a vent'anni dalla morte, un inedito di Sciascia

venerdì, novembre 20, 2009


Comments

10 Responses to “a vent'anni dalla morte, un inedito di Sciascia”
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capo ha detto...

devo dire che a me sembra molto bello, e che la scrittura di Sciascia è grande in alcune piccole cose. non è un caso se fra i suoi autori di riferimento c'è quel Manzoni che con "la sventurata rispose" riesce a disegnare perfettamente un mondo in due parole. così l'iniquo canone di questo scritto, ad esempio.
e poi - sarà per il momento deleuziano - ma ci trovo l'idea che la letteratura non è un affare privato né si fa coi racconti di famiglia, ci trovo lo stare in agguato dello scrittore (o del filosofo), insomma tante cose, tra cui l'insicura e sicurissima ironia di chi non ha soluzioni e però prova a ragionare sulle cose.

20/11/09, 17:25
Ciccì ha detto...

va bene, va tutto benissimo... ma prova a fare un altro complimento al manzoni e dirò a tutti che cosa pensavi fosse il ramo del lago di como!

21/11/09, 00:21
Anonimo ha detto...

E ti viene da pensare alla letteratura e alla scrittura, sì insomma, a quella casa del racconto che è già l'elemento grafico. Ma che calligrafia ha questo santo Sciascia! Le d di un erborista e le f di un orafo, il racconto dentro la sua collocazione bidimensionale che prefigura il volume spaziale e l'atmosfera: quella della dacia come rifugio delle lettere.Dacia familiare di una narrativa pubblica. Praticamente la NEP!
Era più genio che alto questo Sciascia!

21/11/09, 14:56
capo ha detto...

si in effetti non era molto alto, chessò marcello cofino potrebbe persino batterlo in altezza. forse non in genialità ma di certo non in architettonica del racconto, con quella pessima grafia che si ritrova

21/11/09, 15:32
Anonimo ha detto...

Non so chi sia marcello cofino ma so che non mi avete dato il tempo di partecipare al sondaggio, il quale mentre ero in esilio per porte-in-faccia s'è chiuso con uno strano punteggio. Punteggio che comunque non tiene conto del fatto che l'ho detto io in una speciale cena pisana a me dedicata, che esistono degli animali - in particolare dei microrganismi - che s'impossessano del cervello delle lumache e le guidano mentre gli succhiano la linfa vitale e poi si autoespellono......insomma, un meccanismo complicato ma vero. Mi dispiace per il sondaggio e per la lumaca che era più bavosa che intelligente.

21/11/09, 17:32
neomi ha detto...

ma perché la letteratura dovrebbe per forza avere una casa?
perché non potrebbe essere un'esenza nomade cui, in fondo, piace vivere alla giornata, dormire sotto i ponti o sur les bancs publics?

22/11/09, 11:08
Anonimo ha detto...

Non mi dispiacciono le case piene di spifferi, affittate per quattrospiccioli come una bici al mercato nero. Vagare anonimo tra i vicoli e le piazze, nottetempo o nell'alba umida della domenica mi fa sembrare che il mondo là fuori ci sia davvero. Ma gli idiomi smarginati dei passanti, gli aromi spuri che saturano l'esperienza sono la radiazione di fondo che accompagna ogni senso, l'ottuso inframondo della letteratura.

22/11/09, 13:37
Anonimo ha detto...

Ora so chi è Marcello Cofino e mi sta bene il paragone.
Grazie dell'anonimato generale.

22/11/09, 20:48
Happy ha detto...

l'intuizione di Sciascia è veritiera e autentica. vale ancora di più per una letteratura, come quella italiana, che da sempre tende a far salotto, a costruire correnti di intellettuali in lotta e trascura il duro lavoro della scrittura.
la metafora dello "stare a spasso" vuol dire proprio questo: che il lavoro di ricerca non deve mai interrompersi, niente deve essere dato per scontato e che la "maniera" è in fondo lo stato terminale di una produzione...

p.s.: rivendico in questa sede, ma solo perché l'ha tirato in ballo l'Anonimo, che io ho votato per dolce&gabbana. e anche più di una volta.

24/11/09, 14:40
neomi ha detto...

a quando un nuovo sondaggio???

28/11/09, 10:54