già dall'inizio si annunciava come una delle tipiche trovate alla cofe. ma come smorzare il suo entusiasmo, la sua palpabile eccitazione? ho aderito senza esitazione alcuna. "ci dobbiamo prenotare!", mi dice quasi sussultando. va bene, prenotiamoci. "me l'ha detto quella, la deleuziana carina". benissimo cofe, andiamo, mi fido completamente: fammi solo sapere dove devo arrivare, a che ora, pensa a tutto tu. d'accordo, d'accordo. un'avvisaglia l'avevamo avuta, a dirla tutta, la sera prima: mail di avviso della prenotazione avvenuta all'evento (organizzato da chi? in cosa consiste? tutto ignoto), dice che dobbiamo portarci computer e casco. cofe, io il casco ce l'ho a palermo. non ti preoccupare còin ci penso io, scrivo una mail per chiedere che cazzo vuol dire. còin, apposto, vuol dire cuffie: ci dobbiamo portare computer e cuffie. va bene cofe, ci porteremo computer e cuffie. ma queste cose, se non le facciamo a parigi, ma dove le facciamo? vero cofe, vero, sono contento. apposto, apposto, ciao ciao.
l'indomani. skype. cofe: come ci organizziamo? cofe, dimmi tu, dimmi a che ora mi devo fare trovare e dove. ok, la cosa inizia alle 3, è un po' fuori parigi. come fuori parigi? no non fuori parigi, non ti preoccupare, appena sopra il boulevard peripherique, ci arriva la metro. ok, ok. ci troviamo alle 14.30 a Garibaldì. bene. mangio in fretta con F., che mi è venuto a trovare, pezzo di carne e patatine al ristorante di piggì a belleville, poi parto. bella la linea 2 di giorno, tutta sopra, si vede un sacco parigi, passa vicino al canale dell'ourq, barbés, poi a un certo punto si inabissa, passa anche da pigalle. cambio, arrivo a garibaldì. aspetto un po', arriva cofe. ci incamminiamo nella periferia parigina - ma st. ouen è quartiere simpatico.
arriviamo nel posto dell'evento. una sorta di centro sociale, enorme, c'è un ristorante, chiediamo informazioni. "siamo venuti per l'atelier sulla voce di Deleuze". L'atelier sulla voce di Deleuze? Cofe dove siamo finiti, qua non c'è niente. ma no, fidati, ora troviamo. scusa ma la tua amica? eh ma lei non viene. come non viene, cofe, prima ti invita e poi non viene? eh si se veniva mica ti portavo. ah ok. eh.
arriva V., ci dà delle informazioni, ci fa vedere una mega installazione al semibuio su Deleuze, con dei video. su una parete grande è proiettato il video di due tizi in un bosco. "è il bosco di vincennes", ci dicono, con grande deferenza. ah. quello del primo maggio, ci ho giocato a calcio, ho capito. ci presentano S. parliamo un po' in francese, lei parla super sottovoce e in maniera suadente, forse, secondo lei. convenevoli, poi vedo su un tavolo l'immagine-tempo in italiano, le chiedo come mai? e lei mi dice che è italiana. ah, noi pure siamo italiani! ah oui? mais en fait nous on ... e continua a parlare in francese, come se niente fosse. bah.
insomma ci spiega un po': lei ha fatto un film, che ha proiettato anche a procida, riutilizzando i video che M. B. ha fatto dei corsi di Deleuze a Vincennes, e oggi l'atelier è proprio con M. B.: avremo occasione di parlare con lei, discutere ecc. cazzo cofe, questi ci fanno parlare. ma no dai, ora vediamo che succede. 7 prenotazioni, pare. io vedo che ci siamo io, cofe, S., arriva M. B., V. e altri 2 (ma gli organizzatori sarebbero esclusi dalla prenotazione, vabbè). mentre aspettiamo ancora, S. ci racconta ancora delle cose, sull'idea del progetto, su D&G, su di noi. ma noi chi, cofe? noi, noi. avrete presente sicuramente il danzatore buto masuka magrolino, ci dice, ecco lui è andato in questo ex manicomio in cui lavorava Guattari, è un posto stupendo, in cui i medici sono un po' malati e i malati sono un po' medici. lui è rimasto lì un po' di tempo, io ci sono andata col mio compagno e non volevo più andare via, ce ne sono rimasti pochi di posti così, ce li stanno togliendo tutti. cofe, che ci stanno togliendo? i posti così. dai ma ci dobbiamo andare pure noi. ehò. e anche l'atelier di oggi è una specie di cosa di contestazione verso l'università per come la stanno facendo diventare, ci dice. ma chi? ma loro! e noi chi siamo, cofe? noi, noi, ma stai tranquillo. il tavolo per esempio è tutto stondeggiato e coi buchi, ma fatti apposta, forse perché il rettangolo è una forma e noi non siamo formali, vogliamo rimanere nel manicomio. mah, io tutti i torti...
