Raccontata dal blog stesso (come entità umana manifestata per volontà del dio del Blog).
Avevo appena pensato a come sarebbe stato il risveglio dopo un sogno di tal specie. Un sogno strano, un sogno della coscienza, uno di quelli in cui sei proprio tu a dipingere di un blu delicato e rilassante gli inconoscibili risvolti dell’animo umano. Che senso ha dipingere se non c’è luce? Dovrebbe domandarsi altro da questo un uomo che dipinge le pareti sconnesse di una caverna? Che senso ha il colore se non c’è luce? Dovrebbe forse chiedersi altro un cieco? E un uomo che dipinge dentro la sua caverna?
Quando i sogni perdono la loro contraddittorietà, non sono più tali, ma sono un’altra vita, un altro pensiero, sicuramente un intenzione decisa. Quando si tratta di questi sogni, allora non è questione di spavento, angoscia o piacevolezza, si tratta di altro, di vivere altro, di vivere diversamente la stessa realtà o di viverne un’altra. Allora la questione non è di svegliarsi, aggrapparsi alla speranza che “proprio questo sia proprio un sogno” o del sospiro fatato che dice “peccato era solo un sogno”. La questione riguarda il riaddormentarsi, un riaddormentarsi che non è tale e risuona come un risveglio. Dunque nel riaddormentarsi è la salvezza, e questo fu il mio ultimo tentativo.
Singoli tratti, solo linee spezzate
di una mano tremante che incerta disegna;
gocce di un tramonto nebbioso
dilagano informi su di un manto nevoso
scavano solchi più o meno profondi
nicchie di idee pur senza contorni.
Ho trovato questo nei miei ultimi pensieri. Non ricordo esattamente se fosse una voce silenziosa a parlare, o se fossero lettere di un alfabeto a me sconosciuto. Fu comunque piacevole, questo è certo, in questo caso la sensazione è più forte del ricordo, in questo caso la sensazione persiste, il ricordo ha perso importanza. Non ne compresi il significato, ma la sensazione mi convinse che non fosse questa la cosa importante, il blu intenso del mare, il blu leggero del cielo, mi convinsero della vanità del senso. Così forte è la sensazione, così seducente l’istante in cui corpo e pensiero divengono definitivamente e completamente la stessa cosa. I colori, gli odori e i suoni, il caldo e il non caldo, diventano pensiero puro; il ricordo scompare perché del ricordo stesso non ha più senso. La conoscenza è immediata, assolutamente musicale, perfetta, armoniosa, istantanea ed eterna.
Dunque così è morto il blog, dall’irrealtà delle nostre parole, si è manifestato come entità autonoma, ha parlato e ci ha raccontato la sua morte. Attenti però che la morte coincide con la rinascita; dalle ceneri delle nostre vecchie parole, dai discorsi, dai tratti confusi del mondo degenerato, rinascerà più forte di prima.
Il dio del blog ha voluto farvi partecipi di tale istante sovrannaturale, per dimostrarvi la sua superiore benignità. Il blog continuerà a vivere per voi e con voi, ma con una nuova consapevolezza.
Colgo inoltre l’occasione per comunicare l’investitura del cavagliere Doros, che presto riceverà gli strumenti per diventare uno dei protagonisti attivi. Saluto infine la condottiera Tex. In loro sono riposte le mie speranze future. Che siano modello e monito per tutti.
Comments
5 Responses to “Seconda manifestazione del dio del blog (in versione benevola questa volta)”
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A dddio, domani c'hai l'esame!!!!! Ricordatelo!!!!!
10/02/05, 17:34...nell'incomprensibile mi perdo, non senza godimento...nel vuoto la pienezza, senza vezzo né trucco però....aprezzo umilmente, per quanto sia permesso ad un poliglossa, che cerca il mistero nella chiarezza delle parole....
10/02/05, 18:00Tento,ora,la chiarezza invece nell'oscurità del Logos, del Verbo....
Mi ritiro in meditazione....
Sto Dio...lo ripeto...mi fa 'na sega..........
10/02/05, 18:07Posa il fiasco!!!!!!!!!
11/02/05, 16:57"La morte: mi sembra inutile e malvagia come sempre, mi sembra il male primordiale di tutto ciò che esiste, l'irrisolto e l'incomprensibile, il nodo in cui tutto da tempo immemorabile è stretto e preso e che nessuno ha osato recidere."
12/02/05, 13:33Per questo gioisco della rinascita...
A
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