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disperato erotico post
mercoledì, maggio 05, 2010
Me chiamo N. e sò 'na puttana,
lavoro pè strada senza sottana
ma quanno vado coi potenti
me vesto bene e nun mostro li denti.
Me sò fatta interi palazzi
‘ndo il potere rendeva pazzi
st'ometti vestiti de blu
che pe fammese bisognavan Gesù
me sò fatta pure 'n prelato
ch'a fatica m'ha ingroppato,
dice ch'ero vecchia e dura
ma der signò nun c’aveva paura.
Me so fatta tutto er monno,
se cerchi bene pure tu nonno
che ‘n minuto prima de schiattà
tra le mi cosce stava a sbavà.
Un giorno ch'ero a piazza colonna,
dove un tempo batteva mi nonna,
vedo st'uomo vecchio e potente.
C'avrà avuto settant'anni boni,
ma di voglia e ardor gonfi i coglioni
s'avvicina e dice «sò er presidente»
Poi me prenne e m'accovaccia,
strigne forte pe la sua gente,
spigne, spigne ma nun se la sente.
Così me insulta e m'allontana:
«vecchia ciavatta nun te guardo ‘n faccia,
nun sei bona manco a fà la puttana».
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Pensieri veloci contro la nuvola - II
venerdì, aprile 23, 2010
Come promesso ecco il secondo pensiero veloce contro la nuvola. Molti staranno pensando che la nuvola non c'è più e che quindi non ha tanto senso scrivere un pensiero contro qualcosa che non c'è più.
Ma noi lo facciamo lo stesso, anche perché, come già abbiamo detto la nuvola è sempre sopra di noi (contro franci in particolare). A parte questo, anche se non ce lo meritiamo, questo pensiero era già li, assieme ad altri che però per ora non renderemo mai pubblici.
Ancora una volta, questo pensiero deve qualcosa a una foto di Cartier-Bresson (e non Bresson e basta mi ha detto il capo, che sono proprio un ignorante e poco fine). Però, come l'altro, da essa non è completamente dipendente.
Vorrei infine dedicare questo pensiero a tutti noi. Tutti noi che in questi anni la nuvola ce la siamo cercata e che un po' per caso, un po' per scelta, un pò per rassegnazione ci siamo ritrovati tra le mura poco luminose di una casa in una strada stetta e affollata.
ps. io non ho la pazienza di ricontrollare se ho scritto bene sopra e ho compiato bene sotto. Il primo che fa commenti sugli errori lo odio, sappiatelo. Un pensiero va a E. e G. , un ringraziamento invece a D. F.
addio per sempre
Figli della stessa nuvola
Hanno annodato le nostre vite.
In queste stanze poco luminose
s'intrecciano i nostri sguardi lenti,
con quelli di vecchie suore dalla mani fredde.
Siamo tutti figli d'un solo giorno,
quando Cristo è morto sulla croce
e Abramo ha pugnalato Isacco.
Quando la terra grigia ha tremato
e gli Angeli hanno celebrato il ritorno del padre.
Tutti figli della stessa nuvola.
Il mio sorriso svanisce lento
sul volto della persona accanto,
poi s'arrampica su di un viso che ha appena pianto.
In queste stanze poco luminose
s'intrecciano i nostri sguardi lenti,
con quelli di vecchie suore dalla mani fredde.
Siamo tutti figli d'un solo giorno,
quando Cristo è morto sulla croce
e Abramo ha pugnalato Isacco.
Quando la terra grigia ha tremato
e gli Angeli hanno celebrato il ritorno del padre.
Tutti figli della stessa nuvola.
Il mio sorriso svanisce lento
sul volto della persona accanto,
poi s'arrampica su di un viso che ha appena pianto.
Pensieri veloci contro la nuvola - I
lunedì, aprile 19, 2010
Sono giorni tristi, giorni in cui le nuvole sono fuoriuscite dai nostri pensieri e si sono realizzate.
Benedetto vulcano che ti sei incaricato di far vedere al mondo come si vive con una nuvola nera sopra. E siccome molti di noi da tempo vivono con questa nuvola sopra, una nuvola che toglie la possibilità della minima visione del futuro, noi, dopo la svolta sociale, ci incarichiamo di un'altra svolta, quella della leggerezza, come diceva qualcuno. Non si fa altro che offrire pensieri, non per forza allegri, ma che si vogliono almeno leggeri: fa più male a essere uccisi con una piuma che con un macete...
Per questo pensiero ci affidiamo alla foto di un genio, una delle tante, la prima per noi, speriamo non l'ultima. Grazie al vulcano, grazie a Bresson...
Benedetto vulcano che ti sei incaricato di far vedere al mondo come si vive con una nuvola nera sopra. E siccome molti di noi da tempo vivono con questa nuvola sopra, una nuvola che toglie la possibilità della minima visione del futuro, noi, dopo la svolta sociale, ci incarichiamo di un'altra svolta, quella della leggerezza, come diceva qualcuno. Non si fa altro che offrire pensieri, non per forza allegri, ma che si vogliono almeno leggeri: fa più male a essere uccisi con una piuma che con un macete...
Per questo pensiero ci affidiamo alla foto di un genio, una delle tante, la prima per noi, speriamo non l'ultima. Grazie al vulcano, grazie a Bresson...
Sono importante perché porto del vino,
fiero perché nelle mie mani,
che un giorno accarezzeranno i grappoli aspri
o forse li schiacceranno in sacrificio,
reco due bottiglie pesanti e scure
che oggi, giorno del Signore,
coloreranno le labbra e il viso di mio Padre.
E mia madre che ha cucinato,
anche Lei si è macchiata di rosso.
Versa lento il sugo sulla pasta e
guarda mio padre alzare il bicchiere,
con gli occhi già gonfi
della speranza di un Lunedì migliore.
Ma io oggi sono il signore del vino,
e tu, ragazzina che ridi dietro di me,
hai capito forse l'importanza del mio viaggio?
Un giorno forse io cercherò di amarti!
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