centro metri che trasportano ferro arruginito e carbone per mezza europa. Navi da crociera che sfidano la corrente e il vento, che nel Rhein si canalizza. Cose da pazzi, il Rhein mi fa paura, largo come un mare e veloce come una frustata.

Ma non c'è da preoccuparsi, le alte ringhiere di Hohenzollernbrücke proteggono lo spettatore e in particolare l'avventore del lucchetto, che così può compiere al sicuro il proprio sacrificio metallico. Peccato che pare di stare un po' in prigione: come piazzare il proprio lucchetto alle sbarre di regina coeli.

 

Potrei andare avanti per ore, ma vorrei soffermarmi solo su un ultimo particolare: i lucchetti. Qui di tratta di lucchetti tecnologici: di acciaio, titanio, con protezione in plastica della serratura, con luce per identificazione notturna, con musichette romantiche incorporate. Se poi uno riesce a superare l'ostilità dei nomi tedeschi sopraincisi - nomi che di solito stridono alle orecchie di noi intaliani - nota la cosa più interessante. Quasu ogni succhetto porta inciso il nome degli amanti. E l'incisione è fatta a regola d'arte, da un professionista, un artigiano specializzato: l'incisore dei lucchetti dell'amore. Si deve essere sviluppata proprio un'industria per questo tipo di incisioni, cose che in italia, con i nostri lucchetti scritti "a uniposca" - esiste ancora?- ci sognamo.
 
Per non andare oltre, una considerazione: quanto costa piazzare un lucchetto dell'amore a questi qui? diciamo 200 euro per un lucchetto teconologico, 100 euro per l'incisione a seconda del numero dei caratteri, mezza giornata per arrampicarsi sul ponte, il rischio di prendersi un malanno e peggio ancora di finire sotto un EC che certo non si fermerà per te... ma ne vale la pena? fosse così difficile, lo farebbero a ponte milvio?