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Liebesschlösser auf Hohenzollernbrücke

sabato, aprile 03, 2010



Ho già ricevuto lamentele di gente xenofoba e purista che si oppone all'uso del tedesco. Per questi che odiandomi si staranno chiedendo cosa voglia dire questo titolo, fornisco subito un'indicazione: federico moccia, ponte milvio, lucchetti. Proprio così, anche a Colonia la gente incatena le proprie speranze amorose, o le proprie frustrazioni amorose travestite da speranze, su un ponte.

Ma le scene di ponte milvio, centinaia di lucchetti sui pali, pali della luce che si suicidano gettandosi nel tevere per non poter sopportare più il peso di tutto quell'amore, queste scene solo lontane. Il romanticismo di ponte milvio, la penombra e le luci gialle che illuminano a tratti il viso degli innamorati e si riflettono sul sigillo pronto a immortalarsi per i due... lo scorrere lento del tevere che accompagna i sussurri di lui verso lei - o verso un altro lui - sono solo un sogno da queste parti.

Penso valga la pensa raccontare un paio di differenze, tanto per confermare alcuni vecchi stereotipi che ci piacciono tanto.

In prima istanza il ponte. Qui si tratta di Hohenzollernbrücke. Già il nome fa paura, o no? Si tratta di un ponte ferroviario di ferro, lungo 600 metri, largo 50 e alto come una montagna, con due corridoi laterali per pedoni e ciclisti. Il ponte avrà circa mille binari su cui costantemente sfrecciano sibilanti e puntuali ES, IC, Regionali, SB, UB. Sulle ringhiere arrugginite che dividono il corridoio pedonale dai binari, si appendono i sogni amorosi degli amanti della città.


La seconda differenza è nel fiume. Il Tevere è un fiumotto placido, diciamolo senza paura, un fiumotto italiano che scorre lento, si prende il suo tempo, fa i giri che gli pare nei quartieri più belli e suggestivi della città, si sdraia giustamente e volentieri al sole. È un fiume tranquillo, al massimo accoglie due risorantelli e un circolo canottieri  dove si rema poco e si consuma prosecco e cattiva politica. 

Il Rhein è un fiume tedesco: una corrente mostruosa, chiatte lunghe centro metri che trasportano ferro arruginito e carbone per mezza europa. Navi da crociera che sfidano la corrente e il vento, che nel Rhein si canalizza. Cose da pazzi, il Rhein mi fa paura, largo come un mare e veloce come una frustata.

Ma non c'è da preoccuparsi, le alte ringhiere di Hohenzollernbrücke proteggono lo spettatore e in particolare l'avventore del lucchetto, che così può compiere al sicuro il proprio sacrificio metallico. Peccato che pare di stare un po' in prigione: come piazzare il proprio lucchetto alle sbarre di regina coeli.

 

Potrei andare avanti per ore, ma vorrei soffermarmi solo su un ultimo particolare: i lucchetti. Qui di tratta di lucchetti tecnologici: di acciaio, titanio, con protezione in plastica della serratura, con luce per identificazione notturna, con musichette romantiche incorporate. Se poi uno riesce a superare l'ostilità dei nomi tedeschi sopraincisi - nomi che di solito stridono alle orecchie di noi intaliani - nota la cosa più interessante. Quasu ogni succhetto porta inciso il nome degli amanti. E l'incisione è fatta a regola d'arte, da un professionista, un artigiano specializzato: l'incisore dei lucchetti dell'amore. Si deve essere sviluppata proprio un'industria per questo tipo di incisioni, cose che in italia, con i nostri lucchetti scritti "a uniposca" - esiste ancora?- ci sognamo.
 
Per non andare oltre, una considerazione: quanto costa piazzare un lucchetto dell'amore a questi qui? diciamo 200 euro per un lucchetto teconologico, 100 euro per l'incisione a seconda del numero dei caratteri, mezza giornata per arrampicarsi sul ponte, il rischio di prendersi un malanno e peggio ancora di finire sotto un EC che certo non si fermerà per te... ma ne vale la pena? fosse così difficile, lo farebbero a ponte milvio?