domande estive

venerdì, luglio 23, 2010

Stavo pensando: e allora ho mandato questa lettera a Repubblica Palermo.


La domanda che vorrei porre alla vostra attenzione è la seguente: contro un'amministrazione che non amministra, non ci resta che piangere? O bisogna agire di modo che una risata possa seppellirli? Sono, queste, alternative valide? Si può (ancora) porre la questione in questi termini?

Il punto è: può l'ironia essere un'arma politica, oppure bisogna credere che ironia e politica si situino agli antipodi, l'una essendo intrinsecamente conservatrice l'altra invece costitutivamente rivoluzionaria? Non è del tutto scorretta una simile affermazione?

Infine: è da considerare ironia della sorte la decisione dell'alimentatore del mio computer di rompersi proprio adesso, costringendomi ad andare in vacanza, o semplicemente bisogna approfittarne?

Comments

17 Responses to “domande estive”
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capo ha detto...

Per mettere altra carne al fuoco: ne " Il tempo materiale", romanzo di Giorgio Vasta, tre ragazzini di 11 anni a un certo punto discutono del comunicato in cui le BR annunciano di voler uccidere Aldo Moro. Cito. Il narratore, Nimbo, prende la parola:

"Scarmiglia sta zitto, Bocca discute, io rispondo. Parliamo ancora dei comunicati, della loro lingua. Bocca ne è conquistato, gli piace l'enfasi, le loro frasi precise e feroci.
Lo ascolto, ci penso, mi rendo conto che se anche ne avverto la fascinazione nella loro lingua c'è qualcosa che mi mette in imbarazzo, una pena per il dogmatismo imparaticcio, per l'enfasi puerile. Eppure io per primo sono enfatico. Non posso non esserlo perché so, come lo sanno le BR, che l'enfasi è l'unico modo per accedere alla visione, alla profezia della storia. Certo, si diventa ridicoli, ma non ci sono alternative: tra l'ironia e il ridicolo scelgo il ridicolo".

23/07/10, 17:03
Happy ha detto...

occorre innanzi tutto che l'ironia sia veramente "liberatoria" e non connivente.
negli ultimi tempi ho notato però che l'ironia sta diventando sempre di più l'ultimo rifugio per chi non riesce ad accettare lo stato delle cose, per chi conserva un minimo di lucidità e di memoria.
il mio ideale sarebbe un'ironia capace di mettere in movimento il cervello, le braccia, le gambe delle persone. per esempio, il pezzo di Guzzanti-Massone dell'altro giorno è una di quelle cose che ti fanno stare bene, poi sulla media distanza ti fanno malissimo e alla fine ti ritrovi incazzato nero (però vivo...)

23/07/10, 18:53
Ciccì ha detto...

ma chi parla così a 11 anni?
e chi parla così a 27?
troppe domande.
vado al mare!

23/07/10, 18:55
Anonimo ha detto...

Sull'ironia, capisco il problema, e mi viene saputo che dai romantici tedeschi a certi postmoderni non ha prodotto che reazionari.
Ma l'inizio del post proprio mi sfugge: di fronte ad un'amministrazione che non amministra, mi pare, bisogna solo esultare - ma sotto i baffi, provate a esultare sotto i baffi! Ché se si accorgono dell'esultanza cominciano ad amministrare, anche solo per dispetto, e allora sì che sono cazzi amari.
Guardate il caso di Berlusconi. Se ne stava lì buono buono, a farsi le sue leggi per sé, che talvolta, spesso anzi, portavano persino cose buone, tipo la cirielli o questa sulle intercettazioni - e invece no, tutti a dirgli che doveva lasciare il segno, fare delle riforme importanti per far stare zitti quelli della sinistra - ed ecco là, tra poco approvano la riforma gelmini sull'università, Tremonti l'ha lasciato tagliare a destra e a manca e così via,
pg

24/07/10, 16:32
Anonimo ha detto...

rispetto ai comunicati delle br, sinceramente, sono quasi sempre qualcosa di letterariamente orrendo. Si salvano forse quelli della fine degli anni settanta, quando curcio cercava di capire qualcosa della guerriglia metropolitana dell'autonomia - ma allora meglio leggere quello che scriveva Scalzone, che era ed è più immaginifico e meno tristone.
Il problema vero è piuttosto: ma noi che cosa scriviamo?
Perché scrivo libri così noiosi (si chiede in Ecce Hometto uno pseudo-Nietzsche caduto in depressione)?
come sopra

24/07/10, 16:36
capo ha detto...

