(r)i gatti ruzzi XIII - L'ipotesi pasoliniana

lunedì, luglio 05, 2010


Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “mondiale”.
Io so i nomi dei mandanti occulti delle sue partite.
Perché sono un inellettuale, abituato a unire fili che sembrano lontani e irrelati, perché il mio mestiere è ristabilire la logica dove sembra dominare l’arbitr(i)o, perché sono fichissimo, eccetera.
Ad ogni modo: io so chi vincerà i mondiali (ora che è uscito il Brasile), e siccome sono più coraggioso di Pier Paolo, io ve lo dico pure, chi vince i mondiali. “Certo”, direte, “ce lo potevi dire pure prima, così giocavamo alla Snai e con la vincita compravamo la sede storica di Viarigattieri”. “Vero”, vi risponderei, e poi cambierei argomento. Anzi, lancerei la bomba:

I mondiali li vince la Germania, per via della Grecia.

E che Amicofranci mi perdoni.
Comunque vorrei, prima di esporre l’inoppugnabile dimostrazione (che molti lettori certo hanno già sentito e issofatto condiviso), mostrare i miei titoli: avevo previsto la vittoria del 2002 del Brasile (facile) e la vittoria del 2006 dell’Italia (molto difficile). Dell’ultima possono testimoniare gli stessi lettori che già conoscono l’inoppugnabile dimostrazione (e issofatto la condividono), e potrei perfino mostrare il messaggio che mi mandò la mamma dopo la finale: “La tua teoria mi aveva convinto fin da subito”. (quel messaggio però non esiste più, ahimé, perché a meno di mezz’ora dal suo arrivo, l’ignaro sottoscritto si gettava in una fontana in preda ai festeggiamenti, con tanto di cellulare in tasca – riposi in pace, quell’unico Samsung della mia vita, nuovissimo).

La teoria è quella che segue, semplice e letale, e si chiama, come la maggior parte delle teorie, teoria del complotto:
dice così: “I mondiali vengono attribuiti a tavolino da un apposito organo dell’ONU, e sempre per questioni politiche. Se qualche stato ha bisogno di una mano, allora l’USOPAM,OC (Ufficio Segreto dell’Onu Per l’Assegnazione dei Mondiali, Ovviamente di Calcio) gli fa vincere il mondiale”.
A conferma dell’efficacia della teoria ecco come si sono assegnati i mondiali da quando sono nato io.
1982: Italia; l'unica via per porre fine agli anni di piombo e alle stragi sembra sia quella di affogarli nel clamore dei claxon dei mondiali. Dalla vittoria del mondiale tutti si vogliono bene e perfino lo stato la fa finita di far saltare per aria la gente.
1986: Argentina. Dopo la disastrosa guerra delle Falkland (1982) e il pregevole ritorno della democrazia, si decide da un lato di risarcire e dall’altro di premiare la nazionale bianco-celeste, che tra l’altro, si dice, cià pure un giocatore niente male.
1990: Germania. Il nesso tra caduta del muro, unificazione della Germania e vittoria dei mondiali è fin troppo evidente. «Se vuoi unire un popolo, vinci i mondiali», dichiarò a Die Zeit il cancelliere Helmut Kohl, e poi chiosò profetico: «Se al tempo di Cavour ci fossero stati i mondiali, oggi non ci sarebbe Bossi».
2006: Italia. Piegato dallo scandalo di calciopoli, i membri dell’USOPAM,OC si rendono conto che lo sport principe nella gestione dei rapporti internazionali rischia di smerdarsi, e per coprire le polemiche regalano il mondiale all’Italia, organizzando perfino corsi intensivi per insegnare a Grosso a giocare a calcio, e a Materazzi l’espressione “la maiala di tu’ ma’” in algerino.
1994, 1998, 2002: quando non succede niente di rilevante, il mondiale lo vince il Brasile, che è più forte (dal che si deduce che Felipe Melo è un infiltrato). Conosco le due obiezioni possibili: nel 2001 c’erano state le torri gemelle, e dunque potevano far vincere gli Stati Uniti (magari in una trionfale finale contro l’Atletico Bin Laden), ma il punto è che nessuno, negli Stati Uniti, se ne sarebbe accorto. Il 1998 invece è un caso a sé, in quanto la Francia contravvenne alle regole esplicite, battendo in finale un Brasile già deputato alla vittoria. Le motivazioni del governo francese all’USOPAM,OC furono le seguenti: (a) “i brasiliani non si reggevano in piedi durante la partita (probabilmente in ragione delle notti sregolate a cui si erano abbandonati, quei terzomondisti)” e (b) “siamo francesi, col cazzo che facciamo vincere qualcun altro a casa nostra”.
2010: Germania; la crisi della Grecia, salvata in extremis dal governo tedesco (che sennò affondavano pure le banche teutoni, e dunque la Germania e poi tutta l’Europa, e poi il mondo), ha portato alla ribalta un problema centrale, così riassunto da un sempre spiritoso Helmut Kohl: “Occhio che vi teniamo tutti per i maroni”.



