Muoviti! - Mi vuoti! - Muti voi! - ivi muto - vomiti, u!

sabato, febbraio 12, 2011

Cronologia di speranze nate e finite via Lorenzo Jovanotti Cherubini.

1991. "Muoviti, muoviti". Il Nostro certifica la caduta della cortina di ferro, "le mutande che ci coprivano un po'". Sono pochi ma consistenti anni di cambiamenti per l'Italia e per il mondo, e benché i lettori di queste pagine conoscano la fine di quella storia (credo), al Cherubini basta evocare la fine degli anni '80 per aprire la strada al mondo nuovo, di cui alla seconda strofa. Si è aperto un varco e vai col muovitimuoviti, man.

questi sono gli anni novanta amico mio gli ottanta sono finiti e grazie a Dio il vuoto lasciato alle spalle è molto grande siamo scoperti oramai [...] Giro per strada guardando la faccia alla gente sento nell'aria qualcosa di molto importante crescono gli interessi verso le cose che fioriranno lo sai se sono rose credo nell'uomo futuro figlio di un mondo che mi spaventa anche un po' e non lo nascondo ma non nascondo neanche la voglia che ho di dare un posto decente a quel figlio che avrò.






1997.  "Il muratore".Ci sono attese rivoluzionarie che non finiscono in rivoluzioni. Terminata la rivoluzione mai nata, i rivoluzionari alzano la voce grossa, ricordando a se stessi e al mondo che la partita è solo rinviata, anche se le finalità si fanno più confuse. La gente si muoverebbe ancora per far crollare i muri rimasti in piedi dopo Porta Pia e Berlino: le Torri Gemelle, citate tra gli altri, che nel '93 avevano subito un primo attentato. I muri vengono giù, ma il Muratore continua a costruirne di nuovi. Al Nostro non resta che incoraggiare la 'gggente' a rifugiarsi nel pensiero. In fondo, una rivoluzione si termina anche così.

il muratore va e non si fermerà a creare nuovi muri di disparità e mura la natura e mura la cultura e mura tutto ciò che fa paura ma il pensiero non lo puoi murare perché il pensiero è duro è cielo puro e sta di qua e di là dal muro.


2011. "Quando sarò vecchio". La maturità arriva anche per i rivoluzionari e oltre l'evocazione del futuro c'è la vecchiaia.  Passato il turno all'odiata nuova leva ("Perchè ha fatto tutto ha visto tutto |
e non sopporta quelli che ora è il loro turno"), non resta che recriminare o prendersi qualche merito:

Quando sarò vecchio punto e basta
la vita che finisce mostrerà il suo culo
Con la mia pensione di soldato
si sarà consumato tutto il mio futuro
Darò del cretino a tutti quanti
dirò che tutti i libri non servono a niente
E che mille secoli di storia
non valgono un secondo vissuto veramente
Con chi ha combattuto per restare vivo
con chi mi ha aiutato mentre mi arrangiavo
Con chi mi ha insegnato qualchecosa che risplende dentro di me.



Eppure, difficile dare la carne alla rivoluzione e le ossa ai temperati, almeno per chi è stato per venti anni sintonizzato sull'ethos giovanile, non senza qualche camaleontismo. E così, il ritornello vagheggia l'arrivo di un sabato di maggio. È la rivoluzione da weekend, neanche lungo.


E poi magari un sabato di maggio,ad una stella chiederò un passaggio
E a tutti i prepotenti dirò ancora
Con me voi non l'avrete vinta mai!
E poi una domenica mattina,ancora sulla pelle il tuo profumo
a tutti i prepotenti dirò forte
Con me voi non l'avrete vinta mai! 







Conclusione. Non è che a muoversi-muoversi si finisce per tornare al punto di partenza, pure incazzati?

Comments

One response to “Muoviti! - Mi vuoti! - Muti voi! - ivi muto - vomiti, u!”
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Happy ha detto...

mi piace tantissimo questa lettura diacronica di Lorenzo "Jovanotti" Cherubini come portatore sano di rivoluzione.
Anche se non credo che la sua musica sia mai andata troppo in parallelo con una rivoluzione vera e propria: semmai con accenti ambientalisti e terzo-mondisti.
Comunque, non credo che il Jovanotti di oggi ritorni indietro, circolarmente, a "muoviti, muoviti". E' invecchiato, è cambiato, è migliorato. Alla fine, va bene così.

14/02/11, 15:58