Provo un piacere molto particolare nel leggere i romanzi di Camilleri, dovuto in gran parte al riscontro con le riduzioni televisive in cui Luca Zingaretti interpreta il commissario Montalbano. Io leggo Montalbano pensando a Zingaretti (checché ne voglia Camilleri medesimo). E leggo solo Montalbano, non mi interessano i romanzi storici di Camilleri.
Ora: da qualche tempo a questa parte guardare le riduzioni televisive di Montalbano mi fa incazzare. Perché se i primi Montalbano televisivi erano appassionanti, ben girati, ben recitati e così via, gli ultimi (sarà cambiato il regista; la produzione investirà meno; la riduzione sarà meno accurata: non lo so) mi sembrano molto inferiori rispetto ai romanzi. Perdono tempo. Ci sono minuti e minuti completamente superflui. Per non dire della progressiva francofranchizzazione di Catarella che perde di genuinità per diventare macchietta di se stesso. E tanti piccoli altri problemucci.
I Montalbano di Camilleri mi riportano ai tempi in cui leggevo Topolino; li leggo con la stessa serenità, e penso che siano alta letteratura di consumo. Senza pretese intellettualistiche, senza vette giallistiche che trovo in altri scrittori, sono dei bei lavori, accurati, piacevoli. Topolino. Il problema è se Topolino tende a diventare Topo Gigio.
In quest'ultimo romanzo, che tutto sommato non è male, ho trovato diverse parti deboli. Al di là di quelle che anche Camilleri si sarà stancato di scrivere (quelle ripetizioni certo necessarie a una saga, che gli appassionati conoscono benissimo ma che l'autore deve ripetere perché magari uno comincia da questo romanzo e deve potersi ritrovare anche negli altri, tipo chi è e che rapporto ha Salvo con Livia, che Mimì è un fimminaro, che Catarella è Catarella, e così via), mi pare che ci siano minuti e minuti completamente superflui, come nelle ultime riduzioni televisive. Si capisce la facilità di scrittura di Camilleri: ma non deve gigioneggiare troppo, altrimenti ci fa incazzare come in tv, o mi sbaglio?
Il risvolto di copertina è affidato, come sempre, a Salvatore Silvano Nigro. Il quale è studioso competente ed erudito e non si esime dal mostrarlo. Fa quasi paura, fa. Nelle poche righe di presentazione del romanzo cita nientepopòdimenoché, nell'ordine: Gadda, Hannibal Lecter (sì, The Cannibal), Brancati, Kokoschka, Gogol, Landolfi, Hans Bellmer, Cindy Sherman. Ora ci mancherebbe solo che io vi rovini il romanzo, che è giallo e tale deve rimanere; però mi sembra che manchi un nome fondamentale, che sarei curioso di incontrare Camilleri per chiedergli se è un caso o se invece è proprio fonte di ispirazione diretta. Mi riferisco ovviamente a Dexter Morgan: il perchè però non ve lo posso spiegare, ché sarebbe veramente troppo.
Ah: c'è pure Ingrid, per gli appassionati. E odora sempre di albicocca.
Ah: c'è pure Ingrid, per gli appassionati. E odora sempre di albicocca.