A margine, un doveroso aggiornamento da Pyongyang.
Dopo essersi costituiti Provincia Semiautonoma d’Oltremare dell’Argentina, allo scopo di vincere i mondiali, e dopo che pure l’Argentina è stata presa a pallonate dai campioni del mondo entranti, i coreani rossi hanno avuto una nuova crisi intestina.
La nuova risoluzione, presentata all’ONU nella tarda nottata di sabato, è la seguente:
“In tutta la nostra gloriosa storia, non ricordiamo di avere mai partecipato a un mondiale di calcio. Anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, a noi il calcio ci ha sempre fatto schifo: a noi ci garba il Ping Pong”.

Comments

20 Responses to “(r)i gatti ruzzi XIII - L'ipotesi pasoliniana”
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Anonimo ha detto...

MA la regola che "quando non succede niente di rilevante vince il brasile" non è una regola, è semplicemente la circostanza dell'anno 1994 (in cui effettivamente il Ruanda, poverino, non giocava i mondiali sennò avrebbe dovuto vincerli lui e anno in cui l'unico altro evento "problematico" è l'ascesa in campo di berluscaz). Infatti, nel 1998 non succede niente di rilevante ma nemmeno vince il Brasile e nel 2002 vince il Brasile ma l'anno prima era successo quacosa di rilevante, appunto l'assalto alle torri gemelle. Quindi la teoria del complotto non può tanto avvalersi di questa regola, e presenta perciò non poche eccezioni (ben tre dal 1982)... come la mettiamo?

05/07/10, 15:12
Via Rigattieri ha detto...

Caro anonimo,
sembra che tu riproponga le due obiezioni da cui mi ero prevenuto nel post (2002: la vittoria degli USA non avrebbe sortito effetti; 1998: i mondiali dovevano essere vinti dal Brasile, ma la Francia li boicottò - contravvenendo alla regola esplicita). Quindi non si danno eccezioni alla regola, ma al limite comportamenti irregolari.
quanto al fatto che "quando non succede niente di rilevante, vince il brasile" non sia una regola, ti risponderei: no, cioè sì: è una regola.

05/07/10, 16:06
Via Rigattieri ha detto...

Che poi ripensavo anche quest'altra cosa: che gli Stati Uniti, oltre a non fregargliene niente del calcio, tutto sommato hanno anche altri mezzi, per risolversi i problemi.

05/07/10, 16:24
Anonimo ha detto...

infatti, quelli lanciano le bombe, gira voce che in rappresentante americano abbia detto durante una riunione dello USOPAM, che loro preferivano bombardare e conquistare e che comunque si tengono la possibilità di vincere in futuro in una di quelle occasioni in cui dovrebbe vincere il brasile e invece si infrange la regola. Questo anche per non dare nell'occhio e aspettare che il calcio americano, come sta avvenendo, risulti almeno dignitoso.

Ora siccome questa teoria è chiaramente corrispondente al vero, mi aspetto che l'autore venga ritrovato morto da qualche parte. Inseguito da blatter e dai capi del calcio politico mondiale. Per cui un consiglio, lei intellettuale e nostro eroe, vada a fare il racchetta palle nei tornei di ping pong coreani.

ps. sono bloccato e mi fa male tutta la gabbia toracica, ho riso troppo e ora non mi muovo più per sempre

fra

05/07/10, 16:37
Via Rigattieri ha detto...

l'immagine sconvolgente - tafazziana - del "racchetta palle" è da brividi.
grazie franci, anche dei consigli.

05/07/10, 17:11
Anonimo ha detto...

no ma io volevo dire proprio racchetta palle, non ci crederai, ma ai coreani piace.

fra

05/07/10, 17:50
Anonimo ha detto...

io, con tutto il rispetto (mica tanto del resto) per l'autore, trovo che questo post è una salsa del più maleodorante postmoderno - vi ci vorrebbe che i prossimi mondiali li vincesse ping pong, ché vi metterebbe tutti in riga

05/07/10, 19:56
Anonimo ha detto...

questo articolo ti fa concorrenza...

