Rigattieri Comunichèscion

mercoledì, settembre 03, 2008








Lesson n. 1, by Happy

Happy, il vostro Stagista preferito, è partito qualche tempo fa da Pisa.
Per vedere un po’ di mondo e anche, incidentalmente, per riprodursi (w Maciste! W la new generation!).

(in realtà la mia missione consisterebbe nella creazione di un centro di potere finanziario-politico-economico per consentire a tutti i Rigattieri di continuare a riflettere su Kant: a proposito, avete finito di leggerlo? Ma quanto è lungo, più di Harry Potter?!).

Al momento tuttavia i nostri sogni di gloria sono ancora un orizzonte lontano.
Ci stiamo lavorando, insomma.
E quindi, nel frattempo, cammin facendo, il vostro Affezionatissimo ha dovuto rimediare un impiego.
E un po’ la casualità, un po’ l’arte di arrangiarsi (= vendere il proprio luogo oscuro inferiore), mi ha condotto in una grande agenzia di comunicazione, nel cuore del mondo milanese.
Ovvero, nella Comunicazione tout-court (o savasandir, come scrive sempre Si-culo).
In questo mondo tristo e selvaggio ho imparato moltissimo: tante nozioni per voi prive di alcun interesse, ma altre che, al contrario, potrebbero un giorno farvi un po’ più scafati nel leggere un articolo di giornale (è usanza dei Rigattieri fottere ogni giorno una copia della Repubblica dalla mensa della Normale perché giaccia inerte sotto i rotoloni Regina).

E così, ho pensato di raccontarvele, non avendo evidentemente di meglio da fare.

Tutto ciò che si dirà di seguito può essere tranquillamente smentito da chi ne sa senz’altro più di me (Giusy, mi fido di te!).

Come prima lezione, limitiamoci agli assiomi fondamentali.
1) L’esistenza - materiale e immateriale, contingente e trascendente - di un’agenzia di comunicazione è del tutto superflua.
2) Il 60% delle notizie economiche provengono da agenzie di comunicazione (ovvero da professionisti schizzati confidenzialmente soprannominati PR).
I due assiomi sono in evidente contraddizione. Come mai?
La storia è lunga (ma sennò perché questa si chiamerebbe lezione 1?). Ci arriveremo con calma.
Intanto, possiamo stabilire sulla base dei due assiomi una prima conclusione: che fare il PR significa appartenere all’ultimo anello della catena alimentare della comunicazione, che è un lavoro inutile (se non di m….) ma di cui, nonostante tutto, i giornalisti senza macchia e senza paura non possono fare a meno.
Fine della trasmissione

p.s.: Ora, perdonate lo spazio dedicato a una questione personale. Capo, ma per queste mie lezioni sai per caso se la Provincia ha stanziato qualcosa? Altrimenti possiamo chiedere, come al solito, al nostro Comitato (tu sai di chi sto parlando, vero?). Grazie, alla prossima.


Comments

4 Responses to “Rigattieri Comunichèscion”
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Anonimo ha detto...

happy, sei il più forte di tutti.

03/09/08, 11:51
Anonimo ha detto...

Non sono sicura di aver capito....un PR e' capace di diffondere una notizia economica proveniente da un luogo di non necessaria esistenza, detto anche agenzia di comunicazione, senza che per questa magia lui debba prendersi alcuna responsabilita'?
Che straordinario potere...quasi un miracolo, direi.

Molto interessante il mondo della comunicazione...

Ma forse non ho capito.

03/09/08, 12:07
Anonimo ha detto...

...pr...
Possiamo Riparlarne?
e riparliamone!!

03/09/08, 12:08
Anonimo ha detto...

no no, Tex, hai capito benissimo.

03/09/08, 12:20