No ecco io volevo proprio contestare quest'affermazione per cui ironia e politica devono essere opposti. Sono convinto che 1)la prima possa essere un'arma politica efficace e 2)che la seconda senza la prima porti solo al fanatismo. E il fanatismo può magari avere anche degli effetti, però tendo a pensare che la gente che si prende troppo sul serio pensa poco (ed è pericolosa per sé e per gli altri), oltre ad essere molto poco simpatica - e io da sempre sono dell'idea che quelli simpatici sono meglio, anche se apprezzo molti antipatici.

L'amministrazione deve amministrare, bene, male, ma deve amministrare, per una serie di ragioni (non ultima quella che i soldi ce li hanno loro). Se non amministrano saltano le regole: è come se stiamo giocando al gioco dell'oca e uno dei partecipanti decide di avanzare senza tirare il dado. Non è bene per nessuno e può solo finire in rissa (e c'è differenza tra rissa e rivoluzione). Se non vogliono amministrare basta dirlo, e arrivederci, a me mi pare tanto semplice...

Che la legge sulle intercettazioni o la cirielli possano essere buone leggi, beh, beh, ci sarebbe da discuterne - non certo perché voglia aumentare lo strapotere della magistratura, ma perché qualunque equilibrio basato sull'aumento di uno dei poteri non mi sembra portare lontano.

Il problema vero non è forse tanto: ma noi che cosa scriviamo?, che sarebbe anche un problema ma è secondario rispetto al più radicale: che fare? e cioè: ma noi, scrivendo, "fare"? perché se scriviamo per scrivere, perché scriviamo?

Insomma io a "Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire" ci credo proprio. Mi illuderò, ma ci credo. Sono vetero?

25/07/10, 10:04
Anonimo ha detto...

Che non ci si debba prendere troppo sul serio per non cadere nel fanatismo è un'idea molto originale.
Anche che l'amministrazione deve amministrare e che c'è differenza tra rissa e rivoluzione.
Io aggiungerei anche che è necessaria la governabilità, in un paese litigioso come il nostro. Ma se giustamente ci vuole equilibrio tra i diversi poteri dello stato etc.
Le ultime due cose che scrivi, sarà il caldo, ma non l'ho capite troppo bene.
Può darsi che sia l'ora di tornare in continente?
pg

25/07/10, 19:33
Tex ha detto...

Bella l'ironia di pg! anche se politicamente scorrettissima. Secondo me. Io della rottura del cavo dell'alimentatore ne approfitterei, eccome! trattasi di chiaro messaggio dato all'uomo dalla macchina: fa caldo, andiamocene a mare che magari al ritorno l'avvenire lo si prepara meglio. Lo dice qualcuno che si è portata Cicerone in Calabrifornia e si illude di poter far finta di studiare con le spalle bruciacchiate dal sole.

26/07/10, 00:17
Dal vangelo secondo Marcello ha detto...

"ammé pare che l'abolizione dello stato borghese sia un obiettivo non più rimandabile, e che sia il vero ostacolo alle nostre realizzazioni, concrete o solo sognate.
ammé pare che, se l'amministrazione non amministra, stiamo facendo dei passi in avanti, e collaboriamo alla sua futura e inevitabile scomparsa, che prelude al regno dei giusti.
ammé pare che la cosa più auspicabile di tutte sia il gioioso collasso di ogni attività politico-burocratica-statale-amministrativa.
io spero che smettano di pagare le borse di dottorato, gli stipendi degli insegnanti, dei netturbini, degli sbirri e soprattutto dei medici e degli infermieri: che chiudano le scuole, gli ospedali, la geofor e che non si paghi più la disoccupazione a nessuno. sogno che nessun concorso venga ratificato, che nessun tar ricorra, che le mafie prosperino e le case popolari siano abbattute. (e nel mio piccolo sogno pure che non esistano cattedre all'università che non siano finanziate dalle case farmaceutiche)".

così parlò un giorno un anarchico anironico.
e il neocapitalista avanzato, lui, esultò - sotto i baffi, come si conviene.

26/07/10, 14:38
Anonimo ha detto...

