C'era una volta un mondo fatato. Il mondo fatato è il mondo di persone che voi neanche lontanamente fareste una vita come la loro, e che però pure loro hanno i loro problemi, e neanche troppo lontani dai vostri. D'accordo, voi lavate maniacalmente il cesso di casa vostra mentre quelli chiamano due strafighe che ballano la lapdance in camera loro, o si fanno due giretti con la ferrari. Ma non è molto diverso, se ci pensate. D'altro canto, è normale che l'immaginario di chi è figlio di F. F. Coppola sia un po' diverso da quello di tutti gli altri. E infatti non è quello il punto - perché la potenza del cinema sta anche nella possibilità di trascendere l'ordinario verso l'assurdità più ostentata e, perché no, irrispettosa. Il punto è di capire fino a che punto quest'operazione sia capace di affascinare e coinvolgere lo spettatore, anche mettendolo a distanza. Era la forza di Lost in translation, film che ho odiato al cinema e a cui non ho più smesso di pensare nel corso degli anni. Questo Somewhere è invece un film (rigoroso, a tratti divertente, un buon esempio dello stile sofiacoppola, ma tutto sommato) freddo, ed è questo il suo limite più grosso. Freddo nonostante la ricerca di una freddezza che possa riscaldare, insomma.
p.s.: sì, questo post vorrebbe essere l'inizio della Nuova Rubrica Cinematografica, testi brevi sul cinema contemporaneo. Vediamo.
Comments
23 Responses to “NRC I - Somewhere”
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recensione magistrale devo dire. Io corro a vedere il film adesso. Ma perché l'immagine della lapdance e della ferrari?
08/09/10, 10:02macchebbella idea capo!
08/09/10, 10:04la rubrica sul cinema, intendo. Mi chiedevo in effetti cosa stessi aspettando ad inaugurarla!
bravo, bravo capo!
Ovvia, allora andiamoci a vedere sto film...
08/09/10, 11:40ma si è capito che era una stroncatura?
08/09/10, 11:41Ah sì?
08/09/10, 12:12certo, si capisce che è una stroncatura che ti rimangerai, come per Lost in Traslation (o, secondo le nuove regole ortografiche si-culiano-wallaceiane, LiT).
08/09/10, 12:18(certo, un post bello e pensato come precedente scalzato via da questo, che per di più autocraticamente impone la brevitas anche alle successive recinzioni...)
Quindi quelchetipare82, il film andiamo a vedercelo lo stesso, giusto?
08/09/10, 12:22E insomma il film ce lo siamo andati a vedere.
09/09/10, 00:58Di solito apprezzo, e molto, l'astrazione al cinema. Ma questo andirivieni tra astratto (immagine bella di locandina e maschera) e grottesco inutilmente reiterato (lap-dance) mica tanto. Apprezzo anche che non si capisca bene, come nelle vergini suicide, perché le cose capitino così e non altrimenti. Ma qui? A un certo punto, il tipo strimpella l'inizio delle variazioni goldberg. Forse perché l'attore assomiglia vagamente a Glenn Gould? Chissà. Finale-cliché da ridere.
pg
efficacissimo nel rendere la noia esistenziale di stephen dorff/johnny, il film corre il rischio, però, di annoiare anche lo spettatore.
09/09/10, 09:13la lap dance, così come il tour milanese, sono tra i momenti più piacevoli di somewhere.
film visto - in tutti i sensi. noiosetto, a parte alcune scene che francamente mi sono proprio piaciute. quelle sulla musica degli strokes, ad esempio. finale orrendo. insomma, in questo caso ricredersi sarà difficile, anche per il capo - che dopo un po' il cinema a lui gli piace tutto..
10/09/10, 00:54ecco appunto, la musica degli strokes. o il pesante contributo degli air nella riuscita del film delle vergini suicide. la fanciulla potrebbe tranquillamente limitarsi (e con successo) a fare videoclip E BASTA. sarebbe più onesto che mettere canzoni intere nei film solo per far sentire quanto sono belle, o per ingannare un po' il tempo. gusto e tradizione familiare nell'audiovisivo non le mancano.
