Benvenuto al capolinea, caro il mio contrattista a progetto. Così pensavo, riferendomi al (professionalmente parlando) vecchio me stesso, mentre lasciavo la Cattedrale di vetro e acciaio un venerdì sera di metà ottobre. In servizio fino all’ultimo e uscita per ultimo. Quasi dovessi chiudere senza altri testimoni tre anni vissuti intensamente, e pericolosamente. Vissuti un po’ al margine del Potere. Osservato abbastanza vicino da restarne segnato ma non così tanto da esserne coinvolto in prima persona.
È un po’ la condanna/fortuna di chi ha un co.co.pro.: ti fanno lavorare come un mulo, con un sacco di responsabilità che manco un dirigente, ma poi, per fortuna, sei sufficientemente invisibile da non riportare marchi sulla pelle. Un giorno sei qui, domani basta, hai finito. La mia condizione nella Cattedrale era piuttosto anonima, in fondo: il mio indirizzo mail era una parola neutra, seguita da un numero. Se ci fosse stato il mio nome, nella casella mail, voleva dire che esistevo a tutti gli effetti: e questo, diciamocelo, non era consentito.
E restando in materia di edifici ecclesiastici, debbo constatare ironicamente che la mia nuova avventura comincia dalle finestre a feritoia di un Monastero… Ma questa è ancora un’altra storia. Alla prossima.
Comments
7 Responses to “Exit”
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che in termini prosaici qualcuno riassumerebbe dicendo: "dalla padella alla brace".
31/10/11, 17:01aspettiamo le succulente braciole di maiale!
forse... chissà...
31/10/11, 17:29dai dai dai!
01/11/11, 15:15l'unico edificio ecclesiastico che illumina è quello che brucia. e tu, da dentro, hai delle opportunità che neanche un dirigente.
02/11/11, 12:52ma qui si tratta di false percezioni: ciò che nomino come edificio ecclesiastico non è altro che una manifestazione monumentale del potere. sul nesso metaforico tra potere ed ecclesia, poi, potremmo star qui a menarcela fino a notte tarda...
02/11/11, 17:51e soprattutto: perché mai dovrei dare alle fiamme il mio nuovo posto di lavoro??
02/11/11, 17:54dai happy, qui lo puoi dire serenamente che il tuo primo pensiero dopo aver visto il contratto a tempo indeterminato è stato "ah che bello, ora finalmente potrò dare fuoco al mio posto di lavoro"! Molto lanziano come pensiero
02/11/11, 20:01Posta un commento