Questa è una nuova rubrica condivisa e in fieri. Sto leggendo Cosmopolis di Don DeLillo, in attesa del nuovo film di Cronenberg in concorso a Cannes e in uscita nelle sale dopodomani, di cui si parla come di un vero capolavoro. (Secondo me, se è vero, tutti quelli che dicono che A Dangerous Method è un capolavoro potranno finalmente liberarsi e dire che sì, in fondo era un film minore di Cronenberg). (Ipotizzo, eh). Insomma questo Cosmopolis, al punto in cui sono (circa metà), è come una lunga carrellata in automobile nella contemporaneità, una contemporaneità continuamente dichiarata come obsoleta, anche se mai guardata in faccia. Ci si sente precisamente come su un tapis roulant, con questo protagonista che guarda il mondo stando fermo e attraverso la mediazione dei suoi schermi, come in 4:44 Last Day on Earth di Abel Ferrara. Una sorta di lungo monologo interiore che potrebbe quasi essere tutto un lungo carrello (laterale, se non fosse chiaro che invece dev'essere frontale), e davvero sono curioso di capire come Cronenberg trasformerà questa storia. Vediamo. Probabilmente aggiorno questo post, tanto va così di moda. Ciao ciao.
NRL VIII e NRC XVIII - Cosmopolis
mercoledì, maggio 23, 2012
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Comments
14 Responses to “NRL VIII e NRC XVIII - Cosmopolis”
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Bella rubrica!
25/05/12, 13:05De Lillo mi fa du' palle tante, ma Cronenberg merita sempre una chance.. ;-)
ma come delillo ti fa du' palle? dai....
26/05/12, 16:12A favore di happy devo dire che il protagonista decide di andare a tagliarsi i capelli a p. 1 e arriva dal barbiere a p. 138. Ognuno tragga le sue conseguenze.
26/05/12, 19:50A me De Lillo mi ha rotto dopo 15 righe di Underworld, che mi ero fatto comprare da cofino per sostituire un Pastorale americana rubato. Una delle idee peggiori che ho avuto nella vita.
26/05/12, 21:21e qui si scateneranno le ire di pg...
26/05/12, 23:55siccome il capo mi invita a scatenare le mie ire, resisterò alla tentazione, limitandomi a un "donde perdonali, non sanno quel che dicono". E comunque tra un paio d'ore anche qui si vede cronenberg, con grandi (troppe) aspettative. Per vedere se è riuscito a rendere ciò che riesce meravigliosamente a DeLillo (anche se non esemplarmente in Cosmopolis): far vedere le onde e gli schemi che i movimenti umani disegnano. Sotto la traccia delle storie, c'è un mondo anonimo. È un po' come nella battaglia di Alessandro dipinta da Altdorfer: non ce ne importa della battaglia (chi sa chi combatteva e chi ha vinto?), ma delle figure sopraindividuali disegnate dai movimenti.
27/05/12, 16:38tiè.
27/05/12, 16:57"ma delle figure sopraindividuali disegnate dai movimenti"
28/05/12, 14:56porca pupazza...
ma con "porca pupazza" volevi sottilmente suggerire "che cazzo significa?" sai che ormai sò didattico:-)
28/05/12, 16:02no, caro PG, era un'espressione ammirata.
29/05/12, 10:58;-)
comprendo anche che, forse, De Lillo è più interessante per l'aspetto "filosofico" (in senso molto ampio) dei suoi libri che per il versante strettamente letterario.
De Lillo. E Greg?
29/05/12, 14:30Oh, Greg....
30/05/12, 16:25Visto Cosmopolis, ieri sera.
04/06/12, 10:52Beh, purtroppo c'è da fare una semplice constatazione: non è quello, immenso, di Spider, A History of Violence, Eastern Promises: ovvero, il viaggio nella psicosi e il dittico sulla violenza... Cosmopolis è, nella prima parte, un insopportabile pippone sul capitalismo finanziario (pieno di cose banalissime e di concetti sballati, fra l'altro). L'unica, sola, vera motivazione per cui vale la pena pagare il biglietto è l'ultima mezz'ora di film: quella dove compare Paul Giamatti. Che ve lo dico a fare, un attore immenso.
A History of Violence è un capolavoro. Si vede Maria Bello nuda. Hoddettotùtto.
14/06/12, 15:24Posta un commento