la crisi

venerdì, agosto 19, 2011

Sono giorni che mi scervello per capire in che modo questo crollo delle borse potrebbe essere un vantaggio per qualcuno, e nello specifico per noi. Come dire: avete creato un mondo insostenibile, e che privilegia i pochissimi contro i moltissimi? E mò sono cazzi vostri, e adesso comincia finalmente il nostro momento. Quello in cui le cose che sappiamo fare, che ci piace fare, e che voi non valorizzate minimamente cominceranno a riavere un valore, perché bisognerà riorganizzare la società su basi nuove, e allora tutto questo comincerà ad avere un senso, e anche a poter essere remunerato, e ricomincerà il rispetto e si stabiliranno regole tutte diverse, e i pescecani saranno riconosciuti come pescecani e così via. 

Ho paura però che qualcosa non mi torni.


il capo va al lavoro un po' come M. Hulot va in vacanza

mercoledì, agosto 10, 2011

Mettiamola in questi termini.

Questi 28 euri guadagnati ieri sera, tra le 17 e le 24 (solo perché ero in prova), mi fanno sentire più felice, mi spingono a perseverare in questa diabolica strada del "lavoroquellovero"?

Ragioniamo insieme, collettivamente, generazionalmente, onestamente.

No.

Dalle 17 alle 24 sono 7 ore di lavoro. La paga prevista per la prova è di 25 euro (ma è anche la paga prevista per il contrattoquellovero, di sei giorni a settimana su sette, 150 euro a settimana uguale 600 euro al mese per 4 settimane di 24 giorni lavorativi su 28). Più le mance, che - mi assicurano - a volte sono anche di 12-13 euri! [A persona? No, complessivamente. Da dividere per: a) cucina (giusto); b) sala (giusto); c) bar (giusto); d) bicchieri rotti (perché - mi spiegano - i bicchieri si rompono, non i camerieri, non il barista, non la cucina: si rompono. E allora non paga il proprietario, paghiamo un po' tutti. Discutibile, tendente al meno giusto)]. La mancia di questa serata è di 3 euro (siamo intorno ai massimi storici, insomma).

E vabbé, uno dice in tempi di vacche magre certo che va bene, sono pur sempre 4 euro l'ora! Adesso uno si aspetterebbe quell'odioso ragionamento tanto caro ai lavoratori ("ma io ho studiato 10 anni per guadagnare 4 euro l'ora?"), ma noi invece lo lasciamo ad altri, intanto perché non ci pare un argomento inoppugnabile (metti che sei stato lento - e tutto sommato non è il mio caso -, oppure che hai scelto di studiare cazzate - ... -, insomma cazzi tuoi ciccio), e poi perché abbiamo argomenti ben più stringenti.

Poniamo che il locale - com'è il caso - sia di proprietà di ragazzi giovani. Anche simpatici, vi dirò. Passi il fatto che il cliente è veramente da uccidere, se ti fa scrivere 8 comande per una cena, e se non riesce a scegliere facendomi cambiare 4 volte i suoi cazzo di rigatoni all'amatriciana che poi diventano patatine fritte che poi diventa una macedonia che poi diventa un frullato. Passi. Ma il punto è: esiste un'etica del lavoratore? Quest'etica ha ancora qualcosa di prescrittivo, oppure no? E allora vogliamo veramente ragionare sui 4 euro, sugli anni di studio e sui lavori adatti o meno adatti, oppure dobbiamo cominciare a parlare delle decine di scarafaggini piccoli, dei ragni, degli scarafaggioni grossi che ho visto muoversi tra la cucina, la dispensa, il pacco di patatine (dentro), le sedie e così via?

[A questo post seguirà mail ai proprietari del locale con annesso caloroso invito a una disinfestazione. Non metto qui il nome del locale per ragioni minime di eleganza, e per non dare in pasto a internet un'onta cui, sono certo, porranno riparo. Nel frattempo, per maggiori info, scrivetemi in privato per sconsigliarvi questo pub-ristorante].

Aggiungere qualcosa sul collega cameriere proveniente dal terzo mondo che mi ha ripetuto nelle prime 8 frasi che i proprietari sono "bravibravibravi" e che lui lavora col cuore sarebbe politicamente scorretto, vero?

Insomma: a queste condizioni, tanto vale fare il professore universitario.