NRC III - Il volo

sabato, settembre 25, 2010


Un Wim Wenders così esplicitamente politico mancava all’appello. E pour cause, verrebbe da dire. Uno esce dalla pseudo-sala in cui proiettano il mediometraggio Il volo (difficilissimo da vedere e certamente da non perdere) e non sa bene che pensare, per questioni che hanno a che fare con la deontologia se non con l’etica, riassumibili nella seguente domanda: che fiducia (si può, si deve) avere nella finzione? Il regista sembra averne poca, purtroppo, nonostante la forza che assumono sotto la sua direzione le immagini di un pallone, di un’enorme muraglia e di un piccolo deltaplano che si libra sul cielo di Badolato, in Calabria. Il sud di questo film è un altro modello di sviluppo, una lotta contro i fantasmi ambientata in un ring fantastorico tra vecchia emigrazione e nuova immigrazione. Ma il nuovo vecchio scontro è ancora una volta quello tra finzione e documentario, avvenire del 3D e origini del cinema: si può raccontare la realtà, la verità, attraverso una storia? È un peccato che Wenders ci creda poco, perché la sua presenza ossessiva sullo schermo eccede il limite del didascalico. Eppure la soluzione c’era, ed era lì, tra una voce fuori campo e l’altra: la voce delle immagini che inventano una storia nella storia, rendendola universale. È nel volto di Ben Gazzara, nelle gambe di Peppino. E se è vero che “solo con le idee si può sconfiggere la barbarie”, come afferma il sindaco di Riace, Domenico Lucano, Wenders poteva forse rifletterci di più (e farsi inquadrare di meno).

Comments

7 Responses to “NRC III - Il volo”
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Anonimo ha detto...

Sarebbe bella una lettura comparativa con "Le quattro volte" di Frammartino, l'hai visto?

http://www.lequattrovolte.it/

Parte da Parmenide...

25/09/10, 17:48
capo ha detto...

caschi a fagiuolo: lo vado a vedere stasera all'Arsenale, ché finora non lo avevo beccato da nessuna parte (lo facevano al forum des images ma lo persi). ho grandissime aspettative

25/09/10, 17:53
Anonimo ha detto...

Bene, io Wenders non l'ho visto, aspetto paragoni. Frammartino monta un affresco cinematografico di grande effetto, considerato che nel film non si sente una parola.

25/09/10, 18:26
ilsilenziodelleimmaginidasalotto82 ha detto...

sti film do venon si parla ci hanno rotto il cazzo... immagini in movimento ma neanche tanto!

25/09/10, 20:00
capo ha detto...

beh, Frammartino fa (esattamente nelle stesse zone, tra l'altro! Caulonia non è distante da Badolato e da Riace, a quanto pare) esattamente l'opposto di quello che fa Wenders, e cioè crea una poesia visiva basandosi solo sulle immagini, e dunque crede tantissimo nella finzione (ma più che altro frantuma l'opposizione tra documentario e finzione, la massacra, la svilisce del tutto, ci mostra come siamo arretrati a opporre ancora documentario e fiction...). Nel film di Wenders la presenza in campo del regista ha senso, fino a un certo punto, ma poi rischia di sfiorare il ridicolo nell'intervista al sindaco di Riace (senza mai raggiungere i livelli, agghiaccianti, della terrificante presenza di Calopresti nel film sulla ThyssenKrupp) e nei commenti che dicono "stiamo facendo questo, se non si fosse capito". Frammartino non lo fa mai, per fortuna, ti abbandona al flusso delle immagini in tutta la sua "realtà" (coraggiosamente: perché in questo modo il suo film non è affatto facile), e ci crede così tanto che ne risulta un'opera superlativa e (come direbbe Stanis La Rochelle) veramente poco italiana. Frammartino è un visionario convinto, Wenders è come se si spaventasse delle sue visioni. Ma Le quattro volte merita veramente un commento a parte, un lungo commento che lo avvicini semmai - come è stato fatto ripetutamente - all'altro grandissimo film su cui abbiamo avuto uno scambio, La bocca del lupo di Pietro Marcello...

26/09/10, 10:58
neomi ha detto...

Prima in Sicilia con Palermo Shooting, ora in Calabria con Il Volo....mi pare Goethe innamorato della terra dei limoni...

26/09/10, 11:58
Anonimo ha detto...

Io vi stimo e ammiro. Siete confortanti.

26/09/10, 21:45