caso mondadori e proposte di alternativa 2

mercoledì, agosto 25, 2010

Provo a spiegarmi. 

Metti che Ascanio Celestini decidesse, solo per il suo prossimo libro, di adottare una piccola casa editrice di ricerca che si chiama Titivillus, viene dalla provincia toscana e si occupa con attenzione e originalità di teatro. Metti che Camilleri decidesse (finalmente) di fare di Ingrid la protagonista di un romanzo tutto suo, e proponesse a Iperborea di pubblicarlo. Metti che Saviano il suo prossimo romanzo lo pubblicasse con :duepunti, che in terra di mafia ha creato una casa editrice che guarda all'Europa e oltre (e infatti ha preso un Nobel nello stupore dei colossi, che si sono svegliati solo dopo). E così via e così via (esempi casuali sulla base delle limitate conoscenze di chi scrive, certi che si possano moltiplicare). Non è che troveremmo i libri di questi piccoli editori su tutti gli scaffali dei supermercati, probabilmente no. Però magari qualcosa cambierebbe, nella concezione della distribuzione (e dunque dell'esistenza) dell'editoria in Italia. O meglio: qualcosa sarebbero costretti a cambiarla. E questo sì che sarebbe uno scrupolo morale serio, che gli intellettuali potrebbero forse cominciare a porsi pubblicamente.


Comments

8 Responses to “caso mondadori e proposte di alternativa 2”
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Tex ha detto...

io sono molto d'accordo. Sono talmente d'accordo che mi stupisce che gli autori simpatici non facciano già così. Perché non fanno già così? per pigrizia? per impegni contrattuali? perché le case editrici ti inchiodano con l'esclusiva? la stessa cosa vale per i musicisti. L'emancipazione di certi artisti dalle major non ha forse segnato una tappa fondamentale nella storia del rock e non solo? :-) a volte mi piace tanto essere naif!

25/08/10, 14:39
Ciccì ha detto...

questo post2 dice la stessa cosa del post1, ma mi piace molto di più. sarà che ultimamente ho molto bisogno di cose concrete, o perlomeno di proposte concrete. a volte smettere di parlare e cominciare a fare farebbe bene a tanti - e io mi metto in prima linea, savàsa.

e probabilmente a voi sembreranno non c'entrarci niente, ma siccome tutto in realtà c'entra con tutto (a parte il latte e le cozze, con buona pace dei còrsi) mi permetto due pensieri solo apparentemente random:
a. che palle e strapalle la filosofia - contando che lo può dire solo chi ha studiato filosofia, nessuno lo dirà mai abbastanza.
b. quant'è difficile mettere un punto all'estate.

P.S.: Graditi messaggi, telefonate, telegrammi e vaglia postali di compatimento.

25/08/10, 17:24
Anonimo ha detto...

Nello scaffale alle spalle della tipa nella foto, in angolo, hanno messo gli autori beat, includendo Bukowski. Mi sono profondamente indignato. Bukowski non ha niente a che spartire con quell'ammasso di fricchettoni!

25/08/10, 18:15
Anonimo ha detto...

Comunque hai centrato il problema, che è quello della distrubizione. Chi ne detiene il controllo, controlla l'industria editoriale, e quindi la produzione culturale. Mondadori, Messaggerie e Hoepli, in Italia. Essendone a capo, controllano anche i prezzi, diminuendo la possibilità di concorrenza. Come la camorra, che controllando i prezzi della cocaina, ne controlla il mercato. Questo significa che sul prezzo di copertina, ben il 50% va alla distribuzione, e qui nemmeno Feltrinelli guarda in faccia a nessuno. Se Saviano & Co si affidassero a piccoli editori, e a ruota tanti altri autori che vendono, che succederebbe? Poco, fin quando la distribuzione rimane in mano delle menzionate holding. E quello il nervo da incidere, e su quello l'autore può dire la sua, ma il potere di negoziazione è basso. A meno che non si trovino canali alternetivi (internet? le poste? amazon?) che però faticherebbero molto a raggiungere quella fetta di lettori che compra i libri solo perchè ne sente parlare in TV o se li ritrova accanto alle mele al supermercato... Io, per esempio, Gomorra l'ho comprato all'edicola di Firenze Rifredi...

25/08/10, 18:31
Anonimo ha detto...

dai un'occhiata qui:

http://rivistapaginazero.wordpress.com/2007/05/21/piccoli-editori-e-distribuzione-1-di-giulio-mozzi/

25/08/10, 18:34
si-culo ha detto...

l'ascesso, è quello l'ascesso da incidere, non il nervo
ahimè, è un nervo copertissimo!

26/08/10, 08:39
Happy ha detto...

vorrei precisare due cose all'ottima seconda puntata e sul dibattito sviluppatosi.
1) Camilleri e Carofiglio sono due autori che già da anni praticano la medesima strategia: pubblicare con una piccola (Sellerio) e una grande (Mondadori/Rcs) casa editrice. Anzi, loro hanno iniziato da una piccola e hanno continuato a pubblicare i loro romanzi maggiori proprio per lei, senza mai più tradire l'editrice palermitana.
2) Il parallelo autore/operaio non regge. per una semplice ragione: l'operaio è un dipendente, l'autore no. Tra autore e casa editrice esiste infatti un vincolo di pari forza contrattuale. Infatti, la fortuna dell'uno è legata strettamente alla fortuna dell'altro. Entrambi fanno una scommessa, di natura commerciale, sulla buona riuscita di un libro: l'autore cerca di raggiungere il maggior numero di lettori possibile, l'editore di incassare un buon fatturato. Rcs e Mondadori sarebbero scatole vuote con centinaia di disoccupati se i loro autori non fossero così bravi da vendere migliaia di copie.
certo, nel caso di piccole case editrici, il contratto editoriale con un autore si colloca a metà strada tra il gioco d'azzardo e la gara di resistenza...
quanto agli operai, ritengo che abbiano lavorativamente la medesima dignità di uno scrittore ma, purtroppo, si trovano in una situazione contrattuale ben diversa: chiusi entro un contratto di categoria, godono di precise tutele ma sono anche sottoposti alla volontà e alle fortune degli imprenditori (per quanto recenti esperienze in Usa e Germania di operai dentro i consigli delle società abbia condotto a ottimi risultati: vedi Wolksvagen, per esempio..)
3) abcdeegffe ha colto un altro aspetto nascosto della questione. ma è un aspetto fondamentale. ed è anche un ostacolo difficile da superare: perché gli accordi occulti tra monopolisti sono difficilissimi da scardinare. di sicuro, comunque, l'idea di adottare un piccolo editore sarebbe un primo passo per un cambiamento di cultura all'interno della nostra piccola, concentratissima industria editoriale.

26/08/10, 10:46
Happy ha detto...

sul primoamore, interviene Moresco sulla questione Mondadori. Se riuscite a spostare da un lato l'ego di Moresco, è un gran bell'articolo, pieno di notizie e considerazioni estremamente interessanti. E diverse dal solito...

31/08/10, 15:55