insomma, presentazione del posto: artisti ecc, autoprodotto belle storie. progetti culturali, tipo questo. bello. parla M.B.: sono anni che sto curando un progetto sulla voce di Deleuze, trascrizione dei testi e messa in linea dei corsi. bello, meritorio, il sito lo conosco anche. ecco, sono anni, il lavoro è molto duro, molto importante (aria compresa). si. cofe. si coin. ma. si. a che ci serve il computer? boh, è in linea. connetetevi al sito, dice M.B. . tié, il mio non si connette. prendete un file. cofe. aprite un file word. cofe. ascoltate l'audio e correggete le trascrizioni che hanno fatto altri volontari prima di voi. cofe ma che cazzo dice questa? ... cofe ma scusa cosa siamo venuti a fare? l'atelier è praticamente che noi stiamo qua a correggere e trascrivere i corsi di deleuze? cofe scusa siamo venuti a st. ouen in un garage freddo con un gruppo metallaro che prova di là portandoci computer e casco per perdere un pomeriggio appresso a questi quattro fricchettoni per correggere il lavoro che dovrebbe fare questa qua, o qualcuno che è pagato per farlo? ... cofe ma ti sei accorto che questi quattro fricchettoni HANNO TUTTI IL MAC? COFE MA TI RENDI CONTO CHE ABBIAMO TUTTI IL MAC? COFE MA COSA CI STA SUCCEDENDO, COFE, RISPONDIMI, COFE! ...
alle 18 siamo andati via, dopo aver letto e corretto una lezione di Deleuze sul cinema, al freddo, al buio, aggratis. ma se queste cose non le facciamo a parigi, dove?
l'indomani. skype. cofe: come ci organizziamo? cofe, dimmi tu, dimmi a che ora mi devo fare trovare e dove. ok, la cosa inizia alle 3, è un po' fuori parigi. come fuori parigi? no non fuori parigi, non ti preoccupare, appena sopra il boulevard peripherique, ci arriva la metro. ok, ok. ci troviamo alle 14.30 a Garibaldì. bene. mangio in fretta con F., che mi è venuto a trovare, pezzo di carne e patatine al ristorante di piggì a belleville, poi parto. bella la linea 2 di giorno, tutta sopra, si vede un sacco parigi, passa vicino al canale dell'ourq, barbés, poi a un certo punto si inabissa, passa anche da pigalle. cambio, arrivo a garibaldì. aspetto un po', arriva cofe. ci incamminiamo nella periferia parigina - ma st. ouen è quartiere simpatico.
arriviamo nel posto dell'evento. una sorta di centro sociale, enorme, c'è un ristorante, chiediamo informazioni. "siamo venuti per l'atelier sulla voce di Deleuze". L'atelier sulla voce di Deleuze? Cofe dove siamo finiti, qua non c'è niente. ma no, fidati, ora troviamo. scusa ma la tua amica? eh ma lei non viene. come non viene, cofe, prima ti invita e poi non viene? eh si se veniva mica ti portavo. ah ok. eh.
arriva V., ci dà delle informazioni, ci fa vedere una mega installazione al semibuio su Deleuze, con dei video. su una parete grande è proiettato il video di due tizi in un bosco. "è il bosco di vincennes", ci dicono, con grande deferenza. ah. quello del primo maggio, ci ho giocato a calcio, ho capito. ci presentano S. parliamo un po' in francese, lei parla super sottovoce e in maniera suadente, forse, secondo lei. convenevoli, poi vedo su un tavolo l'immagine-tempo in italiano, le chiedo come mai? e lei mi dice che è italiana. ah, noi pure siamo italiani! ah oui? mais en fait nous on ... e continua a parlare in francese, come se niente fosse. bah.