10/09/10, 10:19oh, comunque grande cameo della valeriona.
lancerò una provocazione:
10/09/10, 11:23ma se un regista costruisce dei film che non vogliono dire nulla, non è che per caso non c'ha una bella sega da dire?
lost in translation era perfetto, in questo senso. e poi, ancora, antonioni docet. prendete blow up. capolavoro visivo, atmosfera indimenticabile: uno di quei film, come dice il Capo, a cui ripensi negli anni.
ma senza arrivare da nessuna parte.
solo che dopo un po' il giochetto mostra le corde...
leone d'oro, vergogna. certo come inizio della rubrica non c'è male.
11/09/10, 19:49quando si dice essere lungimiranti...
11/09/10, 20:44a parte l'inarrivabile grandezza di questo blog, che ormai precorre addirittura gli eventi (o li influenza indirettamente? come un battito d'ali di farfalla...), direi che questo leone d'oro è abbastanza scandaloso.
11/09/10, 23:25soprattutto perché pare ci fossero un argentino e un cinese davvero strafichi.
e poi perché, una volta tanto, pare che noi italiani non fossimo messi male (vedi Martone, su tutti).
comunque, al di là dei premi che spesso non vogliono dire nulla, una mostra di ottima qualità..
Io propongo invece un blog di complottista82 sull'USOPAL - Ufficio Speciale dell'Onu Per l'Assegnazione del Leone. Nel post complottista82 potrebbe alludere alla passata love story tra Quentin&Sofia, o al fatto che Vogue uomo dedicasse a loro due insieme la copertina dedicata al festival di quest'anno. Il materiale c'è, insomma.
12/09/10, 02:17ma secondo voi la morte di Chabrol è collegata all'evento?
12/09/10, 12:54è un segnale, ma non è l'evento.
12/09/10, 16:00diciamo che tarantino ha voluto premiare uno dei tanti adorati film di serie B, peccato non ci fosse una verace Ubalda dei bei tempi. La Valeriona purtroppo non basta...anche se la scena dello stacchetto struscioso ai telegatti è stata una delle migliori...
12/09/10, 17:56caro fu oca,
13/09/10, 15:43siamo spiacenti di segnalarLe che il modus operandi di complottista82 è improntato alla max profexionalità, per cui non opera su commissione, nè tanto meno abbassa il suo augusto nome (egli risulta infatti all'anagrafe Augusto Complottista) per svelare complotti ove essi sono già manifesti all'occhio del semplice. e in generale, quando si tratta di una giuria a decidere l'esito di un qualche processo il secondo fine è dato ex hypothesis: scopo delle grandi e pasoliniane menti come quella dell'augusto servono a svelare complotti ove si creda essere assente l'azione di una sovrapposta e complessiva volontà.
restiamo comunque a vs disposizione,
non senza affetto
La freddezza al cinema, come nella vita, è la cosa che mi fa più schifo in assoluto. Quindi la tua recensione mi ha fatto venire paura. Il film qui in Francia ancora non è arrivato, devo sospendere il giudizio, pero' che noia non poter partecipare al dibattito! Comunque... evviva la Rubrica Cinematografica del Capo!!!
13/09/10, 18:32Sarò l'unica, ma a me il film è piaciuto...così come mi piacque, molto, Lost in Translation.
14/09/10, 11:55Sarà perché per lo meno lei gruppi del calibro degli strokes, dei phoenix o gli air, li sa usare bene (mica come l'altra "figlia di papà", Charlotte G., che li usa a mo' di karaoke per spalmarci sopra i suoi sospiri), sarà perché scene trash e cliché non mi sono sembrati, nel complesso del film, del tutto banali. Detto questo, sul leone d'oro e su chabrol non mi esprimo.
SK
dòn uòrri, sgente! l'anno prossimo i giurati li sceglie bondi!
17/09/10, 11:36che culo, eh......
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