Grande Texina!
A parte l'ironia verso il capo, volevo dire le seguenti.
Intanto, se trattasi d'autoironia. Io conosco qualcuno che dice: tra ironia e passione sono per la prima, perché l'ultima volta che sono stato per la seconda la mia fidanza m'ha mezzo rovinato, quindi...
Il che è giusto, dal punto di vista personale. È un po' come chi dice che non risalirà mai più su un'auto perché l'ultima volta ha avuto un'incidente - salvo che poi non deve concedere che la vecchia fidanza continui a obbligarlo, anche senza più essere fidanza, a spostarsi sempre a piedi.
Più in generale, se si privilegia l'autoironia rispetto alla passione è perché si ha paura di qualcosa. E, come direbbe il capo:-), la paura non è mai una buona consigliera. Su questo si potrebbe approfondire, ma preferisco passare all'ironia vera e propria.
Se ci si chiede quale funzione possa avere l'ironia nei confronti del potere, direi "nessuna". La struttura dell'ironia è in relazione con lo spettacolo e con il consenso, perché non implica che il giudizio (per definizione formulato dall'esterno) su qualcosa, non l'intervento. Siccome in democrazia la formazione del consenso sembra importante, sembra anche che l'ironia possa avere una sua rilevanza politica. Ma - e anche su questo si dovrebbe specificare - non credo che la democrazia si fondi sull'esistenza di un consenso, ma sull'agire concreto di forze e resistenze materiali.
In questo caso, l'opposizione tra passione e ironia corrisponde, paradossalmente, a quella attore e spettatore. Chi patisce qualcosa, chi ha una passione per qualcosa, si trova a dover agire effettivamente, senza poter prendere la distanza necessaria all'ironia. La quale viceversa implica la funzione dello spettatore che guarda senza agire. È un po' schematico, ma forse si capisce.
Infine, quanto allo scrivere. Al di là delle condizioni oggettive (case editrici etc.) che neutralizzano in buona parte ciò che si scrive facendo sì che nessuno lo legga, direi che scrivere è già agire - anche quando si scrive ironicamente (viceversa, il vero autoironico non si metterebbe nemmeno a scrivere, perché non crederebbe a sufficienza in ciò che dovrebbe mettersi a fare). Potrei citare qualche riga meravigliosa delle parole e le cose, ma l'ho già fatta troppo lunga, quindi cercatevela.
Baci,
pg

26/07/10, 14:39
marcello evangelista ha detto...

non ci fermeranno i vostri pipponi!
o forse sì.

26/07/10, 14:58
neomi ha detto...

Miparancammé..che i vostri pipponi non ci fermeranno, intendo.
Nessun pippone, infatti, ha potuto dissuadere la nostra Texina dal portarsi a mare il buon vecchio Cicero. Cosa ne farà poi, se vorrà, ce lo dirà lei, a fine vacanza...
Io mi porterò Sartre&Fanon in gallipolandia. In pratica, li porto a farsi una vacanza lasciando che la loro mera prsenza acquieti la mia cattiva coscienza...
D'altronde, oso pensare che anche loro abbiano diritto a che si rompa un po' il loro alimentatore.
O no?

26/07/10, 18:46
neomi ha detto...

ps: qualcuno è interessato a sostituire il Professor Simon Blackburn che se ne va in pensione?
nel caso:

http://www.jobs.ac.uk/job/ABK430/the-bertrand-russell-professorship-of-philosophy/

26/07/10, 21:50
si-culo ha detto...

Anni di post e non ti ho ancora insegnato ad essere caustisco?
E ci vuole la varechina! Secchiate di sostanze corrosive, che sbranino le carni e cauterizzino le ferite subito lasciando il segno per sempre e il tempo a indurirle.
Sottoscrivo tutto quel che capisco di pg, evidentemente.
L'ironia è quella cosa brillante talmente brillante che poi ti abbaglia. Non va mia bene, 'sto sfoggio inutile d'intelligenza.
E' come correggere l'ortografia a uno che scrive "a morte i finocci". O gli dài una mano o gli dài una manata. A meno che tu non sia Rodari, si capisce.
Ma quello mica era umano.

- e non basta credere di non essere umani per non esserlo, vero Ca'?

29/07/10, 08:33
Anonimo ha detto...

anch'io sono d'accordo con si-culo, ma giusto per sparigliare...

"l'ironie elle-meme est une multiplicité, ou plutot l'art des multiplicités, l'art de saisir dans les chose les idées, les problèmes qu'elles incarnent, et de saisir les choses comme des incarnations, comme des cas de solution pour des problèmes d'idées" (G. Deleuze, Différence et répétition, p. 236)

pg

29/07/10, 14:30
càni ha detto...

a me, leggendo tutto questo che sta sopra, mi sembra di essere cresciuta su marte. per come l'ho sempre conosciuta io, l'ironia è uno degli strumenti della critica, e la critica non fa mai male. Alla Chiesa non piace l'ironia, così come non piace al "potere". Però magari mi sbaglio. Certo, non si può campare di sola ironia, ma mi sembra una constatazione alquanto banale. Poi, sempre per come l'ho conosciuta io, non vedo opposizione tra ironia e passione. Diverso è il discorso se si parla di esaltazione o fanatismo (appunto passione senza critica).
La citazione di Deleuze non la capisco, ma per ignoranza, non per altro. vista da qui potrebbe essere pure essere di jim morrison.

viva le fresche acque del ragusano (e gli assolati picchi di racalmuto)

29/07/10, 18:46
Anonimo ha detto...