Ho vissuto nascosto come un eretico, fingendomi vana apparenza: un nicodemita.
Cercavo lui, l’unico nostro nemico, l’ostacolo più temibile per la scalata: l’Uomo dei Serpenti.
A poco a poco ho imparato a conoscere come si muovono i suoi turpi fedeli, dove vivono, che abitudini hanno: le informazioni si aggiungevano man mano che le notti insonni facevano vacillare la mia mente, le immagini di questo disegno malvagio scendevano sempre più copiose, goccia a goccia.
Quando finalmente giunsi a comprendere le trame dell’Uomo dei Serpenti, decisi che era venuto il momento di entrare in azione, di muovere una contromossa, di alzare la posta in gioco.
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Era una domenica mattina assolata, una luce accecante invadeva per gran parte l’asfalto alberato di via Cavour. La gente passeggiava verso il mare. Dalla finestra potevo vedere qualunque foglia si muovesse nel viale. Dentro la camera, i velluti rossi alle pareti oscuravano l’aria e attutivano i rumori dell’esterno: hotel oriente, camera 206.
Bussarono alla porta.
Andai ad aprire e s’intrufolò dentro la sagoma alta e massiccia dell’Editore.
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- Mi scusi se l’ho fatta attendere, ma.. sa.. era meglio una passeggiata diversiva
- Non c’è problema, risposi
- Sono rimasto in ansia finora: al telefono mi ha detto che sa qualcosa sull’Uomo dei Serpenti…
- So molte cose, l’interruppi sedendomi pesantemente su una poltrona. Un alone bianco si effondeva alle mie spalle. L’Editore restava immobile, in piedi.
- Ora sappiamo molte cose, - cominciai- ma prima di “confidarmi” ho bisogno di garanzie da parte sua.
- Be’, se lei mi assicura che è in grado di eliminare l’Uomo dei Serpenti, se lei può farlo davvero, le giuro che avrà una lauta ricompensa…
- D’accordo, mi fido – l’interruppi di nuovo – Allora, in questo dossier troverà tutti i particolari. Ma la cosa più importante che ho scoperto è che l’Uomo dei Serpenti non si trova qui a Bari
- No? Ma …
- Sta arrivando, ma non è ancora qui… se ne sta rintanato nella sua base, che in realtà si trova a… Pisa
- Pisa?!
- Esatto. Sta per arrivare qui e sono sicuro che, se non l’aiuterò, spazzerà via lei e tutti i suoi affari, quelli leciti e quelli… be’ anche gli altri.
L’Editore impallidì visibilmente e si appoggiò alla sponda del letto. Nel frattempo mi alzai e andai verso la porta: non sarebbe stato prudente trattenermi a lungo lì. Già sul punto di uscire, mi girai per l’ultima volta:
- Ah, le ricordo che non sarò da solo. Presto si uniranno i miei superiori.
- Come?
- Ha capito benissimo. Non ci sarà un solo contratto, ma cinque. Buona giornata.
L’Editore scomparve dietro la porta.