Pietro Taricone, facile esaltarlo oggi. Andava esaltato e capito da vivo
di Alberto Abruzzese

Con un gesto compiuto nella piena consapevolezza che l’agire ha un senso riposto in se stesso, dunque ben al di là di ogni sua possibile conseguenza e interpretazione, Taricone è morto: e con la sua scomparsa – senza volerlo ed anzi proprio perché la sua indole, cultura e ideologia volevano dimostrare il contrario – ci ha rivelato quanto il reality show sia tutta la verità di cui disponiamo, un sovrappiù di verità. Anche i mercenari del Grande Fratello muoiono. Dalla condizione ordinaria di una carriera di marito, padre e attore, costruita sapientemente e appassionatamente in pochi intensi anni, è tornato d’un colpo alla materia straordinaria dei miti di massa che lo fecero nascere al mondo degli italiani. Una sorta di ritorno alla propria origine, il suo: infatti l’incidente mortale di cui è stato vittima lo ha istantaneamente riportato ai lunghi giorni di chiacchiere, flirt, cadute e impennate narcisiste tra i suoi compagni di “cella”, facendovi emergere i grandi miti del coraggio e del sacrificio. Dell’iniziazione dell’eroe alla vita così come alla morte. Parole grosse? Credo che possano sembrare tali solo a chi crede che i grandi miti non siano parte integrante delle grandi trivialità. Solo a chi, oggi, pensa che sia bene onorare Taricone in quanto personaggio autentico e diverso da contrapporre alle finzioni dei consumi, alle loro seduzioni. In quanto amante della famiglia e della natura. Volenteroso cittadino, lavoratore e militante.

La memoria di Taricone, per quanto commovente per la sua umanissima vita e umanissima morte, merita invece un discorso freddo e distaccato sulla sua professionalità di spettatore che si emancipa a protagonista vivendo l’educazione sentimentale, il romanzo di formazione, del reality e si fa rapidamente capace, grazie a quel suo apprendistato, di recitare nella serialità televisiva. Un discorso, dunque, riferito ai meccanismi sofisticatissimi dei reality (tanto più complessi e strategici, quanto più le scene che essi illuminano appaiono – ai vecchi regimi di senso – vuote di significato, disperate, demenziali, afasiche, barbare, primordiali). Un discorso su come e quanto il reality ha saputo “scrivere” il corpo di Taricone, abbia fatto risuonare la sua figura palestrata e insieme apparentemente disarmata e realmente disarmante. La sua carne abituata alle arti dell’educazione fisica e all’ascolto di emozioni, pensieri e parole sospese nell’aria di un’epoca di doti istintive e antilibresche.

05/07/10, 21:40
Via Rigattieri ha detto...

postmoderno e (soprattutto) maleodorante sono due aggettivi che mi si addicono molto, en fait.

05/07/10, 21:44
M dello Staff ha detto...

C'è solo un modo per dimostrare se la teoria è giusta o sbagliata: dicci in che posizione stai al Ruzzino! :D

06/07/10, 15:09
Viarigattieri ha detto...

al momento il mio pronostico con il miglior ranking è in 883esima posizione, e avevo pronosticato la vittoria dell'Italia (però, realisticamente, non le avevo fatto vincere nessuna partita, sempre rigori). ma quella è roba che si fa col cuore, mica con i servizi segreti.

06/07/10, 15:15
Anonimo ha detto...

ma volesse il proverbiale cielo!

06/07/10, 15:54
Ciccì ha detto...

io spero sinceramente che i rossi furiosi siano riscattati dalle furie rosse.

07/07/10, 08:50
Jeremiah Johnson ha detto...

corvo rosso non avrai il mio scalpo!

07/07/10, 09:39
Anonimo ha detto...

Secondo questa affascinante e molto condivisa teoria la Germania non dovrebbe vincere, proprio perché in venti minuti di bonifici si è già comprata mezzo pil dei prossimi 10 anni della Grecia. In più "In Octopus We Trust" e lui, il polpo, ha detto Spagna. Poi, a pensarci bene, dall'anno prossimo in Olanda dovrebbero porre delle restrizioni sul consumo libero di cannabinoidi. Questo sarebbe comere radere al suolo roma firenze e venezia in Italia. Morte del turismo. Per concludere la Spagna ha vinto gli europei ultimi (a scapito nostro) ed è giusto che ne prenda 6 da robben in finale.

07/07/10, 17:45
Anonimo ha detto...
Via Rigattieri ha detto...

non mi stupirei se il commento qua sopra fosse stato scritto da un alto funzionario dell'USOPAM,OC, al semplice scopo di confutare la presente teoria, potenzialmente dirompente.
Hanno reputato preferibile, questi sottilissimi strateghi, cambiare la nazionale deputata alla vittoria, piuttosto che lasciarsi smascherare (il che è comprensibile).
Il fatto che la teoria fallisca nel momento stesso in cui viene pubblicamente enunciata è - ma non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo - la sua estrema conferma, la definitiva consacrazione della sua geometrica infallibilità.

08/07/10, 01:31
Anonimo ha detto...

«coniugare la terribile bellezza del 12 marzo a Roma con la geometrica potenza di Via Fani»

10/07/10, 00:02
Viarigattieri ha detto...

"ma anche no".

13/07/10, 00:44
Karl Marx ha detto...

attenzione attenzione colpo di coda per la teoria del complotto:

http://www.internazionale.it/home/?p=25350#more-25350


funziona, si era solo sbagliato il bersaglio, attirati dal luccichio della grecia

13/07/10, 15:50