insomma ci spiega un po': lei ha fatto un film, che ha proiettato anche a procida, riutilizzando i video che M. B. ha fatto dei corsi di Deleuze a Vincennes, e oggi l'atelier è proprio con M. B.: avremo occasione di parlare con lei, discutere ecc. cazzo cofe, questi ci fanno parlare. ma no dai, ora vediamo che succede. 7 prenotazioni, pare. io vedo che ci siamo io, cofe, S., arriva M. B., V. e altri 2 (ma gli organizzatori sarebbero esclusi dalla prenotazione, vabbè). mentre aspettiamo ancora, S. ci racconta ancora delle cose, sull'idea del progetto, su D&G, su di noi. ma noi chi, cofe? noi, noi. avrete presente sicuramente il danzatore buto masuka magrolino, ci dice, ecco lui è andato in questo ex manicomio in cui lavorava Guattari, è un posto stupendo, in cui i medici sono un po' malati e i malati sono un po' medici. lui è rimasto lì un po' di tempo, io ci sono andata col mio compagno e non volevo più andare via, ce ne sono rimasti pochi di posti così, ce li stanno togliendo tutti. cofe, che ci stanno togliendo? i posti così. dai ma ci dobbiamo andare pure noi. ehò. e anche l'atelier di oggi è una specie di cosa di contestazione verso l'università per come la stanno facendo diventare, ci dice. ma chi? ma loro! e noi chi siamo, cofe? noi, noi, ma stai tranquillo. il tavolo per esempio è tutto stondeggiato e coi buchi, ma fatti apposta, forse perché il rettangolo è una forma e noi non siamo formali, vogliamo rimanere nel manicomio. mah, io tutti i torti...
insomma, presentazione del posto: artisti ecc, autoprodotto belle storie. progetti culturali, tipo questo. bello. parla M.B.: sono anni che sto curando un progetto sulla voce di Deleuze, trascrizione dei testi e messa in linea dei corsi. bello, meritorio, il sito lo conosco anche. ecco, sono anni, il lavoro è molto duro, molto importante (aria compresa). si. cofe. si coin. ma. si. a che ci serve il computer? boh, è in linea. connetetevi al sito, dice M.B. . tié, il mio non si connette. prendete un file. cofe. aprite un file word. cofe. ascoltate l'audio e correggete le trascrizioni che hanno fatto altri volontari prima di voi. cofe ma che cazzo dice questa? ... cofe ma scusa cosa siamo venuti a fare? l'atelier è praticamente che noi stiamo qua a correggere e trascrivere i corsi di deleuze? cofe scusa siamo venuti a st. ouen in un garage freddo con un gruppo metallaro che prova di là portandoci computer e casco per perdere un pomeriggio appresso a questi quattro fricchettoni per correggere il lavoro che dovrebbe fare questa qua, o qualcuno che è pagato per farlo? ... cofe ma ti sei accorto che questi quattro fricchettoni HANNO TUTTI IL MAC? COFE MA TI RENDI CONTO CHE ABBIAMO TUTTI IL MAC? COFE MA COSA CI STA SUCCEDENDO, COFE, RISPONDIMI, COFE! ...
alle 18 siamo andati via, dopo aver letto e corretto una lezione di Deleuze sul cinema, al freddo, al buio, aggratis. ma se queste cose non le facciamo a parigi, dove?
Comments
34 Responses to “l'evento”
Post a Comment | Commenti sul post (Atom)
Non ci si può fidare a lasciarvi soli.. che poi, da crofe me lo aspetto pure, ma tu croin, tu..
10/12/09, 09:48era un'iniziazione, conio. capisci? l'avrà fatta anche piggì, a suo tempo.
10/12/09, 11:10siamo entrati a far parte dell'esercito (naturalmente volontario, mica siamo una macchina statale: siamo una macchina da guerra che lavora aggratis, nel nome augusto di coului che le unghie giammai si tagliava) dei deleuzisti.
