Epitaffio per la narrativa “ggiovane” americana
Pompato, recensito, osannato e chi più ne ha più ne metta, Stefan Merril Block sembra il nuovo figliol prodigo della narrativa americana. E io, come un pollo, ci sono cascato. Leggendo il romanzo di Block, mi sono invece imbattuto in un ottimo caso di marketing dell’industria editoriale americana. È curioso, perché ultimamente gli americani, quelli “ggiovani”, che piacciono un sacco, si sono organizzati per bene. Invece di farsi concorrenza fra loro, si spartiscono le tematiche: tu prendi gli omosessuali, io la famiglia, lui il sesso… e Block? L’Alzheimer, o le malattie neurodegenerative in senso più ampio.
Intendiamoci, il romanzo “Io non ricordo” si legge agevolmente, è piacevole, ti commuove quando deve commuoverti, è un tantino noiosetto per farti capire che sei davanti a un intellettuale, mica a un produttore seriale di thriller: insomma c’è tutto. Il problema, però, è proprio questo: ogni pagina, ogni trovata, sembra già “telefonata”; cade a puntino, insomma (troppo). Chissà, magari è uno dei tanti “ggiovani” usciti da una scuola di scrittura creativa (e vallo a trovare, adesso, uno che sappia scrivere in maniera sporca, sghemba, non levigata… li fanno fuori al test di ammissione...).
Ma il vero tarlo che mi sono portato dietro per tutta la lettura del libro è un altro.
È un dettaglio della trama. Una di quelle cose che ti saltano agli occhi e che, se te ne accorgi, ti turbano poi fino alla fine (sennò amen, leggi fino in fondo tranquillo come un pupo).
Si tratta di questo. Al protagonista capita un dramma: sua madre si scopre malata di Alzheimer a esordio precoce. Una malattia terribile e rapidissima. Lei non riesce più a esprimersi, ovvio. Il nostro eroe vorrebbe trovare l’origine familiare della malattia, ricostruire la storia genetica. Ma, poverino, non fa l’unica cosa sensata, che verrebbe in mente a ognuno di noi: chiedere lumi al padre (il quale, manco a dirlo, sta muto a massacrarsi di gin e documentari alla tv). No, il nostro affezionatissimo decide di fare tutto da solo.
Evitando, per esempio, di farsi una semplice domanda: “com’è che si chiama mia madre, di cognome”?
Maffigurati. Lo scimunito si procura – illegalmente – l’elenco di tutti i malati del Texas (che è una strada più breve, ammetterete) e li va a trovare uno alla volta (tipo Safran Foer, ricordate?).
E tu sei lì, in metropolitana, che parli da solo con il libro: “Il cognome… devi cercare il cognome…”. Poi il tizio, non contento, espone i suoi drammi alla più figa della classe: e tu dici “ma non farle ‘ste paranoie, cacciale la lingua in bocca e chiedi a tuo padre il cogn…”.
Poi, lo sciammannato, si riconcilia con il padre alcoolizzato, a p. 270. E tu, a questo punto, non ce la fai più. Il cretino si mette a sproloquiare del destino ineluttabile, dell’atroce mistero che aleggia nella loro casa…“Ma chiedigli il cognome, testa di cazzo!! Il cognome-da-nubile-di-tua-madre!!!”.
Haggard!! Si chiamava Haggard!!…Ma era così difficile, santiddio?!
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14 Responses to “NRL VII - Io non ricordo”
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io scrivo in maniera sporca, sghemba, non levigata e ieri mi hanno fatto fuori a un test di ammissione in effetti. A proposito del romanzo e della letteratura americana, vale, mi permetto di riproporla, la mia teoria: leggete solo libri di autori morti (classici). Naturalmente neanche io la rispetto e proprio in questo periodo mi dedico alla lettura anglo-americana. Appena finisco questo mcewan leggerò chabon, the yiddish policemen's union, qualcuno lo ha letto? gregg
15/03/12, 12:04noooo... chi ha osato escluderti???
15/03/12, 13:29No, scusa...fammi capire...questo non conosce il cognome da nubile della madre??????
15/03/12, 14:48[PS: Greg!!! Francesco Orlando aveva copiato al tua teoria pari pari!!!! mannaggiallui!]
E' proprio così! Non lo conosce...
15/03/12, 17:31A parte che è un'assurdità, visto che le mogli, nel mondo anglo-sassone, possono tranquillamente portare il doppio cognome.. Ma poi, se anche non te lo ricordassi, non ti viene da chiederlo a tuo padre?! Cazzarola, ce l'avrai un elenco telefonico, google maps...
p.s.: evviva la stile eroicomico di Greg!!
che delizia!
17/03/12, 12:25vorremmo un blog pieno di queste recensioni, io.
mc, non dire così, mi fai commuovere!
19/03/12, 11:48ma questo post non l'ha scritto marcello cofino? mi pareva lo stile di marcello cofino! greg
19/03/12, 12:32questa è pura adulazione, Greg!
19/03/12, 13:23in che senso? GRG
19/03/12, 13:42come offendere due persone in un colpo solo... grande greg!
19/03/12, 14:54nel senso che mc scrive post magnifici... e quindi vado molto fiero di ciò ;-)...
19/03/12, 15:54ma una cosa, in particolare, ti avrebbe subito portato ad escludere la prosa di mc: nel mio post mancano infatti quelle sfumature di slang viareggino che per me sono semplicemente di un altro mondo...
Comunque, il Capo non si è ancora ripreso dalla botta-Ferrandelli... In altri tempi ci avrebbe dato il suo commento entro 24 ore...
19/03/12, 15:56il viareggino di cofino, in effetti, comincia a mancarci.
19/03/12, 19:59Vai al cinema Cofino!!!!!!!
[reduce dalla visione dell'orso 2012, fremo di leggere i vostri commenti!]
...ragazzi...a quanto pare non piove solo su viarigattieri...http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/6835/
20/03/12, 09:41Posta un commento