Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “mondiale”.
Io so i nomi dei mandanti occulti delle sue partite.
Perché sono un inellettuale, abituato a unire fili che sembrano lontani e irrelati, perché il mio mestiere è ristabilire la logica dove sembra dominare l’arbitr(i)o, perché sono fichissimo, eccetera.
Ad ogni modo: io so chi vincerà i mondiali (ora che è uscito il Brasile), e siccome sono più coraggioso di Pier Paolo, io ve lo dico pure, chi vince i mondiali. “Certo”, direte, “ce lo potevi dire pure prima, così giocavamo alla Snai e con la vincita compravamo la sede storica di Viarigattieri”. “Vero”, vi risponderei, e poi cambierei argomento. Anzi, lancerei la bomba:
I mondiali li vince la Germania, per via della Grecia.
E che Amicofranci mi perdoni.
Comunque vorrei, prima di esporre l’inoppugnabile dimostrazione (che molti lettori certo hanno già sentito e issofatto condiviso), mostrare i miei titoli: avevo previsto la vittoria del 2002 del Brasile (facile) e la vittoria del 2006 dell’Italia (molto difficile). Dell’ultima possono testimoniare gli stessi lettori che già conoscono l’inoppugnabile dimostrazione (e issofatto la condividono), e potrei perfino mostrare il messaggio che mi mandò la mamma dopo la finale: “La tua teoria mi aveva convinto fin da subito”. (quel messaggio però non esiste più, ahimé, perché a meno di mezz’ora dal suo arrivo, l’ignaro sottoscritto si gettava in una fontana in preda ai festeggiamenti, con tanto di cellulare in tasca – riposi in pace, quell’unico Samsung della mia vita, nuovissimo).
La teoria è quella che segue, semplice e letale, e si chiama, come la maggior parte delle teorie, teoria del complotto:
dice così: “I mondiali vengono attribuiti a tavolino da un apposito organo dell’ONU, e sempre per questioni politiche. Se qualche stato ha bisogno di una mano, allora l’USOPAM,OC (Ufficio Segreto dell’Onu Per l’Assegnazione dei Mondiali, Ovviamente di Calcio) gli fa vincere il mondiale”.
A conferma dell’efficacia della teoria ecco come si sono assegnati i mondiali da quando sono nato io.
1982: Italia; l'unica via per porre fine agli anni di piombo e alle stragi sembra sia quella di affogarli nel clamore dei claxon dei mondiali. Dalla vittoria del mondiale tutti si vogliono bene e perfino lo stato la fa finita di far saltare per aria la gente.
1986: Argentina. Dopo la disastrosa guerra delle Falkland (1982) e il pregevole ritorno della democrazia, si decide da un lato di risarcire e dall’altro di premiare la nazionale bianco-celeste, che tra l’altro, si dice, cià pure un giocatore niente male.
1990: Germania. Il nesso tra caduta del muro, unificazione della Germania e vittoria dei mondiali è fin troppo evidente. «Se vuoi unire un popolo, vinci i mondiali», dichiarò a Die Zeit il cancelliere Helmut Kohl, e poi chiosò profetico: «Se al tempo di Cavour ci fossero stati i mondiali, oggi non ci sarebbe Bossi».
2006: Italia. Piegato dallo scandalo di calciopoli, i membri dell’USOPAM,OC si rendono conto che lo sport principe nella gestione dei rapporti internazionali rischia di smerdarsi, e per coprire le polemiche regalano il mondiale all’Italia, organizzando perfino corsi intensivi per insegnare a Grosso a giocare a calcio, e a Materazzi l’espressione “la maiala di tu’ ma’” in algerino.
1994, 1998, 2002: quando non succede niente di rilevante, il mondiale lo vince il Brasile, che è più forte (dal che si deduce che Felipe Melo è un infiltrato). Conosco le due obiezioni possibili: nel 2001 c’erano state le torri gemelle, e dunque potevano far vincere gli Stati Uniti (magari in una trionfale finale contro l’Atletico Bin Laden), ma il punto è che nessuno, negli Stati Uniti, se ne sarebbe accorto. Il 1998 invece è un caso a sé, in quanto la Francia contravvenne alle regole esplicite, battendo in finale un Brasile già deputato alla vittoria. Le motivazioni del governo francese all’USOPAM,OC furono le seguenti: (a) “i brasiliani non si reggevano in piedi durante la partita (probabilmente in ragione delle notti sregolate a cui si erano abbandonati, quei terzomondisti)” e (b) “siamo francesi, col cazzo che facciamo vincere qualcun altro a casa nostra”.
2010: Germania; la crisi della Grecia, salvata in extremis dal governo tedesco (che sennò affondavano pure le banche teutoni, e dunque la Germania e poi tutta l’Europa, e poi il mondo), ha portato alla ribalta un problema centrale, così riassunto da un sempre spiritoso Helmut Kohl: “Occhio che vi teniamo tutti per i maroni”.
A margine, un doveroso aggiornamento da Pyongyang.
Dopo essersi costituiti Provincia Semiautonoma d’Oltremare dell’Argentina, allo scopo di vincere i mondiali, e dopo che pure l’Argentina è stata presa a pallonate dai campioni del mondo entranti, i coreani rossi hanno avuto una nuova crisi intestina.
La nuova risoluzione, presentata all’ONU nella tarda nottata di sabato, è la seguente:
“In tutta la nostra gloriosa storia, non ricordiamo di avere mai partecipato a un mondiale di calcio. Anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, a noi il calcio ci ha sempre fatto schifo: a noi ci garba il Ping Pong”.