E abbiamo dato il nostro contributo. io ho capito che laddove lo sbobinatore ragionevolmente scriveva "n'ose faire" si trattava in realtà di "noosphère" (o almeno spero), mentre tu hai capito tutte le altre parole. e in cambio siamo stati ammessi alla massoneria rizomatica, al grado di apprendista singolarità preindividuale.
e ormai li teniamo per le palle, conio. abbiamo le password. se domani decidiamo che il deleuzismo non ci ha ricompensato abbastanza andiamo sul sito e clicchiamo reset.
e facciamo trionfare la Reazione.
questo post è pura metafisica
10/12/09, 16:28ah, volevo soltanto aggiungere, per consolare còin, che a suo tempo io ho fatto il tecnico del suono per tre giorni, dormendo tre ore a notte, per microfonare 500 pisani che leggevano le metamorfosi di ovidio...
10/12/09, 16:30il punto è, caro eppi: te l'avevano spacciata come la cosa più cool che tu potessi fare?
10/12/09, 16:33sì
10/12/09, 16:38allora apposto.
11/12/09, 01:10se ti hanno anche dato le password potresti resettare le metamorfosi di ovidio.
no, mio caro Apprendista di singolarità, non lo farei mai, perché come in fondo dimostra questo geniale post del Capo, sono proprio questi eventi al limite della paranoia i più formativi per il carattere di un giovane intellettuale...
11/12/09, 12:43l'importate è andare nei posti più impensati per incontrare persone assurde. solo così, nella più totale sur-realtà, possiamo trovare conferma di quanto siamo sani di mente.
in fondo in fondo, dobbiamo ringraziare il banale buonsenso della nostra educazione e i film con bruce willis: sono il comodo rifugio nel principio di realtà.
certo che sei proprio un reazionario, eppi...
11/12/09, 13:25il principio di realtà, il buonsenso, la sanità di mente, i giovani intellettuali, brusuillis.
eppoi, soprattutto, siamo diventati apprendisti singolarità (nel senso che apprendiamo al fine di diventare una singolarità preindividuale, abbandonando finalmente questa forma dispotica della persona umana in cui il potere ci ha rinhiusi; non nel senso che impariamo le singolarità).
oddio, l'italiana che a pariggi con gli italiani parla francese sottovoce!!! quante ne ho viste!! sarà l'invidia, ma ti giuro che le prenderei a scudisciate!
11/12/09, 14:59molto più che reazionario, mio caro preindividuo in fieri...
11/12/09, 15:02che poi, vogliamo indagare filologicamente il lessema "singolarità preindividuale"?
semanticamente, è ossimorico.
come fai a definirti "ente singolo" e al tempo stesso negare "l'individualità"?...
ma andiamo, va bene essere un filosofo francese del novecento, va bene che facevi lezioni sul cerchio, va bene che non ti tagliavi le unghie, però, cazzo, il principio di non contraddizione..
dai, è un fondamentale..
sennò, passami il confronto reazionario, è come crossare in area facendo la rabona (vedi Baggio) e alla fine sbagliare lo stop di piatto, eh!
e poi, vogliamo parlare di questa pazza che se ne voleva restare (giustamente) al manicomio?
povero Capo, lui che ha così poco tempo per vedere Jarmush e Brook!
parlare a noialtri del principio di contraddizione è come parlarci di manganello e olio di ricino.
11/12/09, 15:44e parlarci di lessema è come parlarci di astercoti.
per non dire della rabona
11/12/09, 16:04uuuhhhmamma, quanto siete suscettibili..
11/12/09, 17:04voi deleuziani non vi facevo così vittimisti...
ma comunque la girate senza struttura non si va da nessuna parte, altro che sovvertimento del potere che permea e costruisce concetto di persona... cosa ci rimane in mano, un grumo di neuroni senza coerenza né logica?
puntualizzo. la rabona di baggio è arte.
11/12/09, 17:05Questa batte decisamente la mia conversazione su "Qu'est-ce que c'est l'utilité?".
11/12/09, 18:14Capo, ora non potrai più chiederti come possono succedermi le cose più strane. Sei strano pure tu.
PS: arrivo a Parigi martedì sera, pare.
...aiuto (detto sottovoce, in un manicomio francese, mentre mi prendevano a scudisciate...)
11/12/09, 20:22e pensare che quando happy ha detto che quella era pura metafisica pensavo fosse un complimento (o lo era?)
11/12/09, 21:52ma insomma, come dice coin, a me il post mi ha fatto pisciare dal ridere, epperò non ho potuto non notare (vedete come ci giro in-torno [à la cacciari, il cui nipote è stato arrestato oggi per gli scontri di copenhagen]) il tono un po' apocalittico e un po' integrato del capo, che - direte - se è capo un po' reazionario dovrà pure esserlo. O no?
ma chi cazzo è che scrive dei messaggi così sconnessi come questo??? Certo che voi deleuziani...
11/12/09, 21:54e non posso fare a meno di notare (a parte lo sguardo di condivisione per lo scudisciatore di neomi) che anche il tono dell'amico ferari non sembrava mica tanto convinto e convincente. Come diceva uno scudisciatore di professione: "francesi, ancora uno sforzo per essere deleuziani!". In realtà era Repubblicani, ma non voleva dire Scalfari e La Malfa, mais Saint Just.
11/12/09, 21:57giusto per preparare coin al seminario su kripke (ma dedicata alferari): ma Adamo, no, è proprio Adamo in tutti i mondi possibili? O è un Adamo vago, ovverosia sub ratione possibilitatis? Mettiamo che in un mondo possibile Adamo facesse il sub, anziché il mangiatore di mele, bene, sarebbe sempre Adamo? Per Kripke naturalmente sì. Ma mettiamo che la referenza non sia Adamo, ma la mela smangiucchiata. Adamo sarebbe un attributo della mela? Della mela? Sì, la mela come hypokeimenon, embè? Niente, il fatto non è né la mela né Adamo, ma le singolarità pre-individuali, cioè pre-Adamo e pre-mela, di Adamo e della mela. La qualità senza soggetto, detta anche il "tratto".
11/12/09, 22:06Ora al manicomio ci voglio andare anch'io.
11/12/09, 22:56la mela dei pokemon!!dei pokeimenon....dei pokei/meon...neom...ohm....ohm....ohm.... (mentre continuo a farmi scudisciare...sì...sìììì....sìììììììì!!!!!! scudisciami tutta, anonimo!!!!!!)
11/12/09, 23:13attenzione, non vorrei essere frainteso: giudico assolutamente geniale il post, nato sulla spinta di un'iniziativa altrettanto geniale di còferi.
11/12/09, 23:36inoltre, avevo inizialmente dato ragione e sostegno alla posizione di còferi, poi còferi - non si sa perchè - si è indispettito sentendo parlare della filmografia brucewillisiana...
e da lì sono volati stracci sulla Reazione e gli Astercoti (parola che ho immediatamente insegnato a Maciste)..
ma, a parte un po'di sane sportellate filosofiche, direi che è tutto apposto..
Mangerei volentieri al ristorante di piggì a belleville, pur ignorando totalmente chi sia l'uno e dove sia l'altro.
12/12/09, 16:15(vicina di casa di cofe)
...qualcuno che ignora chi sia piggì...pesante....
12/12/09, 16:43c'è da dire che la rinascita del blog ha coinciso con un'estrema deleusità dei commenti...
12/12/09, 19:01Qualcuna che ha il coraggio di fare la vicina di cofino.. pesante.. Stai attenta a Masuka..
13/12/09, 16:57cc, ma non l'hai capito ancora? Allora ti faccio una rivelazione: è Masuka la vicina di cofino!
13/12/09, 18:10pesante...pesante...
13/12/09, 19:32cari rigatti, parlate di cose interessanti, sì (credo sulla parola), ma del vero evento atteso anche da i non invitati quando cominciate a parlare? Quando entra nel vivo il cenone di Via Rigattieri italo-trans-cisalpino, nonché virtuale?
13/12/09, 20:58nb: se esuli si trovassero in via siracusa (tipo casa del capo in panormo) per i giorni fatidici, troveranno accoglienza e una tazza di tè (così-così).
si annunciano esuli, siate pronti
14/12/09, 11:35evviva i coraggiosi!
17/12/09, 16:01Posta un commento